domenica 21 maggio 2023


 

 

Libertà e Amòre

 

 

Vincenzo Calafiore

 

…. Non si contano più le pagine

che abbiamo riempito, le strade che

assieme abbiamo fatto, le città, i mondi,

dei nostri – altrove – che abbiamo visitato.

Ma c’è un posto dove ci siamo fermati

lì non esiste il tempo, e soffia il vento

della vita, fiorisce quel fiore chiamato – sempre -, in

quei giardini della grande bellezza, ci chiamiamo

semplicemente: animos ! Siamo Vita. “

                         Vincenzo Calafiore

 

Questa mia situazione, più che altro di attesa, nel quotidiano divenire, durante la quale è come se la mia esistenza rimanesse sospesa in attesa di qualcosa, di qualcuno, di un approdo felice, o di un nuovo arrivo nella nuova mia tappa nella corsa terrena al traguardo incerto.

Questa cosa, che arbitrariamente chiamo vita in questo tempo sbandato non

è proprio – vita - ,  è una sorta di attività vicaria, fatta di cose che si ripetono, diverse nelle apparenze, uguali nella sostanza, nell’obbligatorietà!

In quei silenzi, gli attimi lunghi un’eternità, le eterne attese sempre vane, disillusioni, in un attimo risolte, nel momento conclusivo di ogni viaggio che a sua volta è partenza verso un’altra meta.

Non c’è spirito di avventura, non c’è ansia di scoperta, non c’è voglia di conoscere in questo pendolarismo dell’anima, mi meraviglia l’oscillazione continua tra anima e ricordi, tra chi ero e cosa sono adesso … eppure anche qui, anche questo è viaggio, se lo stesso può diventare motivo, emozione, voglia di tornare a vivere.

Un infarto è un terremoto che sconquassa, è un crollo dell’esistenza, cambiano le visioni, gli orizzonti; resta addosso soltanto la paura! Se si ha la fortuna di risorgere come la Fenice dalle proprie ceneri, oltre che a poterlo raccontare, ci si scopre fragili, si diventa vivente che ascolta continuamente il suo cuore …

Questo vice vissuto è una forma di esistenza sospesa tra i mille passaggi in treno, dall’infanzia all’adolescenza, per arrivare alla lunga stagione della maturità. Che come sempre trasforma in bilancio o inventario, questa strana mia esistenza. Riemergono allora le occasioni perdute, le amicizie mancate, gli incontri saltati a volte per una minima, davvero minima frazione di tempo, perché negli spazi di questa mia vice-vita, tutto sembra  scorrere pigramente, uguale a se stesso, e tutto potrebbe all’improvviso divenire importante, fondamentale, basta solo avere la fortuna di prendere al volo la giusta coincidenza ….. e un posto a sedere, di un tozzo di pane e un bicchiere di vino da condividere, scambiarli  con la medesima simultanea familiarità delle parole, lontane dalle comparse che affollano le strade, le stazioni, dietro lo schermo di un finestrino di un treno fermo in una sperduta stazione dell’anima.

Meglio allora stare dentro o fuori, dall’anima? O sentirla come propria nel pacato meditare della solitudine, quell’inutile frazione d’esistenza, relegata alla paura di un altro sisma catastrofico?

E’ questo il vero volto della paura: il timore dell’improvviso cedere del cuore!

Vorrei soltanto che un angelo venisse a parlarmi e farmi compagnia in quelle stanze piene di pensieri. Uno di quegli angeli che "mi sembra di conoscere da tutta la vita" ma che in realtà  conoscerei solo che da qualche minuto. Io non mi vergogno a dire che sono solo dinanzi allo spettro della mia possibile fine, e succede di pensarlo, senza paura, ma con una sorta di rassegnazione. Avrei bisogno di un angelo che non mi abbandoni per questo tempo.

Capita che sfiori la vita e te ne innamori e decidi che la cosa più importante è toccarla, viverla, condividere le malinconie e le inquietudini, arrivare a riconoscersi, ad amarsi, sentire che non ne puoi più fare a meno… “ e cosa importa se per avere tutto questo dovrò affrontare e vincere un altro forte sisma?

L'infinita bellezza del vedersi da lontano, io e la mia vita, la conoscenza che è in me, e corrersi incontro per potersi abbracciare il più a lungo possibile dimenticando lo sguardo triste della morte.

I suoi occhi, quelli che conoscevo io, li ho lasciati andare molto prima ….. quel giorno …… per salvarmi e tornare a splendere dentro un sorriso.

Io sono un onda, non ho mai visto le onde arrendersi, è  per questo che amo il mare, il mare della vita!

 

 

 

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