mercoledì 8 novembre 2023

 Da: QUELLA STRANA SENSAZIONE DI ESISTERE

( VINCENZO CALAFIORE )

E’ la nostalgia di un tempo che ormai non ci può essere più, quella che lui si porta dentro. Parla di questo ed è come un pittore che dipinge scene e luoghi, visi, ormai lontani, inesistenti.
Non so fino a che punto per Quinto Malatesta sia stato interessante il vivere o abbia amato quell’incanto, che mi racconta come se si trattasse di una cosa di poca importanza, che non ha mai smesso d’amare. L’importanza del suo racconto sta nella “ direzione “ che lui ha saputo intraprendere e che lo condurrà dove forse noi non arriveremo.
Quinto e il silenzio. Un silenzio velato, che si racconta ancor di più in quei piccoli rigagnoli che dagli angoli degli occhi spuntano all’improvviso, per scivolare nello spazio delimitato dagli zigomi, sul mento, spariscono in silenzio come sono nati in un infinito “ si “ alla vita.
Visti da lontano, sembrano fiumi di stelle brillanti; è il mare di dentro, con i suoi moti e le sue maree, amaro e intraducibile; forse è la voce del silenzio o è il pianto di Quinto a commuovermi

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