sabato 11 ottobre 2025

 " Poi alla fine ti rendi conto di udire soltanto i tuoi passi, il respiro del tempo.... non c'è niente d più lontano.

Questo lontano è miopico, freddo, e ti ripari in quel rimasuglio di vita, con cui forse ancora poter dialogare: Habla con ella! " Vincenzo Calafiore

venerdì 10 ottobre 2025


 

Il Peso delle scelte



Vincenzo Calafiore

11 Ottobre 2025 Udine


Forse è un sogno quello che ogni giorno vivo.

Ma i sogni non sono sempre uguali a volte sono belli, a volte non ci si vorrebbe svegliare per farli finire, a volte sono degli incubi da cui scappare e mancano le gambe per fuggire, manca il fiato, e con l'affanno e il cuore in gola si è costretti a fermarsi e a vivere l'incubo fino alla fine, fino all'arrivo di Aurora!

E uscire di casa sperando di dimenticare quello che passa per la testa

e invece è tutto lì ad attenderti al rientro e non aspetta altro che il tuo andare a letto, ed è lì che tornerà più forte di prima tutto quello che a forza si è trattenuto dentro.

La notte è il campo di tante battaglie, vinte e perse, ma è anche il momento in cui ci si immerge nel mare della solitudine scendendo fino ai suoi fondali, ma è anche l'unico momento in cui si sente che forse si è ancora vivi, che si vive!

Anche se in una società piena di errori, il più comune degli errori comportamentali della gente comune è quello chiamato dello

<< Status quo >>. Si resta bloccati nella situazione presente e non si ha la forza di volontà di cambiare le cose, le situazioni

A questo errore va aggiunto quello della miopia ( chiamato anche sconto temporale ); si valuta solo la utilità presente a discapito dei vantaggi o svantaggi futuri delle nostre scelte.

Questa combinazione che dipende prevalentemente dalla debolezza della volontà ( akrasia ) ci fa evitare o procrastinare scelte che sarebbe necessario fare.

Meglio il Carpe Diem , gioire del presente e rimandare le scelte in un futuro indefinito.

La irrazionalità di questi comportamenti è talmente palese che si può cercare di correggerla.

La razionalità decisionale è quindi per definizione miope, perchè la sua sopravvivenza si basa sul superamento di difficoltà hic et nume. In questo modo si ha la tentazione di non guardare più lontano del proprio naso.


mercoledì 1 ottobre 2025


 


Una malattia morale ci annienta


Vincenzo Calafiore

01/10/2025 Udine


L'ulteriore grave crescita dei più diversi fenomeni di violenza, femminicidio, baby gang, spaccio, prostituzione online e case private, borseggiatrici, sono il frutto di una malattia morale che da anni affligge sempre più, l'Italia.

Il cinismo e la spregiudicatezza sempre crescenti, il pragmatismo senza principi, il finto perbenismo, la sfrontatezza politica e il non avere ideali alti, valori etici, il non credere in nulla, il cercare un illusorio rifugio nell'alcool e nelle droghe. Sono le frequenti premesse della violenza che cresce nelle varie forme che sempre più spesso arrivano all'assassinio; ma che ordinariamente si esprimono nel disprezzo dei valori umani altrui, delle istituzioni, nella sottovalutazione di qualsiasi principio morale, nella carenza di rispetto verso ciò che è estraneo , nella stessa violenza verbale in televisione, per non parlare della violenza quotidiana, anarchia delle strade, dei quartieri, delle periferie, dove sempre più si manifesta e sempre più manca il rispetto per le regole e per gli altri.

Il degrado di valori è cresciuto enormemente dopo che, con la caduta delle ideologie totalitarie del Novecento, è stata confusa la fine delle ideologie totalitarie con gli ideali democratici e le culture civili dell'Occidente che avevano osteggiato i totalitarismi.

Senza alti ideali e con pochi valori morali cresce la malattia morale che produce superficialità, cinismo e violenza che sono affatto contrastati dalle pubbliche autorità.

La ricerca di valori religiosi e le iniziative di volontariato, da sole, non bastano, non sono sufficienti.

Per sconfiggere questa malattia morale non bastano le leggi e non ne occorrono altre, soprattutto quando vengono saltuariamente applicate, quando non c'è la certezza del diritto e della pena.

Ciò che manca è innanzi tutto la cultura delle regole e dei valori morali che sono insiti in uno Stato costituzionale di diritto.

Ma in Italia, da decenni, non si insegna nemmeno la Costituzione, non se ne fanno conoscere i principi fondamentali: l'educazione civica è scomparsa.

Occorre essere consapevoli di questa terribile spirale per affrontarla davvero e non con parole di circostanza, ma con i fatti, con gli interventi mirati.

Occorre ricostruire una profonda consapevolezza delle responsabilità e degli inscindibili doveri e diritti di ognuno.

E' indispensabile costruire lo Stato di diritto e inserire nei percorsi scolastici e formativi di ogni livello l'educazione al civismo, ai doveri e diritti di cittadinanza.

Senza queste premesse la malattia morale di cui soffre l'Italia si allargherà a macchia d'olio, come una piaga infetta.

lunedì 29 settembre 2025

 

Laurence Sterney



Vincenzo Callafiore, scrittore, poliedrico bravo anche sul palcoscenico, l'ho trovato interessante in un vecchio filmato ripreso mentre intratteneva una platea con un suo monologo, l'ho visto naturalmente a suo agio.

Io leggo da molti anni tutto quello che scrive e ogni volta mi sorprende, quando ho creduto di conoscerlo un po' mi ha smentito, è come l'onda del mare cambia sempre, sorprende e mi lascia sempre con delle domande.

La sua forza espressiva è eccellente, fine e gentile è come se ti prendesse per mano per portarti nel suo mondo dal quale poi difficilmente te ne vai.

Guardo sempre le sue foto ha una forza magnetica negli occhi, nello sguardo è come a guardati sia la sua anima mediterranea; è una di quelle persone ancora “ vera “ una rarità in questo mondo bugiardo.

Conoscerlo è stato meraviglioso rimarrei ad ascoltarlo per ore; sa nascondere bene, si nasconde nelle sue fragilità, nei suoi silenzi.

Dentro le sue pupille c'è il mare, l'amore, è uno tsunami di emozionanti sogni.

