lunedì 18 febbraio 2019


Quanta paura c’è d’amare

Di Vincenzo Calafiore
19 Febbraio2019Udine


Più invecchio,non so se saggiamente, e più comprendo che oggi c’è molta, di più, molta paura di amare e così tante anime che potrebbero vivere assieme ad altre anime finiscono per non vivere.
Ma accade anche che anime già felicemente sposate si innamorino di altre anime e nonostante le difficoltà, nonostante le distanze a volte, tornano ad amare, ad assaporare il senso della libertà di amare, tornano a vivere serenamente una seconda vita, la vera vita a volte.
Ma l’amore è questo, l’amore di tante facce e tutte per tutti, dello stesso istinto che chiede solamente di poter amare, amare con genuinità, trasparenza, lucentezza, con passione.
E la passione fa paura, molta paura perché a volte la passione rende inermi, arresi nei confronti di qualcuno,qualcuna, che potrebbe tradire o abbandonare.
Le maschere che ci nascondono, la solitudine che ci fa paura….!
Sono e saranno solo i temerari ad amare o meglio a sapere o potere amare; amare semplicemente senza maschere, senza mentimenti!
L’amore è per i coraggiosi, disposti ad affrontare le peggiori tempeste, le sofferenze delle lontananze, delle distanze, pur di assaporare cinque minuti o  quei brevi o lunghi momenti passionali….
L’istinto, privo del coraggio di amare e di desiderare, necessario, per vincere ogni paura e timore, lascia il rapporto sospeso in una sorta di “ limbo”, uno spazio in cui mancano precise definizioni e progettualità condivise: caratteristica che pone fine a ogni cosa e risparmia delle sofferenze inutili.
Così oggi, uomini e donne, liberi e –tolleranti- ( fino a un certo punto) sono tuttavia accomunati dalle stesse problematiche, a vivere con pienezza, con gioia, con sincerità un attaccamento reciproco.
Oggi, di questi tempi, e in quelli che verranno sempre più, con fatica si riuscirà a distinguere un viso da una maschera … le esperienze scivolano via assieme ai ricordi, spinti forse dalla fretta, dalla tendenza a consumare ogni cosa sentimenti compresi in ogni contesto di vita.
La donna sarà ancora oggetto di desiderio, un desiderio carnale, finalizzato in uno squallido rapporto sessuale che alla fine lascerà l’onta dello scoprire d’essere solamente stati usati.
In questa confusione l’amore viene desiderato quando non c’è e rinnegato quando c’è; quindi si corre forse per stare al passo con tutto, ma si finisce per il non saper bene cosa si stia vivendo davvero, autenticamente.
La cosa peggiore forse è il considerare la donna una proprietà da espropriare a piacimento, viene a mancare l’identità personale che finirà per essere determinata dall’esterno; il soggetto viene o verrà considerato per ciò che – sembra- e non per quel che è… sfumano i contorni dell’io e la personalità perde o perderà consistenza e sicurezza.
Si finisce così per indossare  una maschera, quella più piacente, quella più affascinante… ma dietro quella maschera cosa ci sarà? Non certo un uomo o una donna!
Per amare fino in fondo una donna e viceversa, è necessario essere se stessi, senza maschere, e mostrarsi all’altro o all’altra vincendo pudori e insicurezze.
Ma c’è la libertà, la libertà di essere felici e si è felici solamente quando si ha rispetto verso chi si ama davvero, godere fino in fondo ogni attimo questa felicità… le nuvole…. Nuvole di felicità!
Ma se l’adozione di veli rassicuranti appanna l’identità, la paura e l’incertezza finiscono col complicare o escludere l’amore, al punto di non riconoscerlo se attraversa la nostra strada.
Namastè!



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