lunedì 29 maggio 2023


 

 

Vincenzo Calafiore

 

 A Maurizio Cleva

 



Forse poche persone,

come lui, non sentono il bisogno

di possedere qualcosa.

Ama le cose che incontra per caso. “

 

Il 26 Maggio aveva il cielo di un bel blu, di poche nuvole.

Un cielo che poi gli è sceso sugli occhi.

Per lui la memoria aveva un suono, quel suono che si accendeva quando ti chiamava per nome, ma non era solo un suono, forse era un modo di abbassare la voce al mondo.

Me lo dicevi spesso, quelli come noi, io, tu e Claudio, non possono essere capiti, e mi dispiace; noi non potremo mai essere diversi per essere accettati, ecco perché abbiamo preferito i nostri sogni.

Di cosa siamo fatti, noi, non lo so.

E’ una cosa che mi sono chiesto tante volte. Tante volte sono solo delle immagini, non saprei definirci.

Cose  che non hanno una forma precisa, che durano un attimo, come la nostra vita … un attimo! Chissà su quale nuvola sei, grande come una nave, una nave silenziosa, che basta da sola, per viaggiare senza fatica, senza affanni, dove non pensare a niente di concreto.

Sei lì a guardare disegni fatti dalle nuvole, non carte nautiche, ma disegni inventati dal vento, per distrarre il mondo, oppure sei lì, sul ponte a fissare il mare.

E’ una nave che non fa rotta verso una terra, tu sai dove devi arrivare!

Penso a questo, quando sono solo con il mio dolore. Guardo i colori del mare, e il mare Mauri, ha tanti colori.

A volte è verde, a volte più scuro, a volte sembra che non c’è cielo, o forse non c’è mare, non c’è vita, come adesso.

Quando parli di lui, la gente accende lo sguardo, ripete il suo nome piano, quasi con commozione. Era un grande uomo, rispondono …. Gli chiedo dove sia, dove potrei trovarlo, può darsi che sia più in là e indicano il mare con un dito …. “

Sembra tutto un mondo continuo, la differenza si vede perché nel nostro cielo ci stanno i gabbiani. Guardo l’orizzonte. Ti ricordi, dicevamo che l’orizzonte è una cosa che si vede e non si vede, si perde negli occhi, noi tre abbiamo immaginato che ci fosse, quante volte abbiamo preso una carta nautica e abbiamo visto che l’orizzonte c’era!

Se tutti facessero come noi, forse l’avrebbero visto l’orizzonte e immaginare quello che avrebbero voluto, quello che stavano pensando in quel momento …. Noi in quel momento pensavamo, abbiamo pensato di avere tanta vita! Adesso che ci penso è vero. Non è un futuro quello che vedo, non è nemmeno mare.

Vedo solo delle onde, vedo una vita, che si scioglie o che si forma in un mondo particolare che la mia fantasia vuole.

Noi tre, io e Claudio, Tu, siamo onde di un mare che ci affoga e ci riporta a galla.

Hai mai visto un’onda arrendersi?

Le onde non si arrendono mai, ecco perché noi, non smetteremo mai di essere onde! “

 

Buon Viaggio Mauri, ovunque tu sia!

 

 

                                                                           

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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