Peccato che non vuole più pubblicare i suoi racconti, quelli che ha pubblicato li posseggo e li rileggo sempre e sempre trovo qualcosa di nuovo, una nuova emozione, è questo che un buon Autore deve saper fare, ma lui, Vincenzo Callafiore lo fa con naturalezza perchè lui è così, una impronta che il mare non riuscirà mai a cancellare.

Laurence Sterney ( NL )

domenica 28 settembre 2025


 


Vincenzo Calafiore

29 Settembre 2025







“ ….. era uno di quelli che quando ti guardava, ti guardava con l'anima,

uno di quelli che raramente s'incontra, e quando lo incontri capisci sin da

subito cosa significhi – umans -, e poi quel sorriso, ti sorrideva con gli occhi

ti parlava con gli occhi … signica questo “ Gentes in movimiento “

Ego Sum

Cosa c'è che non va in me?

E' una domanda semplice, che però direziona in altri universi ancora più grandi, ancora più sconosciuti; è allo stesso tempo una domanda che in molti dovrebbero porsela, anche per conoscere se stessi e al contempo comprendere riuscendoci quanto giusta e gradita dal contesto, la sua immagine, la sua presenza o esistenza che sia.

Non so e non mi è dato saperlo quanto effettivamente io sia una persona “ Giusta “ lo Yad Vashem definisce giusta quelle persona che rischiando la propria vita salva altre vite, da qui “ chi salva una vita, salva il mondo intero”, più genericamente, persona che rispetta la legge, equa, imparziale.

Sento che qualcosa in me non è riuscita a conformarsi o quanto meno ad agire, pensare alla stragrande maggioranza delle persone.

Credo che questo sia dovuto alla mia appartenenza a quell'ordine mondiale di “ Gentes en movimiento “ , quelle persone che non si definiscono popolo o nazione, ma semplicemente umanità, umans..

E' terrificante, è orrendo il mutamento sociale che ormai si è manifestato del tutto senza la possibilità di un passo in dietro. C'è troppo odio, c'è troppo desiderio di usare le armi e di premere quei famosi pulsanti rossi per far saltare in aria il mondo; non solo, sono troppi i muri alzati per non vederci e non parlare, sono troppi i recinti in cui siamo stati rinchiusi come bestie da selezionare e eliminare.

Le città ormai sono prigioniere della violenza e del degrado sociale, spaccio, prostituzione, abuso, violazione, sopraffazione; e si è preferito non guardare, girare la testa da un'altra parte.

Ovunque serpeggia un silenzioso e cancerogeno malessere, che tutto sta pian piano distruggendo.

Si fa finta che tutto va bene, si addolcisce il baratro in cui siamo, dicendoci e scrivendolo pure... che la legalità vincerà questa battaglia.

Ma la domanda sorge spontanea: esiste più la legalità?

Quanto a me, le mie braccia si son rotte per aver abbracciato soltanto che nuvole!












sabato 27 settembre 2025

 






Che dire,

mi sono sempre piaciute quelle persone vere, quelle che hanno delle cicatrici profonde, come quelle che hanno gli alberi.

Hai mai pensato quanto siano belle quelle cicatrici?

Hai mai pensato alla bellezza che hanno?

Quante volte mi sei passata accanto, senza guardarmi, senza guardare le mie cicatrici.....

La verità è che tu ed io non potremmo mai avere nulla in comune, nemmeno le parole, Tu al mio opposto e io... bè io non sono comune

io ho la mia pazzia, vivo in un'altra dimensione dove non esistono cose

che non hanno un'anima, come te e milioni di altri, tutti uguali, tutti omologati con lo sguardo spento.

Quelle, sappilo, sono persone che prima degli occhi, ti rubano il cuore, posseggono la tua anima, quella che tu hai svenduto per un pugno di niente. “

Vincenzo Calafiore

venerdì 26 settembre 2025


 


Chissà... se noi.....


Vincenzo Calafiore

27 Settembre 2025


Non è la solitudine in cui cadiamo spesso.

No.

E' la solitudine con cui si trascorre la notte e ci si sveglia con lei, cucita

addosso come un vestito e affrontiamo il giorno, non la facciamo vedere, la mascheriamo con i finti sorrisi, ai finti rapporti amichevoli, alle convenevoli relazioni.

Ma è quella dalla quale si vorrebbe scappare e invece ci si ritrova soli con noi stessi senza sapere da parte andare, magari poterci rimanere.

Parlo della “ solitudine” interiore, tormentosa, quella che ti lascia nelle pene.

La solitudine nel combattere lo schifo in cui si sguazza e scoprire nel contempo tutta la bellezza della vita e chiedersi: perché non l'ho mai vista così? , poi capisci che la solitudine cambia solamente nelle forme.

Forse siamo destinati alla solitudine senza saperlo!

Non è dato a saperlo, ma sono convinto che le battaglie più grandi le possiamo vincere, superarle, da soli …. perchè nessuno mai potrà conoscere e tanto meno comprendere fino in fondo il limo del dolore in cui stiamo annegando, tanto meno lo potrà comprendere il provvisorio, la falsità, l'ipocrisia, l'interesse personale, con cui ogni giorno ci si scontra e fare i conti.

Non abbiamo mai pensato di guardare la vita nostra con altri occhi e scopriremmo così quanto in realtà sia meravigliosa.

Se solo la guardassimo dal dentro!

Eppure noi affermiamo convintamente di vivere, di avere una bella vita, che tutto è bene, che non ci manca nulla, che siamo nella condizione di poter essere felici.

Ma se siamo felici, perché si continua a uccidere,

perché si continua ad accumulare ricchezze e scalare il successo, il potere?

Se siamo così felici, come mai il mondo sta rotolando piano piano al baratro del terzo conflitto planetario!

Che ipocriti e stupidi siamo!

Che ipocriti e illusi siamo verso noi stessi e il resto dell'umanità che ci circonda!

Eppure noi ugualmente diciamo: io vivo ! , quando in realtà anneghiamo in una grande vaghezza in cerca di un luogo in cui fare vita nonostante le continue minacce alla nostra stessa esistenza; ma qui dove siamo ormai giunti non si odono più quei canti gregoriani alla pace, c'è solo uno spettrale silenzio nella fredda luce lunare.

