venerdì 4 luglio 2025

 


Non aver paura

( 17-08-19 L.633/41 PROPRIETA' INTELLETTIVA RISERVATA)


di Vincenzo Calafiore

04 Luglio 2025 Udine


“ …..... non aver paura, in questo

universo non si è mai soli, non siamo soli.

Quelli che non amano affermano che lassù

oltre alle stelle e ai pianeti non c'è nessuno.

Noi invece crediamo che lassù, ci sia qualcuno,

chiamalo come vuoi, ma è sempre lui! Colui

che in qualche modo continua ad amarci.

E' vero? Non è vero? Ma se guardi il mare,

coi suoi tramonti e le sue albe, come fai a dire

che Dio non esiste?

Non aver paura, non ti accadrà mai nulla peggiore

dell'inferno in cui adesso siamo, ecco perchè

Dio c'è ! “ Vincenzo Calafiore


C'è un fondo reale di esperienza che mi dice che nelle narrazioni che si odono da un capo all'altro di questa immane prigione è tutto vero:

gli spilli in testa, l'occhio che esplode in mille visioni contemporanee, il cervello che salta in aria, le allucinazioni, gli sdoppiamenti, i trafficanti di droghe e esseri umani, i signori delle guerre, le rotture dei margini …. Questa è coazione, un'esperienza indicibile: indicibile perchè non deve e non può essere detta, perché dice Anthimos da qualche parte, privati della parola e privati del corpo.

Questo è un mondo rovesciato ove è facile, come in un labirinto

diabolico, perdersi senza alcuna possibilità di salvezza!

Ritornando alle favole che ancora riesco a scriverne qualcuna, sono destinate, credo a un pubblico recettivo e sensibile, molto ristretto.

Vorrei che non fossero accolte come un pezzo di letteratura o come un messaggio che viene dall'inferno.

Vorrei che pur suscitando delle emozioni, facessero appello ai sentimenti, alla bellezza del pensiero. Scritte da me, è vero, e me ne assumo le responsabilità, sorte in questo contesto e da esperienze personali, che questo contesto ha tentato di superare,travolgere e stravolgere.

Questo è lo spirito con cui affido la mia scrittura: non più privata, né solipsistica.

Da questo punto in poi per me è d'obbligo rimanere nell'ombra, dietro le quinte di questo miserabile e decadente palcoscenico, in cui marionette ben addestrate e affiliate rappresentano di questo il volto buono, una maschera bella che maschera il suo vero volto diabolico, raccontano delle favole fatte solo per sedurre ed allontanare, dividere, per meglio controllare.

Vorrei cercare di chiarire questo punto, almeno nella misura in cui ci riuscirò. Stanno ormai dietro le nostre spalle, i tempi in cui gli editori davano spazio a un tipo di produzione, a metà tra scrittura e oralità, che veniva promossa a dignità di documento letterario. Oggi, in termine di produzione c'è un decadimento, si produce solo una certa cultura degradata, nel senso che è fatta solo per guadagnare denaro e pastorizzare questo oceano di persone per avere sempre più pubblico, da cui attingere senza nulla dare in cambio.

Si è andato così esaurendo un filone di testimonianze che avrebbero potuto mantenere una propria significativa presenza …. una fine ingloriosa, dunque, ma che meriterebbe un ripensamento che mai c'è stato.

Le mie fiabe, dunque, rimangono tali, sono state scritte da me, una persona che si è sempre dichiarata libera da ogni controllo editoriale, e sono scritte in un cella di un immenso penitenziario.

Io e la mi cultura che viene dagli studi, leggendo molti libri, con occhi tanto voraci quanto non vogliono esserlo la mia bocca e la mia gola.

Ed è innegabile che senza il carcere non avrei vissuto quegli orrori assoluti da cui fuggo rifugiandomi nel regno della fantasia. Ma il senso delle fiabe è che sono state scritte e si sono trasformate in un qualcosa che fa parlare di me e che apri spazi di sensazioni, emozioni, pensamenti. Ed è questo spazio ad avermi dato ormai una vita autonoma, che va oltre l'autore e seduce chi mi legge da ogni parte del mondo intero, tranne che nella mia prigione.


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