mercoledì 31 gennaio 2024


 

Un’altra alba

Di Vincenzo Calafiore

1 Febbraio 2024 Udine

non è mancanza di memoria,

ma di interesse. Invecchiare è un po’

come diventare più poveri.

Meno possibilità nella vita,

meno gente che si ricorda di te,

meno persone che ti cercano.

La dimenticanza a pensarci bene,

è forse l’ultima carezza della vita,

il bacio dell’addio o lo sconto di pena

previsto per chi vivendo a lungo

ha più ricordi, più cose del necessario! “

( Vincenzo Calafiore da: La Dimenticanza )

 

Non è mancanza di memoria,ma di interesse. Invecchiare è un po’come diventare più poveri.

Meno possibilità nella vita, meno gente che si ricorda di te,meno persone che ti cercano.

La dimenticanza a pensarci bene, è forse l’ultima carezza della vita,  il bacio dell’addio o lo sconto di pena previsto per chi vivendo a lungo ha più ricordi, più cose del necessario!

E si rimane lì seduti su una sedia, dietro una finestra a guardare il vuoto, cadono le foglie e ricordi che è l’autunno come quello che hai dentro. Il pianto non fa rumore non lo si sente, non lo si vede, ma dentro di te c’è una pioggia a catenelle che nessuno potrà mai vedere ne sentire.

Una voce dirompente, come un sasso nello stagno, ti chiede come stai…. Bene…! Anche se non sai più cosa significhi.

La vecchia è un’altra alba, non la vedi, ma la senti . Dammi un’altra alba!

Quel po’ di memoria ti riporta come un lampo in dietro, nella frazione di uno sguardo e capisci che siamo tutti di passaggio sin dal primo momento di vita. Nella nostra vita, e in quella degli altri.

Nel tempo diventiamo storie, racconti da raccontare, da ricordare,da dimenticare.

La cosa peggiore, la più meschina è essere dimenticati proprio da coloro che più si è amati

 

  Non dimenticherò mai quella volta in cui

ti ho guardata la prima volta: Vita !

E ho deciso che potevi rimanere nei giorni miei,

tra i miei sogni, tra le mie speranze ….”

 

A volte penso si essere un sogno che qualcuno si è dimenticato di fare e realizzare. Quel sogno in un cassetto mai aperto.

A volte mi pare d’essere una bel fiore come la dalia che lascia i suoi petali alla brina che la uccide!

Una foto dimenticata sul davanzale interno di una finestra.

Vivo ai margini della mia stessa vita, lei la mia vecchiaia possiede le mie parole, le mie mani, i miei occhi, le labbra della mia bocca, il cuore che battendo scandisce i secondi, le ore, gli anni!

 

Si vive più di immagini e parole, pensieri, che scorrono veloci su uno schermo, non c’è nulla di vero, ci si è dimenticati dei valori, degli abbracci, delle carezze, degli sguardi …. Ci si è dimenticati di vivere!

E noi non siamo quello che abbiamo vissuto, siamo un surrogato di quello che abbiamo pensato di essere, immaginato, sperato, desiderato … ma cose dimenticate.

Mi specchio in una lacrima, osservo il mio riflesso dall’aria stanca e mi domando che senso abbia tutto questo, io!

Io con i miei capelli scombinati al mattino presto, con quel viso stanco, con la stessa espressione di sempre, con gli occhi che parlano e la bocca che tace. I miei occhi fanno qualche scatto, come per fermare quel momento, imprimere un ricordo e so che ogni scatto è destinato a morire dimenticato.

Socchiudo gli occhi con l’ultima immagine riflessa: una sagoma scura che vorrebbe soltanto scappare!

A questa mia età la mia testa è un circo di acrobati e saltimbanchi, mangiafuoco, pagliacci, domatori. Provo a camminare con i miei piedi di ceramica, perdo l’equilibrio, l’intero mio corpo si frantuma e pian piano i cocci decorano il palcoscenico di un’opera drammatica: la vecchiaia!

 

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