E l'Amore?

Il più delle volte cadiamo nell'errore di pensare che l'altro pensi o abbia i nostri stessi valori; ciò che è scontato per noi per l'altro potrebbe nono esserlo affatto.

Ognuno segue la propria visione del – mondo- secondo la propria formazione culturale, non dare nulla per scontato!

Il mondo gira follemente, si evolve, muta, in continuazione, mentre io rimango nella distanza che da tutto questo vertiginoso mi separa, e cammino piano per avere il tempo di sentire il profumo delle stagioni...

la mia mente continua a farlo … insiste a cercare rifugio in quelle cose che non esistono più.

Seguo la vita in altre memorie, le chiedo di smetterla di propormi la fittizia felicità. Continuo a cercare una vita, o quel che resta di una vita che non mi ha mai conosciuto, scopro nuovi confini e orizzonti, nuovi mondi in cui poterci vivere, ne ho sentito i profumi, ho potuto vedere altri mari ancora molto più grandi e profondi di quelli che ho conosciuto in altre vite passate. Ma so che è solo pura mia immaginazione, sono sempre qui come un macigno in mezzo al mare, alle sue tempeste, alle sue secche.

Ma stranamente avverto addosso a me un profumo mai sentito, un'essenza sconosciuta che mi ricorda un'esistenza passata zitta zitta nel nulla, è ora uno scoprire i profumi ovunque, addosso a me...

Come quando torni a casa e si sente che hai incontrato il mare!


giovedì 25 settembre 2025


 










Mare

Penso alla mia vita

e ci vedo il mare!

Vorrei parlarti e non trovo

le parole, strappamele dalla gola

così come hai fatto con il mio cuore .


Ti guardo senza mai stancarmi

le mie parole non basterebbero

per dirti quanto ti amo.


E tu lo sai!

Lo sai che mi incanti

quanto sia perso per te.


Le parole non servono

non basterebbero per farti capire

ciò che provo quando mi trovo

davanti ai tuoi infiniti occhi

quando mi sei distante

quando non ti vedo …

ecco allora che i miei occhi non servono

rimango in silenzio … è l'unica maniera

per dirti che ti amo

che sono felice quando rimango ore

a guardarti senza una parola!

Vincenzo Calafiore

 

Introduzione ai monologhi

FACENDO TEATRO “

  • La Cultura è una vela

che attraversando i mari costringe

le persone a correre in riva al mare -

Vincenzo Calafiore




.. che dirti ?

Io sono un oratore,

maestro del parlare tacendo.

Tutta la mia vita l'ho trascorsa

parlando in silenzio ….

e sempre in silenzio sono passato

solo con me stesso attraverso

terribili tempeste!

Con me stesso ho attraversato

questo millennio

di solitudini !

Calafiore



 


Quella Solitudine


Vincenzo Calafiore

Teatro Sotto le Stelle”

Trieste estate del 1999

RISIERA DI SAN SABBA


La solitudine dei morti

in quel silenzio nel vento

che della Risiera conosce ogni mattone,

ogni crepa nelle travi.


E ora noi senza memoria, sempre a smentirci

e senza parole per raccontare i morti

delle nostre battaglie perdute.


E' così !


Li lasciamo come lettere dimenticate in un cassetto,

viviamo in un si provvisorio con un ieri che ritorna

sempre più raccapricciante in certe notti

brulicanti di fantasmi.


E poi sono così facili e scorrevoli

le carezze che la luna offre, rischiano di far

impazzire il cuore.

Questi morti che se ne stanno lontani

sono mare e pensiero, sono terra …

e rimandano dentro un autunno questa

primaverile senilità dell'anima.


E mi va bene rimanere qui nella Risiera

e da questo “ essere “ guardare il tramonto

che incendia e inonda di luce gli antri della morte.





Ci vorrebbe un'anima capace di verità,

un'ala di gabbiano che tagli il vento

ci vorrebbe di riprendere vita soltanto

per un minuto e in un minuto cambiare tutto.


Trovare, un amico, una madre, una sorella, una sposa,

un figlio, per poterci abbracciare, per raccontarci

del silenzio che abbiano dentro, e intorno.


Ricordare la tavola della domenica e risentire

le loro risate e la nostalgia di loro, nonostante il vento

che ci porta via.


Piangere.


In silenzio ripetersi che la vita sarebbe stata bella

se solo la si osservasse dal dentro.

Se riuscissimo tutti, morti e viventi

ad amarla nonostante il muro che ci separa

nonostante il fumo che ci ha portato via.

Ahimè... la vita svanisce man mano nel suo fluido inganno,

mi stordisce come un pugno in piena faccia!

Vincenzo Calafiore

mercoledì 24 settembre 2025


 

L' Amore che non c'è


Vincenzo Calafiore

25 Settembre 2025


E' che a volte, forse per abitudine o per mancata gratitudine nei confronti della stessa vita che non ci si rende conto di quanto miseri e schiavi siamo, sempre a rincorrere il bene per se stessi, per la propria cerchia; non ci si rende conto che il bene, la semplicità della felicità siano a noi vicini ed è proprio da quelle persone trascurate, lasciate in parte senza importanza, quelle che non ti chiedono niente se non di come stai?

Sono quelle persone “ vere” quelle che non si sono lasciate omologare come questo sistema vuole, tutti uguali, tutti uniformati negli abbigliamenti, negli atteggiamenti, nelle visioni delle cose.

Quelle persone che di te non si dimenticano e il loro primo pensiero sei Tu, in ogni luogo, in ogni altrove del mondo, in ogni angolo, svolta, incrocio della vita; che se le chiami lasciano tutto e arrivano fino a te e lo fanno senza aspettarsi nulla, nemmeno un grazie.

Un “ Grazie “ da parte tua, che potresti lasciare spogliandoti dall'inutile che ti sei caricato addosso, almeno cambiare e tornare a essere un po' più umano, più di vita, piuttosto che di vice vita.

Prova ad essere almeno una volta nella tua vita un “ vero “ vivendo più di emozioni che di denaro e cose futili.

Una vita vera fatta di piccole cose e di strade di mare ove rimangono impresse le tue impronte che hanno resistito alle maree, alle peggiori tempeste.

