giovedì 13 gennaio 2022


 

 

 

Il mondo di fuori

 

 

Vincenzo Calafiore

 

In questo mio mondo, di musica e libri, lontano dal mondo di fuori, mi pare d’essere in una pace e in paradiso, ove è possibile sentire  frusciar il silenzio della vita.

E’ un vivere che porta immancabilmente alla riflessione, mentre piano si ammucchiano le pagine lette di un libro nelle mani.

E’ il momento in cui si manifestano i profondi grumi di sapienza, sobria e ilare, che evidenziano la percezione dei dettagli, degli angoli morti. Gli attimi lunghi un’eternità delle eterne attese; riemergono allora con tutta la loro memoria le occasioni perdute, le amicizie dissolte nel nulla, gli incontri rifiutati o mancati, tutto pare scorrere pigro e uguale a se stesso e tutto può divenire nel contempo importante e fondamentale.

Basta immaginare il luogo dove si è, come in attesa di una coincidenza dentro una cuccetta, o un posto a sedere dietro un finestrino, con un tozzo di pane e un bicchiere di vino, scambiati nella medesima simultaneità e familiarità delle parole. Cose che della statica umanità in movimento, come sui treni fanno parte, anzi ne caratterizzano la sostanziale diversità con il resto del mondo, con quelle comparse affollate dietro il finestrino, veloci nel loro incidere come fotogrammi di un film che altro non è che la rappresentazione realistica della vita.

 Ma il “ vissuto “  torna a vivere forse in forma tangibile o forse  con qualche ricordo.

In questo c’è lei, che come onda mi travolge scaraventandomi sugli scogli della solitudine tutte le mattine, quando il sogno si ritira nelle ombre.

Diventa allora difficile distogliere lo sguardo dalla bellezza di certi occhi, di un sorriso, l’amore è lì sotto gli occhi, pronto a essere consumato dal lento scorrere delle ore.

La mia “ voce “ narrante è serva di Kronos, e con sua dispensa speciale adorna i giorni miei di misere illusioni e l’illusione non dura a lungo Kronos comunque rivuole in dietro le sue monete … mi affido così a un’insegnante di teatro per dare il meglio di me nei teatri di periferia, nei bassifondi dimenticati!

E lì comincio a recitare quella vita da burattino, da oggetto senza coscienza e senza anima così come vogliono i burattinai.

Fino a diventare essi stessi burattinai, in un mondo dove  tutto è fluido, labile…. Dove i veleni hanno cancellato ogni umanità!

Attori infelici a recitar …… ne convien!

 

 

 

 

 

 

 

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