Il Mare
Di Vincenzo Calafiore
06 Settembre 2023 Udine
“ … guardi
un’onda, bada bene,
non è solo acqua in movimento
è qualcosa di più. Hai mai visto
un’onda arrendersi ? Le onde
non si arrendono mai e sono:mare!
Ecco perché le amo, ecco perché vorrei
essere mare! “
Vincenzo Calafiore
Perché quando ci si
trova dinanzi al mare si viene vinti dalla forte condizione della pace e della
serenità?
Forse perché la
valenza rigenerativa o rigenerante dell’acqua è un ritorno alla “ culla d’acqua
“ del grembo materno che avvolgendoci, ci ha resi atti alla vita, alle
dinamiche del mondo esterno e al movimento interno insito nella personale
soggettività, ossia nella materia del pensiero.
Ma il – Mare - non è soltanto tranquillità rigenerativa; è
anche dubbio, incertezza: esso può scatenare tutta la sua carica distruttiva e
diventare strumento di morte, di dolore.
Maree, onde,
inondazioni hanno in se tutta la forza e la potenza che appartiene all’acqua;
non a caso nei sogni tali immagini, sbaragliando le naturali difese, mettono
l’essere umano in contatto con le proprie abissali profondità, con le emozioni
taciute e sepolte, ma non per questo meno potenti e vere.
Il mare al pari
dell’animo umano conserva intatti i suoi – tesori – anche sotto forma di
relitti, testimonianze di ciò che ha subito la furia delle onde, ma che dalle
stesse acque è stato trattenuto e custodito.
Il mare è quindi
anche “ ritorno “, quando restituisce il passato; mentre è nostalgia, quando
conserva un segreto che l’animo gli affida quando rimane in silenzio da una
riva o da una scogliera a guardarlo; pensieri che vagano attraverso le acque e
che portano testimonianza di un legame segnato da un distacco o spezzato da un
addio.
La speranza di un
ritorno, temporaneamente lontano o impossibile informa il sentimento di
“ saudade “ canto,
lamento del cuore che patisce una mancanza, un’assenza.
Sì, perché è anche
questo il mare: un’immensa distesa di acque su cui si perde lo sguardo quando
l’orizzonte scompare, e il nulla sembra avvolgere l’animo con brivido di
smarrimento.
Proprio come una
madre presente e grande, ma distratta al punto da non fornire un orizzonte al
suo piccolo non ancora svezzato.
Mare – madre -, mer –
mère in francese, θάλασσα in greco, mar
in spagnolo, sono termini uguali che stanno a testimoniare l’unione simbolica
di archetipi vitali.
Quale scelta potrebbe
essere quindi più appropriata per l’individuo che deve rigenerare se stesso,
prima di tornare alla dinamica quotidiana più forte e consapevole.
Il mare circonda la
terra e lambisce le città si ripropone anche come istanza esterna, elemento
fisico dell’universo geografico dell’uomo che, assorbendone le suggestioni, lo
interiorizza in quella percezione personale di spazio.
Nel continuo rimando
interiore/esteriore, questo primordiale elemento narra quindi la storia di
ciascuno, mentre definisce l’appartenenza. Segnando orizzonti interni negli
uomini connotata la loro stessa sensibilità, decretando in ultima istanza , il
loro destino !
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