Prova a camminare con i tuoi piedi su quelle strade che vanno dritte tutte nella direzione del cuore, pensando che ad ogni incrocio, ad ogni angolo, ad ogni svolta, di trovare una mano tesa e braccia capaci di cingerti in un abbraccio caldo come un bacio, forte come il cuore, come per dirti senza parole: Io ti amo! Ti amo e ti voglio bene, grazie per essere qui adesso, ora in questo momento così intenso di noi!

Sai, sarebbe bello solo se si realizzasse, ma la verità è che io spero sempre di fare l'incontro più bello della mia vita, incontrare un umano come me con cui scambiarci segni di pace e di speranza e invece mi sono reso conto di essere solo assieme alla mia ombra proiettata da un anale, o dal sole cocente.

E' un'ombra gentile, affabile nel suo essere parte di me, padrona del mio tempo.

Possibile che sia solo?

Possibile che mi trovo a camminare solo su strade piene di automi freddi e calcolatori, guidati e non dal desiderio dell'incontro, ma da un misterioso senso di solitudine fredda e glaciale come la loro vita.

Ma io sono qui, ci sono, e so che hai bisogno di me, perchè sai che ti amo, perchè tu hai bisogno di me, anche se non lo sai.

Per me essere qui adesso è difficile, è stato difficile eppure sono qui nonostante tutto … è perchè ti voglio bene, anche se non lo sai ancora!


lunedì 22 settembre 2025


 

Vincenzo Calafiore

22 Settembre 2025

( Da: Dialoghi! Teatro, anno 1990 )



. Certo che voglio vivere!

Lo voglio, lo vorrei con tutta l'anima.

Vorrei sapere come.

Ecco perché ne parlo con te, Dimmi, come posso vivere in questa dilagante disumanità.

Come potrei vivere facendo finta di non vedere, non sentire?

Sarebbe fin troppo facile, ti pare?

Ecco vedi siamo solo noi due , sotto le stelle in questa notte dagli occhi velati di nostalgia, Tu così immenso e io così piccolo!

E questo momento mi ricorda Seneca, quando parlando con un giovane disse: “ A uccidere non è la lama di una spada, fa più morti il silenzio di dentro … quello dell'anima! Quello sì che semina morte più delle battaglie più stupide degli uomini, incapaci di seminare campi di pace! “

Queste sono le parole che io affidai a Seneca affinché le facesse conoscere e adesso so che ha seminato intere generazioni di uomini con queste parole di pace, e la pace non c'è ancora!

E allora dimmi dove potrei trovare la via che porta alla vita, se appena conosco me stesso?

A questo tuo – essere – a mancare è il sottinteso, l'oblazione di un dono, come una mano tesa, le parole che non feriscono, il profumo dell'amore.

. Certo che voglio vivere!

Lo voglio, lo vorrei con tutta l'anima.

Vorrei sapere come.

Ecco perché ne parlo con te, Dimmi, come posso vivere in questa dilagante disumanità.

Come potrei vivere facendo finta di non vedere, non sentire?

Sarebbe fin troppo facile, ti pare?

Ecco vedi siamo solo noi due , sotto le stelle in questa notte dagli occhi velati di nostalgia, Tu così immenso e io così piccolo!

E questo momento mi ricorda Seneca, quando parlando con un giovane disse: “ A uccidere non è la lama di una spada, fa più morti il silenzio di dentro … quello dell'anima! Quello sì che semina morte più delle battaglie più stupide degli uomini, incapaci di seminare campi di pace! “

Queste sono le parole che io affidai a Seneca affinché le facesse conoscere e adesso so che ha seminato intere generazioni di uomini con queste parole di pace, e la pace non c'è ancora!

E allora dimmi dove potrei trovare la via che porta alla vita, se appena conosco me stesso?

A questo tuo – essere – a mancare è il sottinteso, l'oblazione di un dono, come una mano tesa, le parole che non feriscono, il profumo dell'amore.

Ove non esistono queste cose non potrà mai esserci pace, non può esserci vita!

Si, hai ragione.

Io sono troppo meschino e misero, forse troppo umano anche, e incerto vado dove non dovrei andare, attratto come una falena. Vivo da stupido e stupidamente faccio ammenda a coloro che seminano miseria e vuoto, ai predatori di anime.

Dimmi dove posso trovare la vita?



giovedì 4 settembre 2025

 

E poi


E poi tu nella livida sera

nei tagli trasversali del cielo,

volano carezze scorrevoli.

E poi tu con quel tuo sorriso

dolce da svelare piano

nell'affanno di ombre

aggrovigliate.

In giorni come questi,

spesso la nostalgia di te m'assale

e il vivere mi tortura fino

alla prossima notte.

Arrivi tu che sconfiggi

il vuoto coi tuoi occhi luminosi.

Anche questa notte cercheremo

tempesta d'amore.

Braccia che ci possono trattenere

labbra per saldare

sospiri che ci tengano in bilico

tra i sensi e la vita.

Potrai con la tua fantasia

cangiare l'esistenza!

Vincenzo Calafiore


 ... mordimi il cuore

mentre io bacio le tue labbra ! "
Vincenzo Calafiore

mercoledì 3 settembre 2025


 

Il Burattinaio Mangiafuoco


di Vincenzo Calafiore

4 Settembre 2025 Udine


Galleggiando da un mare a un altro, non so quanti ne abbia attraversati, e quanti paesi ho visto solo da lontano, da un orizzonte a un altro così per tanto tempo.

Mi chiamo Nikos, un tempo “ Marionetta “ importante, ero un eroe. Cosa sono le marionette? Le marionette sono i personaggi che compiono le azioni, recitano le battute e portano avanti la trama dello spettacolo teatrale e io l'ho fatto per tanti anni, facevo parte della Compagnia di Mangiafuoco.

Un tempo non lontano, alla periferia di questo fottuto millennio, in un dietro le quinte di un teatro della sua periferia, appeso al muro potevo guardare il cielo, pieno di stelle, e pensai quanto dovrebbe essere bello, poter volare fin lassù e toccarle con mano, e da lì guardare giù in basso vedere cosa si nasconde nel buio della notte sotto le nuvole.

Una notte davanti alla finestrella sbarrate da grosse sbarre di ferro, apparve una palla bianca come la cipria che Mangiafuoco ci buttava addosso prima di entrare in scena. I miei occhi rimasero incantati così come erano stati dipinti, così la mia bocca disegnata in una smorfia di meraviglia.

