Cose di ogni giorno
(17-08-19l.633/41 Proprietà Intellettiva
Riservata )
Di Vincenzo Calafiore
13 Aprile 2025 Udine
“… come fai a rimanere
lontano
dal profumo di donna che il
solo sentirlo
ti porta in paradiso?
E pensa alla sua pelle che ha
la vellutatezza
di certe albe; pensa a come
sarebbe
triste la vita senza una “
lei “ che sa come
guardarti, che sa come
renderti felice.
Eppure mi devi spiegare,
perché proprio
non lo capisco come si fa ad
ucciderla,
a usarle violenza d’ogni
genere ….
Me lo sai spiegare? Anthimos “
Vincenzo Calafiore
“ Nel buio seppe riconoscere il suo profumo. Non era
di brezza marina, ma neanche di fiori che l’aria ne era pregna, era soltanto il
suo profumo.
L’avrebbe riconosciuto fra mille; era soltanto lei
ad avere quel profumo, le sue narici non l’avevano dimenticato, neanche quando
il mare lo aveva portato via, di mare in mare come una bottiglia con un
messaggio, fino a quando dopo anni lo riportò a casa, in un mare che conosceva,
riconobbe gli scogli che lo avevano trattenuto prima della partenza.
Non le diede subito un bacio.
Si limitò a trattenere il suo bel viso tra le mani
per respirarlo, per leggere le sue rughe.
Lei era una di quelle Donne che sapevano aspettare,
lo aveva imparato sin da bambina ad aspettare.
La guardò negli occhi e la vide, seppe leggere la solitudine, le
rinunce, le notti fredde, le lunghe attese.
Con un dito seguì l’orizzonte sulle sue labbra e
chiuse gli occhi ” … non esiste niente
di più bello al mondo di baciare labbra senza fretta” questo pensò!
Ma era già
sopraggiunta l’alba e un raggio di sole stuzzicandogli gli occhi,
lo portò via dal suo
sogno! “
Io ho un motivo per
rimanere qui a Oceano-Mare e per alzarmi presto.
Perché qui c’è una
luce bellissima e il momento più bello è proprio quello di vedere il sole che
esce dal mare; prima illumina il cielo come una grande corona, poi man mano che
si alza comincia a illuminare il mare e la sua scia raggiunge la riva, le prime
case.
Il mare si infiamma e
si illumina dentro, in alcuni punti raggiunge perfino il fondale ove ci sono
tante ricchezze, resti di città sommerse, e navi inabissate.
Sulla riva ci sono
gabbiani che alzandosi in volo, vanno via gridando, si incrociano.
“ D’improvviso il suo viso diventò brutto come il
mare di notte … gli tornarono in testa gli echi delle parole di quella donna
….” Vai a cercartela sulla spiaggia,una donna …. “ ma ricorda anche l’emozione
provata nel parlarle con quei fiori in mano, in mezzo agli stranieri seduti ai
tavolini a bere.
Ci rimase male tanto che ancora risuonano in testa
gli echi della sua risata. “
Una così bella, l’avrei sposata e resa felice.
Io credo nella donna, continuo a crederci nonostante tutto
quello che è accaduto, credo nella donna ideale.
Ci ho pensato tanto, ci penso ancora, e sempre più difficile
per me con quello che si dice di me, trovare una sposa, e se succederà sarà un
vero miracolo.
Ma la verità è un’altra. La gente del mondo di fuori non
potrebbero capirmi. Ragionano e pensano in base alle loro poche cose che hanno
dentro, non hanno l’immaginazione, la fantasia, ecco perché non possono avere
niente in comune con me, niente, non hanno niente.
Le cose che vedo, le cose che sento e racconto per gli “altri”
non esistono, nessuno le vede, se non ci si spoglia prima delle cose inutili
che si portano dentro e fuori di se, se non sanno ascoltare il silenzio se non
sanno guardare negli occhi … dentro gli occhi.
Io non ho niente, ho tante porte di mondi diversi, la
fantasia.
La concretezza per esempio io non la conosco ed è per questo
che forse sono diverso dagli altri, uno come me può vivere solo ad “
Oceano-Mare”; in realtà non ho un carattere per stare in mezzo a tanta gente,
mi piace molto il silenzio.
Ecco perché la sera dopo aver mangiato qualcosa, vado in
riva al mare dopo che il sole si è tuffato nella sua culla di madreperla, mi
siedo e mi fumo un sigaro osservando e ascoltando il mare, che mi racconta
molte cose; poco più in là vicino a una barca bruciata dal fuoco ci sono i soliti gabbiani che si rincorrono
si alzano in volo e ritornano, giocano fra di loro.
Io la mia vita non l’ho mai misurata, quelli come me non
hanno una misura, come non hanno tempo, vivono con le poche soddisfazioni che
hanno la povera gente.
Sto qui ad Oceano-Mare e non sono mai solo, non conosco la
noia e la solitudine, guardo il mare, lo ascolto, guardo avanti e mi basta
pensare che ci sono tanti altri mondi da scoprire oltre l’orizzonte.
Uno è solo per modo di dire, non si è mai soli, da ogni
parte che guardo c’è Dio, anche negli occhi di una donna, ho tutte queste cose
e la solitudine, la noia e la tristezza, la povertà, non esistono.
“ Nella sua
vita ad Anthimos gli sono rimasti impressi gli occhi di una donna, che ha
incontrato per caso sulla spiaggia; le è passata accanto lasciandosi dietro
nell’aria un profumo che saprebbe riconoscere ovunque come i sui occhi, velati
appena da un foulard e da una ciocca di capelli caduta a lato degli occhi.
Ama alla sua maniera, e quando ama, ama davvero!
Può darsi che una di queste notti la incontri in un
sogno, in un tempo imprecisato la sua felicità, anche se irriconoscibile,
invivibile e sfinita.
L’alba passando sui vetri delle finestre lascia un
denso colore rossastro che gli ricorda un lontano falò sulla spiaggia con una
donna della Germania. L’alba continua a riflettersi negli occhi di una donna
che vede solo lui!”