mercoledì 15 aprile 2020


Il coraggio

Di Vincenzo Calafiore
16 Aprile 2020 Udine

“ .. vecchie e nuove cose, ricordi,
danzeranno con me la nuova vita
in questa mia notte greca, di poche luci
e di tanto mare sulle rive affossate
dagli dei eterni desideri! 
     Vincenzo Calafiore


Essere uomo in queste albe di un aprile da scordare, con la vita che guarda da lontano, come faccio a vivere lontano dai suoi occhi, col mio cuore disadattato che vorrebbe incontrare la luna su una riva natia.
Viaggiatore a metà tra cielo e mare, in questa mia notte greca da ricordare, buia come il ventre del nulla.
Sono qui  in questa stazione in capo al mondo, lontano da ogni cosa, vicino ad ogni tutto con quel mare dentro che agitandosi mi riporta indietro.
E’ come se la notte mi pensa e non mi chiama, come un’amante del silenzio sta lì ad osservarmi in silenzio, così sono io come chi torna da una guerra, pieno di paure e non sapere a quale terra appartenere ….. io penso alla mia terra greca e a un amore da sfamare in queste notti di lune bianche e di spiagge distanti con il cuore in gola che tremula aspettando la luna per scivolar via in un altro altrove.
Vorrei essere capace di addormentarmi al di là del mondo, dopo un lungo tornare, per farmi ricordare, quell’uomo che sono difficile, con poche parole dopo tanto sognare, dopo tanto parlare in questa notte che corre verso un futuro che arriva da lontano senza più fiato, senza memoria.
Questa notte leggera capace di farmi sognare l’amore lontano…… che nel silenzio mi raggiunge come musica lentamente mi invade, ruba l’anima.
Eppure questa notte avrei voluto averti qui tra le mie braccia che sanno di lontananza, stringerti forte come a non volerti perdere … per non perderti farei chissà quale cosa, amore dagli occhi socchiusi, adesso che ci fai nella mia vita?
Io lo so è me che vuoi, addormentarti tra le mie braccia al di là del mondo che conosci, abbiamo sempre da dire più di quanto basterebbe, di amore.
Abbiamo la fortuna di vivere adesso anche se in questo tempo sbandato, nelle notti che corrono da sottane sfilate in fretta e l’amore sul bagnasciuga, nei sogni che si rincorrono .
Ti amo, amarti, amarsi, volersi desiderarsi come fosse una quotidiana poetica attesa del vederti andare e tornare sempre con quel sorriso malizioso e con quella luce negli occhi, che li illumina a mezza barra avanti in un mare che sa di lontananza, che sa di ritorno … è già ritorno, è già domani, quel mio ti amo a fior di labbra. Io che cerco di scrivere l’amore mi confondo a guardare i tuoi seni, le mie mani li cercano.
Ma questo è un sogno uguale a tutte le terre sognate, è più di un viaggio senza biglietto di ritorno, è uno di quei sogni che va a morire, che in una notte come questa mi lascia muto.
Amore che occhi avrai, al tuo ritorno, quando ti risveglierai nel tuo letto nei ritmi dell’amore già conosciuti, che occhi avrai dopo aver corso e cercato, amato, tanto ?
Che cosa faccio io in questa notte d’aprile se comincio col pensarti e finisco col desiderarti?
Le mie notti trascorsi ad ascoltare le piccole voci, nei miei momenti che l’aria si muove come aquilone da lassù in alto nei tuoi sogni ho visto la mia vita, ho visto il mare, ho visto l’amore.
Ma questa è una di quelle notti greche che non possono bastare, sono notti per lasciarsi andare dentro una musica o poesia per farsi ricordare da te.



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