Più la guardavo e più mi piaceva, ma non potevo parlare, non avevo voce, e non sapevo nemmeno cosa fosse … la voce, non saprei nemmeno come immaginarmela.

Restò lì ferma a guardarmi, illuminandomi a pieno, poi sparì dalla finestrella.

Mangiafuoco ha la sua Corte ristretta di nobili marionette che come zecche si nutrono di sangue.

Sono, queste marionette, emancipate e profumate, eleganti che sanno ben rappresentarlo. E' per questa loro capacità, che sono state scelte da Mangiafuoco e per questo a far parte della sua Corte.

Io ero felice, rimanevo poco appeso al muro, ero sempre in scena in tutti i teatri importanti di Mangiafuoco.

In un teatro, che mai dimenticherò, finito il mio spettacolo, venni appeso al muro di un lunghissimo corridoio .. fu allora che sentivo la presenza di qualcuno al mio fianco, non sapevo da quale parte, ma la sentivo la sua energia.

E mi chiesi … come posso sentire questa forza dentro di me? Come può un pezzo di legno colorato sentire quella forte energia, mi sono chiesto?

Ma.. io penso!

Improvvisamente mi sono sentito diverso dalle altre, avevo paura, ero terrorizzato dalla paura che in qualche modo Mangiafuoco lo venisse a sapere.

Non potevo muovermi, ne girare la testa, avrei voluto voltarmi per vedere la marionetta appesa vicina al mio chiodo.

Quello che non avevo ancora capito era che io avevo un'anima, pensavo e dentro di me parlavo...come sarebbe stato bello poter udir la mia voce, muovermi.

Mangiafuoco non so come è venuto a sapere di una marionetta che nelle notti di luna si agita e si muove, così una notte sono venuti a prendermi e in un sacco mi gettarono in acqua.

Ma io sono qui, mezzo umano e mezzo burattino, libero di respirare, e di parlare, di pensare, libero di amare il mare che fin qui, alle soglie di un millennio scuro. Sono qui a raccontare il mare, quel mare che si agita e vive dentro di me, con il suo infinito, con il terrore e le paure, ma anche con le sue serenità, con la sua infinita poesia.





 Good morning! It's been about two months since one eye closed due to medication, and I've been carrying out my daily activities using only one eye. It seems I'll need surgery to regain my vision. For this reason, I can't write, and I do so on and off. For this reason, I'm here to apologize. While I await my soon return, and I truly hope so, I wish you and your families the best of luck! Don't abandon me, don't leave me alone in my solitude! Thank you, bye!

בוקר טוב! עברו כחודשיים מאז שנסגרה עין אחת עקב תרופות, ואני מבצע את פעולותיי היומיומיות רק באמצעות עין אחת. נראה שאצטרך ניתוח כדי להחזיר את ראייתי. מסיבה זו, איני יכול לכתוב, ואני עושה זאת לסירוגין. מסיבה זו, אני כאן כדי להתנצל. בזמן שאני ממתין לחזרתי המהירה, ואני באמת מקווה שכן, אני מאחל לכם ולמשפחותיכם בהצלחה! אל תנטשו אותי, אל תעזבו אותי לבד בבדידותי! תודה, להתראות!

¡Buenos días! Hace casi dos meses que me cerré un ojo por la medicación y he estado realizando mis actividades diarias usando solo uno. Parece que necesitaré una cirugía para recuperar la visión. Por eso, no puedo escribir, y lo hago de vez en cuando. Por eso, vengo a disculparme. Mientras espero mi pronto regreso, y de verdad lo espero, ¡les deseo a ustedes y a sus familias mucha suerte! ¡No me abandonen, no me dejen solo en mi soledad! ¡Gracias, adiós!

Καλημέρα! Έχουν περάσει περίπου δύο μήνες από τότε που έκλεισα το ένα μου μάτι λόγω φαρμάκων και εκτελώ τις καθημερινές μου δραστηριότητες χρησιμοποιώντας μόνο το ένα μου μάτι. Φαίνεται ότι θα χρειαστώ χειρουργική επέμβαση για να ανακτήσω την όρασή μου. Για αυτόν τον λόγο, δεν μπορώ να γράψω και το κάνω κατά διαστήματα. Για αυτόν τον λόγο, είμαι εδώ για να ζητήσω συγγνώμη. Ενώ περιμένω την σύντομη επιστροφή μου, και το ελπίζω πραγματικά, εύχομαι σε εσάς και τις οικογένειές σας καλή τύχη! Μην με εγκαταλείπετε, μην με αφήνετε μόνο στη μοναξιά μου! Ευχαριστώ, γεια!

Bonjour ! Cela fait environ deux mois que j'ai un œil fermé à cause des médicaments, et je ne vaque à mes occupations quotidiennes qu'avec un seul œil. Il semble que je doive me faire opérer pour retrouver la vue. C'est pourquoi je ne peux pas écrire, et je le fais de temps en temps. C'est pourquoi je suis ici pour vous présenter mes excuses. En attendant mon retour prochain, que j'espère sincèrement, je vous souhaite, à vous et à vos familles, bonne chance ! Ne m'abandonnez pas, ne me laissez pas seul dans ma solitude ! Merci, au revoir !

Bom dia! Faz cerca de dois meses que um olho fechou devido à medicação, e tenho realizado minhas atividades diárias usando apenas um olho. Parece que vou precisar de cirurgia para recuperar a visão. Por esse motivo, não consigo escrever, e o faço de vez em quando. Por isso, estou aqui para me desculpar. Enquanto aguardo meu breve retorno, e realmente espero que sim, desejo a você e sua família boa sorte! Não me abandonem, não me deixem sozinho na minha solidão! Obrigada, tchau!

Bună dimineața! Au trecut aproximativ două luni de când mi-am închis un ochi din cauza medicamentelor și mi-am desfășurat activitățile zilnice folosind doar un ochi. Se pare că va trebui să mă operez pentru a-mi recăpăta vederea. Din acest motiv, nu pot scrie și o fac și o fac cu intermitențe. Din acest motiv, sunt aici să-mi cer scuze. În timp ce aștept întoarcerea mea curândă, și sper din tot sufletul să o fac, vă doresc vouă și familiilor voastre mult succes! Nu mă abandonați, nu mă lăsați singur în singurătatea mea! Mulțumesc, la revedere!

