giovedì 1 febbraio 2024


 

E, si fa sera

 

Di Vincenzo Calafiore

 

“ Non farti mai ingannare dalle apparenze.

Sbaglieresti tutto.

Alle persone forti il tempo e l’esperienza

hanno insegnato a sorridere,piuttosto

che a non dimenticare. “

                    (Vincenzo Calafiore)

 

E’ un colloquio tra umano e coscienza.

 

Il fatto è che io – dimentico – tutti i miei giorni, mi devi credere, non ne vale la pena conservarne ricordo,  e poi alla fine per giustificarmi o perdonarmi giunge sempre la sera, una sorta di velo che stendendosi cancella, accantona tutto in quelle sabbie mobili che è l’oblio.

Ma c’è anche un altro fatto, la mia esistenza, il mio vivere quotidiano, detto anche volgarmente: vita. E’ l’universo mio, pieno di stelle da raggiungere, bella, di una bellezza eterna e sovrana distribuita ad altre mille forme e ognuna con il suo segno che fa  un mondo di belle e irrepetibili unicità, e di tutte, nessuna esclusa, perdutamente innamorarsi come di una Donna, come fosse una donna …. Ecco perché se dovesse lasciarmi che lo facesse nella maniera più dolce come in un sogno.

Per questo nessuna apparenza è te, mentre tu, sei tutte quante, tutte quante le donne che incontro per strada, e ti perdo e ti ritrovo, ti dimentico, e intanto si fa “ sera “ !

 

Mi devi credere, noi non siamo quello che abbiamo vissuto, siamo quello che abbiamo pensato di essere, immaginato, sperato, desiderato, eppure dimenticato.

Non sapremo mai ciò che davvero è stata la nostra esistenza silenziosa e clandestina, nessuno mai conoscerà i nostri viaggia segreti, i nostri amori immaginati e sognati, le nostre centinaia di vite racchiuse negli infiniti universi di un:

Ti amo!  

 

Ho capito che in realtà alle persone non interessano queste argomentazioni, non gliene frega niente di conoscerti, a loro non interessa sapere ciò che sei, ciò che vali, vogliono solamente prenderti quello che a loro interessa …. Sono dei predatori d’anime!

Ti usano come  uno stupido intrattenitore per riempire i loro momenti di noia, di vuoto! Come un qualcosa  che c’è quando serve, che viene dimenticata quando si ha di meglio da fare.

 

Forse è per questo che vivo ai margini, e non riesco a fidarmi della gente, forse è per questo che quando sono in mezzo alla folla o sono con altra gente, mi sento un pesce fuori d’acqua, mi viene voglia di scappare, di andare via lontano.

Tanto che altro si può aggiungere? Comprendo bene la mia caparbietà nel voler essere sempre assente, perché penso che solo così si manifesti la magia della vita, insisto nel cercarla nel fuscello e mai nell’albero, nel vuoto esistenziale.

 

Questa è gente allenata nell’evitamento, preparata al gioco del riempitivo forse per sfuggire all’angoscia di trovarsi soli, alla loro noia, alla noiosa loro esistenza.

Da artisti dell’evitamento che sono vorrebbero cancellare le emozioni diluendole in un mare di anestetico,  e non solo, ma anche con un fare frenetico che li impegni in un lavoro totalizzante,in attività socialmente utili che, però non hanno niente di sociale e ben raramente quello dell’amore.

Riempitivi atti a coltivare l’illusione della vicinanza con persone che come loro sono alla ricerca di un antidoto all’angoscia di trovarsi soli, abbandonati.

 

 

 

Per essere buoni compagni di se stessi, come anche per vivere legami significativi con altri occorrerà superare il timore di entrare in contatto con la propria anima, al fine di prendere coscienza delle qualità che ci appartengono e ci fanno umani, alle quali il più delle volte non viene dato il dovuto rilievo.

La solitudine quindi si rivelerà una preziosa alleata della qualità dell’esistenza: potrà  così essere riconosciuta come “ il mondo tutto nostro “.

Essere quel luogo ove prendono vita le emozioni più autentiche e il vero amore.

Unici elementi che consentono all’essere umano di sperare e continuare ad amare la vita sua e degli altri, coltivare un sogno e realizzarlo!

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