martedì 2 aprile 2019


Il mare nei tuoi occhi

Di Vincenzo Calafiore
03 Aprile 2019 Udine

“Come  puoi spiegare cosa sia il “ mare “
a chi lo guarda come fosse acqua in movimento?”
                                  Citaz. Di Vincenzo Calafiore




Io guardo i tuoi occhi e ci vedo il mare!
Te lo dico sempre e viene quasi tenerezza che i tuoi occhi rilasciano in aria, come fa l’onda contro gli scogli che si spande nell’aria lasciando di se il suo profumo, il suo essere mare; così fai tu quando mi guardi con quegli occhi da gabbiano, lasci in me oltre parte di te, anche le parole che non riesci a dirmi.
Amarti è come tuffarsi nel mare e per farlo bisogna sapere nuotare, per tuffarsi nei tuoi occhi bisogna saperti amare; ma non è solo quello, tu non sei solo – mare – mia dolce Leda, sei anche viaggio.
Quel – viaggio- l’unico che si compie nella vita, quel viaggio nel mare di una donna, fatto di mare, dove c’è un orizzonte che separa il mare azzurro di sopra dal mare azzurro di sotto.
Quando si ama, non ci devono essere muri attorno e sopra questo amore deve poggiare l’immenso, quell’immenso che tu hai in te! Allora è viaggio.
Tu e il mare, quel mare che in te muta sempre e solo chi ama il – mare – può amare te, specialmente quelli che il mare lo sanno amare così, come se ti fosse sempre dentro, e hanno bisogno di sentirlo, di bagnarsi, di averlo attorno come fossero delle isole è così che ti amo perché il mare rassomiglia tutto a chi abita sulle sue rive.
Così noi ci abbracciamo anche se sono lontano dal tuo mare, sentirai scorrere in te i venti e le maree del mio mare, perché io sono dov’è il mare.
E ci passerei la vita in mezzo al tuo mare su uno scoglio, lontano dalle bestialità di questo mondo; ci passerei la vita ad ascoltare il rumore delle onde, a respirare il profumo del tuo mare.
E’ la sola cosa sacra per me, e ogni giorno, ogni momento del giorno io ti ringrazio d’essere mare, il mio mare.
E come me non ha paese, non ha nazione né confini perché il mare mi appartiene, perché lo ascolto e lo sento in me da ogni parte nasca e muoia il sole.
Lo sai, sono nato e cresciuto in riva al mare, lo sento e lo porto ovunque con me, come faccio con te, e sono sempre andato per luoghi e città da dove si potesse sentire la voce del mare.
Se lo sconosci e lo ami, il mare te lo porti dentro per sempre, allo stesso modo di come io amo te, Leda.
Con te sentii la necessità di essere mare come lo sei tu. Tu parli, e tutto ti appartiene, ti vesti di poche parole per nascondere le paure che addosso come io ho fatto non ti ha mai visto nessun altro.
Io parlo poco, me lo dicono ancora tutti. Non parlo tanto, al posto mio parlano gli occhi  e con gli occhi ti dissi un giorno che mi sono innamorato di te. Non è  così facile stare con me, sempre in solitaria e cominciai a convincerti ad amarmi un po’ alla volta, facendoti scoprire l’oltre che c’è in me. E sono rimasto sempre un passo indietro, in attesa di un tuo sì che tardava a venire. Lo stesso ti sono rimasto vicino con la pazienza che hanno solo i sognatori, e non pretendevo niente di più che di poterti amare per sempre, come fossi mare, come sei mare.
Ci siamo insegnati ad abbracciarci, a baciarci anche tra la gente, rubando un bacio proprio come l’onda fa con la riva che le porta via le conchiglie …
Mi insegnasti a baciarti quando ti vedevo, a baciarti anche tra gli sconosciuti. Io non l'avrei fatto mai, ma tu mi dicesti “poco, piano” e così le nostre labbra impararono a scontrarsi castamente tra gli sguardi di tutti ma il sorriso era solo il tuo. E ancora non ti ho detto quanto mare sei in me!



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