Доброе утро! Прошло около двух месяцев с тех пор, как один глаз закрылся из-за лекарств, и я выполняю повседневные дела только одним глазом. Похоже, мне потребуется операция, чтобы восстановить зрение. По этой причине я не могу писать, хотя делаю это время от времени. Поэтому я здесь, чтобы извиниться. Пока я жду своего скорого возвращения, на что очень надеюсь, я желаю вам и вашим семьям удачи! Не бросайте меня, не оставляйте меня одного в моём одиночестве! Спасибо, пока!

                                                                       Vincenzo CALAFIORE




giovedì 28 agosto 2025


 



Vincenzo Calafiore

14 Agosto 2025 Udine


Se si potesse in qualche maniera tracciare una linea di confine tra la vita e la morte, potremmo forse e non è detto per lo meno comprendere quanto importante sia la vita e così darle il giusto valore, e allo stesso tempo amarla di più, rispettarla di più, qualunque sia il suo aspetto.

Capiremmo anche quanto stupido sia quell'insano desiderio di accaparrare, accumulare denaro e ricchezze.

Che il potere è solamente un eccesso di avidità e per averlo, mantenerlo, fare la qualsiasi cosa fino a diventare un predatore, predatore di altre vite!

La morte.

Che cos'è la morte?

Quante teorie sin dall'inizio della notte dei tempi sono state avanzate e tutte senza nulla concludere è rimasto lo stesso mistero di sempre, dato che mai nessuno ha fatto ritorno da questo ultimo viaggio per raccontarci cosa ci sia veramente ad attenderci dall'altra parte della linea di confine tra la vita e la morte.

Per me personalmente è la fine delle tribolazioni a cui l'umano è stato sottoposto una vita intera, che se vai a mettere sui piatti di una ipotetica bilancia le tribolazioni e il piacere, la differenza salterebbe subito agli occhi.

Ma è anche la continuazione di un viaggio se si vuole, un viaggio memorico, cioè nella memoria di chi ricorda anche dopo il decesso.

E oggi purtroppo non c'è memoria, non è ritenuta importante la sua esistenza perché oggi imperversa li “ cinghialismo “ è il tempo come nel calendario cinese, del cinghiale.

Chi sono i cinghiali?

Sono quelle persone che di umano hanno poco, sotto tutti gli aspetti,

quelle che non conoscono la bellezza del vivere, dell'arte, del sentimento, del rispetto dell'altro.

Sono predatori di tutto, non hanno regole, non hanno rispetto, ne dignità, orgoglio, non conoscono l'educazione, e sono portati a distruggere, a imbrattare, a sporcare, si comportano come un branco di cinghiali in un campo coltivato.

E' questo un momento difficile che l'umanità intera sta vivendo, è in corso la transizione da un “ vivere “ a un “ non vivere” , dal bello al brutto, sia nella cultura che nell'arte, nella musica, e questi pseudo artisti di oggi altro non sono che cellule tumorali come io li definisco bonariamente, che sempre più si propagano e contaminano, si espandono sempre più questi tumori … dal sociale alla politica, nessuno “ livello” sociale si è salvato e siamo destinati all'abbrutimento, alla decadenza.

Non c'è più la distinzione tra uomo e donna, esiste solo quella fisica: pisello – patata ! Per il resto si equivalgono in bruttezza, scempiaggine, ignoranza, cafoneria, cattivo gusto, prostituzione per ottenere la qualsiasi cosa, denaro e lusso facile , senza fatica.

Si equivalgono uomini e donne nell'avere la pelle piena di scarabocchi orrendi, tutti uguali, tutti omologati, nel pensiero, nel linguaggio.

Si equivalgono nello schifo dell'essere a quella maniera.

Si equivalgono nella capacità di tradire, di mentire, dell'essere ipocriti, osceni!

Alla fine restano i cosiddetti : Coloro !

Coloro che nulla hanno a che spartire con questi cinghiali.

Coloro che sanno ancora amare e a fatica conquistare la qualsiasi cosa.

Coloro che non si lasciano omologare o corrompere dal sistema di “Mangiafuoco” .

Coloro che non hanno niente in comune e sono quelle tribù che si muovono di notte da un posto all'altro, sempre in cerca di una riva da cui partire, da una nave per andare in cielo, di una via tra le stelle per raggiungere lontane costellazioni di sogni, altrimenti qui quasi vietati; perché “ Mangiafuoco “ non vuole che le sue marionette abbiano un pensiero, un sogno, un altrove, no! Devono essere un gregge omologato, pecore clonate.

Che ben rappresentano l'eccesso, il disgusto, come certe pubblicità, come certi programmi televisivi, come certa stampa, rappresentano se stessi.



lunedì 25 agosto 2025


 

Il Coraggio di essere


Vincenzo Calafiore

25 Agosto 2025 Udine


“ … se il tuo cuore si spezza,

non ceda il tuo coraggio ! “

Adelbert von Chamisso


Ricordo quel breve periodo quando ho insegnato filosofia sotto lo sguardo severo di Karl Jaspers.

Il suo ritratto conferiva all'aula una certa solennità.

Alla parete di fronte stava appeso il teologo Rudolf Bultmann, insomma ero in buona compagnia di – allegroni – la classe era composta di casalinghe che forse la frequentavano per divagazione e per riposare, operai in pensione. Ma Gioacchino Esposito ex pizzaiolo

è quello che ricordo più di tutti, era il più interessato e attento alle lezioni, e quando finiva l'ora mi raggiungeva alla cattedra a farmi vedere i testi di filosofia da me consigliati all'acquisto e che iniziava a leggere.

Mi confidò una sera uscendo dall'aula: “ Non ho potuto studiare, mi sarebbe piaciuto molto, ho iniziato a lavorare molto giovane.

Mi torna in mente con grande nostalgia, quando nella mia classe si parlava nella stessa lingua di Cicerone, come si usava allora. La cultura liceale umanistica allora era al massimo del suo splendore, allora si pretendeva coraggio dagli studenti...

Il “ Coraggio “ ha molti volti. Socrate davanti al tribunale.

