domenica 13 aprile 2025


 

Cose di ogni giorno

(17-08-19l.633/41 Proprietà Intellettiva Riservata )

Di Vincenzo Calafiore

13 Aprile 2025 Udine

… come fai a rimanere lontano

dal profumo di donna che il solo sentirlo

ti porta in paradiso?

E pensa alla sua pelle che ha la vellutatezza

di certe albe; pensa a come sarebbe

triste la vita senza una “ lei “ che sa come

guardarti, che sa come renderti felice.

Eppure mi devi spiegare, perché proprio

non lo capisco come si fa ad ucciderla,

a usarle violenza d’ogni genere ….

Me lo sai spiegare?  Anthimos “

                           Vincenzo Calafiore

 

 

“ Nel buio seppe riconoscere il suo profumo. Non era di brezza marina, ma neanche di fiori che l’aria ne era pregna, era soltanto il suo profumo.

L’avrebbe riconosciuto fra mille; era soltanto lei ad avere quel profumo, le sue narici non l’avevano dimenticato, neanche quando il mare lo aveva portato via, di mare in mare come una bottiglia con un messaggio, fino a quando dopo anni lo riportò a casa, in un mare che conosceva, riconobbe gli scogli che lo avevano trattenuto prima della partenza.

Non le diede subito un bacio.

Si limitò a trattenere il suo bel viso tra le mani per respirarlo, per leggere le sue rughe.

Lei era una di quelle Donne che sapevano aspettare, lo aveva imparato sin da bambina ad aspettare.

La guardò negli occhi e la  vide, seppe leggere la solitudine, le rinunce, le notti fredde, le lunghe attese.

Con un dito seguì l’orizzonte sulle sue labbra e chiuse gli occhi  ” … non esiste niente di più bello al mondo di baciare labbra senza fretta” questo pensò!

Ma era già sopraggiunta l’alba e un raggio di sole stuzzicandogli gli occhi,

lo portò via dal suo sogno! “

 

Io ho un motivo per rimanere qui a Oceano-Mare e per alzarmi presto.

Perché qui c’è una luce bellissima e il momento più bello è proprio quello di vedere il sole che esce dal mare; prima illumina il cielo come una grande corona, poi man mano che si alza comincia a illuminare il mare e la sua scia raggiunge la riva, le prime case.

Il mare si infiamma e si illumina dentro, in alcuni punti raggiunge perfino il fondale ove ci sono tante ricchezze, resti di città sommerse, e navi inabissate.

Sulla riva ci sono gabbiani che alzandosi in volo, vanno via gridando, si incrociano.

 

“ D’improvviso il suo viso diventò brutto come il mare di notte … gli tornarono in testa gli echi delle parole di quella donna ….” Vai a cercartela sulla spiaggia,una donna …. “ ma ricorda anche l’emozione provata nel parlarle con quei fiori in mano, in mezzo agli stranieri seduti ai tavolini a bere.

Ci rimase male tanto che ancora risuonano in testa gli echi della sua risata. “

 

Una così bella, l’avrei sposata e resa felice.

Io credo nella donna, continuo a crederci nonostante tutto quello che è accaduto, credo nella donna ideale.

Ci ho pensato tanto, ci penso ancora, e sempre più difficile per me con quello che si dice di me, trovare una sposa, e se succederà sarà un vero miracolo.

Ma la verità è un’altra. La gente del mondo di fuori non potrebbero capirmi. Ragionano e pensano in base alle loro poche cose che hanno dentro, non hanno l’immaginazione, la fantasia, ecco perché non possono avere niente in comune con me, niente, non hanno niente.

Le cose che vedo, le cose che sento e racconto per gli “altri” non esistono, nessuno le vede, se non ci si spoglia prima delle cose inutili che si portano dentro e fuori di se, se non sanno ascoltare il silenzio se non sanno guardare negli occhi … dentro gli occhi.

Io non ho niente, ho tante porte di mondi diversi, la fantasia.

La concretezza per esempio io non la conosco ed è per questo che forse sono diverso dagli altri, uno come me può vivere solo ad “ Oceano-Mare”; in realtà non ho un carattere per stare in mezzo a tanta gente, mi piace molto il silenzio.

Ecco perché la sera dopo aver mangiato qualcosa, vado in riva al mare dopo che il sole si è tuffato nella sua culla di madreperla, mi siedo e mi fumo un sigaro osservando e ascoltando il mare, che mi racconta molte cose; poco più in là vicino a una barca bruciata dal fuoco  ci sono i soliti gabbiani che si rincorrono si alzano in volo e ritornano, giocano fra di loro.

Io la mia vita non l’ho mai misurata, quelli come me non hanno una misura, come non hanno tempo, vivono con le poche soddisfazioni che hanno la povera gente.

Sto qui ad Oceano-Mare e non sono mai solo, non conosco la noia e la solitudine, guardo il mare, lo ascolto, guardo avanti e mi basta pensare che ci sono tanti altri mondi da scoprire oltre l’orizzonte.

Uno è solo per modo di dire, non si è mai soli, da ogni parte che guardo c’è Dio, anche negli occhi di una donna, ho tutte queste cose e la solitudine, la noia e la tristezza, la povertà, non esistono.

 

Nella sua vita ad Anthimos gli sono rimasti impressi gli occhi di una donna, che ha incontrato per caso sulla spiaggia; le è passata accanto lasciandosi dietro nell’aria un profumo che saprebbe riconoscere ovunque come i sui occhi, velati appena da un foulard e da una ciocca di capelli caduta a lato degli occhi.

Ama alla sua maniera, e quando ama, ama davvero!

Può darsi che una di queste notti la incontri in un sogno, in un tempo imprecisato la sua felicità, anche se irriconoscibile, invivibile e sfinita.

L’alba passando sui vetri delle finestre lascia un denso colore rossastro che gli ricorda un lontano falò sulla spiaggia con una donna della Germania. L’alba continua a riflettersi negli occhi di una donna che vede solo lui!”

 

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