Cortes a Tenochtitlan. Charlotte Corday accanto alla vasca da bagno di Marat.

Milioni di uomini, e donne bambini coraggiosi da tempo dimenticati!

L'esempio classico ci viene da Erodoto: un gruppo di spartani guidati da re Leonida difende il passo delle Termopili contro un intero esercito di persiani. Il re Serse invia dei messaggeri: “ Consegnate le armi “.

Risposta: “ Venite a prenderle “. “ Le nostre frecce oscureranno il cielo” Risposta: “ Tanto meglio! Così combatteremo all'ombra”. Un bel vantaggio a luglio in Grecia.

Leonida e i suoi uomini combatterono all'ombra e all'ombra morirono. Dopo tre giorni tutti i 300 spartani erano stati massacrati, ma i persiani avevano subito molte perdite e quei tre giorni avevano salvato la Grecia. Senza Leonida, Socrate sarebbe nato schiavo.

I greci avevano innalzato un monumento all'eroe: “ Viandante, se giungi a Sparta, racconta che ci hai visto giacere qui, come impone la legge “.

In ogni tempo il coraggio, unito all'obbedienza, ha suscitato rispetto ed è finito nei libri di scuola. Il valore senza l'obbedienza, invece, è sempre stato guardato con sospetto.

L'obbedienza non è mai stata compresa fra le virtù cardinali, né fra le altre: giustizia, fortezza,prudenza e temperanza.

Ma nell'educazione dei bambini, presso i militari, essa assume una posizione chiave, importante.

Oggi in questo tempo del contrario di tutto, in questo tempo deturpato da uomini e donne cinghiali non hanno più valenza ne necessità, non esiste più neanche l'orgoglio.

Questo “ omologarsi “ questo essere bruttezza e decadenza, questo essere uguali ad ogni costo, è un – niente – è un no esistere, non è esistenza, e vederlo essere proposto incessantemente da tutte le televisioni, sia private che di stato, come una specie di assoluta libertà è una – pappa – che spappola il cervello, non avrebbe ragione di esistenza.

E' un definitivo addio alla “ Grande Bellezza “ !

venerdì 22 agosto 2025


 


In disparte

Vincenzo Calafiore

23 Agosto 2025 Udine


Si dice nello strano mondo degli autori, che uno scrittore in qualche maniera e così naturalmente, voglio dire involontariamente, finisce sempre per svelarsi e lo fa attraverso i suoi racconti, i suoi libri, le sue frasi, i suoi pensieri.

Ma qualcosa di più profondo arriva al lettore, a chi si imbatte a lui, quando comincia a riflettere e raccontare la sua vita, anche le sue letture, quelle che poi lo hanno formato, cresciuto, perso nella fantasia e contemporaneamente aperto al mondo.

Tutto quello che ho scritto nel corso del mio viaggio compiuto standomene in disparte, io l'ho chiamato, “ I miei Alfabeti “ |che diventano così una sorta di autobiografia intellettuale, se si vuole una confessione delle proprie fragilità, delle paure, delle incertezze:

Un personaggio di Borges che dipinge paesaggi si accorge di aver dipinto il proprio volto, e così accade a ch parla di libri. “

Ho cominciato a leggere da ragazzo Salgari ( libri avuti in prestito, perché non potevo permettermi l'acquisto ), quelle dopo da Montale a Sciascia, Saba, Verga, Italo Svevo, Bevilacqua, Tomizza, Garcia Marquez, Sepulveda, Fallaci, tanto per citarne qualcuno.

Dunque il “ libro “ è l'oggetto del mio discorso, ma anche a volte il pretesto per fare cultura, portare cultura ovunque.

Per me la scrittura è l'essenza assoluta della realtà, che può fare a meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare un'assenza … l'arte dello scrivere può far intravedere un bagliore di vita, di rinascita là dove la luce si è spenta e oggi si vive in un mondo buio!

A mio parere i disincanti e le disillusioni, della vita quotidiana che normalmente accadono non hanno negato, bensì filtrato come un colino le gelatinose menzogne, la retorica, la pappa quotidiana di ipocrisia con le quali tanto volentieri si ingannano gli altri e si inganna se stessi.

La vita è un sogno, un meraviglioso sogno che bisogna con qualsiasi mezzo a disposizione difendere dai continui assalti delle compagine di Mangiafuoco, dall'accozzaglia di cinghiali, dalle serpi.

Meglio il miglio marino : “ in disparte “ quel tratto di mare in cui liberamente navigare lontano dai vincoli, dall'essere obbligati, dalle contaminazioni di falsate culture che in se hanno celate forme di imposte violenze, lontano da ciò che è inutile reso utile, da quella cultura che non è cultura; incultura è questa che serve o servirebbe, utile a non precipitare in quella forma di oblio sociale.

Il “ Libro “ non è solo carta.

E' uno scrigno che contiene tesori, è una porta per raggiungere altri mondi, altre costellazioni, è una “ PEGASUS “ . Leggere è quindi un vivere seguendo lo stesso moto delle maree, è un viaggiare lontano, ma è anche ritorno. Il libro dunque è quel sigaro che in tempo di bonaccia

il Comandante tiene acceso in bocca per vedere se c'è una bava di vento!



lunedì 18 agosto 2025


 


Dal niente … il mare


di Vincenzo Calafiore

19 Agosto 2025 in Udine


L'alba pian piano sconfigge le tenebri, all'orizzonte una delicata pennellata di rosso, è l'aurora che si avvicina col suo carro di luce.

Seduto dietro una finestra cerco di immaginare la mia spiaggia quando studente liceale, allora frequentavo il Classico, non avendo soldi per acquistare un libro mi portavo al seguito i testi di Greco o di Latino.

Andavo giù in spiaggia al mattino presto, per due motivi importanti, almeno lo erano per me; il primo era quello che potevo prendermi lo scoglio che più amavo con la sommità piatta, potevo sdraiarmi e addormentarmi. Il mare calmo gli girava attorno senza sormontarlo, e quando invece era agitato per il passaggio di una grossa nave, allora saliva e passava sotto la mia schiena. L'altro motivo era che controllavo la spiaggia in cerca di un libro abbandonato è così che ne avevo raccolti molti e che leggevo di sera nella luce di una candela. Vivevo del suo odore di salsedine e della voce della risacca, era il mio perfetto angolo di paradiso per la lettura, tutto sembrava un sogno inconsistente, magico, sfuggente!

Da giovane mi sono posto sempre questa domanda: Dove inizia e finisce il mare? Che cosa diciamo noi, quando pronunciamo: mare?

Forse vorremmo dire l'immenso che un tempo abbiamo avuto dentro di noi, oppure vogliamo ricordare una enorme massa d'acqua capace di affascinare e allo stesso tempo portare distruzione e morte? Oppure vorremmo rappresentare l'abisso o gli abissi che nessuno mai è riuscito a raggiungere?

Ma è semplicemente, Mare da contenere nel cavo delle mani unite o su un palmo della mano!

Il più delle volte diciamo, mare! Senza sapere ne conoscere, ma semplicemente per memoria, che ci ricorda l'onda che arriva per morire o l'onda che non si arrende mai.

E' vita, poesia, fantasia, è solo che mare, una culla di madreperla da cui a volte vorremmo essere accolti.

La notte è finita, poso la penna stilografica sull'ultimo foglio. Mi alzo dalla scrivania e prendo un caffè che sorseggio in balcone fumando una sigaretta … guardo lontano in quel mio silenzioso e immaginario orizzonte e ci vedo il mare, da qui, dal niente … il mare!

Penso che da qualche parte, nel mondo, incontrerò un giorno la parte mancante della mia anima.

Ogni tanto cado in disgrazia, mi rammarico che il fato mi faccia attendere con tanta indelicata testardaggine,; ma col passare degli anni ho imparato a prendere la vita con la filosofia che hanno la gente di mare.

Come da anni ogni giorno prendo un foglio e lo inserisco nel rullo della macchina da scrivere, e scrivo, scrivo di me, del mare, della mia vita da raccontare.

E a chi ? Se non a quelle anime che sparse per il mondo, da Oriente a Occidente, ogni giorno aspettano di leggere i miei sogni; e penso a quanto sarebbe bello un giorno poterli incontrare e parlare a loro, alla stessa maniera di come il mare mi parla e mi racconta.

E poter spargere nell'aria migliaia di pagine, far volare le mie parole come colombe, messaggeri di pace, di poesia, d'amore e dir loro:

Benvenuti, vi aspettavo!

Loro raccoglierebbero quei fogli, e quando vorrebbero, leggerli uno per uno e magari raggiungermi seguendo quel filo d'inchiostro blu che si è preso i giorni miei, i miei anni, tutti i miei istanti.

Dove inizia il mare, dove finisce?

Il mare è un “ per sempre “ per noi gente di mare, noi che l'abbiamo sentito rimarrà per sempre nella nostra anima, noi che l'abbiamo conosciuto e amato perché noi figli dell'orrore, noi reduci di tante battaglie perdute siamo i saggi e per sempre saremo orfani se appena da lui ci allontaneremo.




sabato 16 agosto 2025


 NOI

di Vincenzo Calafioree

17 Agosto 2025 Udine

.. è uno strano dolore


quello che la sera ci prende

con la testa abbandonata su un cuscino

e gli occhi socchiusi. Non dormi, stai

guardando un film...è la tua vita, il tuo vissuto

a scorrere nelle sequenze casuali

che la memoria da onesta regista

propone. E' un morire di nostalgia

per delle cose che abbiamo vissuto nella fantasia

e che mai vivremo … “

Vincenzo Calafiore



Appena nati riceviamo un sacchetto in pizzo finemente lavorato da mani di fate, contenente un minuscolo rotolino di filagrana morbida e trasparente e rimarrà legato al giro vita fino a quando non raggiungeremo il “ tempo della ragionevolezza “ ovvero fino a quando non siamo in grado di decidere e di pensare.

In quel sacchetto c'è tutto il tempo della nostra vita, quello che abbiamo a disposizione fino alla fine.

Già sentivo in me quel fragore dentro, pensavo fosse il mare che una notte di dicembre mi ha generato, figlio di chissà che cielo!

Non smetteva mai quel fragore, senza alcuna clemenza, senza sosta.

Ma se guardi il mare ti rendi conto di che fragore faccia,ti rimane in testa come una melodia, è fantasia scritta in musica, è un'opera celestiale che non ci si stanca mai di ascoltare. Poi la notte, tutto quel fragore diventa “ infinito” trasparenza, una culla di bianca madreperla in cui spegnere e bruciare il mondo che non ti interessa.

Io quello che ho al mare non è la felicità! Di questa felicità facile e fittizia, a volte opportuna e la maggior parte del tempo inopportuna. No, non ho chiesto la felicità, di essere felice, ho chiesto solo di salvarmi, volevo e ho sempre voluto salvarmi, si: salvarmi!

Così sono cresciuto passando da una tempesta all'altra e mari sempre più grandi, sempre più fragorosi, e avevo una strana bellezza in me ed è quella bellezza di cui sono capaci solo i vinti. E' la trasparenza di tutte le piccole cose che hanno fatto le cose.

E' la solitudine di tutto quello che è andato perduto, è quel dolore che marchia e non ti lascia più.

A lei, alla mia vita ho chiesto più volte di lasciarmi andare a vedere il mio sogno, la mia esistenza, il miracolo che si compie ogni giorno. Di non tenermi in uno sguardo triste, ma di notte, ogni magica notte di lasciarmi andar via, vivere laggiù sull’orlo della vita che avrei voluto, quella vita vera e no questa parodia noiosa e tutto mondo! Solo la notte, per tutta la notte e poi farò ritorno al mattino prima che il sole sorga.

A volte mi pare di avere la stessa vita che hanno i quadri. Se li guardi con attenzione, stanno lì appesi a una parete a un chiodo per anni,prendono la polvere, l'aria che passa, raccolgono gli sguardi, più o meno interessati a loro. Poi una notte o una mattina, in un momento del giorno si sente un botto, una fracassina e qualcuno cade giù, nel silenzio, non c'è una ragione, ma loro cadono.

Allora chiedersi perché accade.

Accade perché il chiodo non ne può più ?

Allora anche le cose hanno un'anima e pensano... e i quadri si sono chiesti perchè cadiamo a terra senza un valido motivo?

Non si capisce, non c'è niente da capire. è una di quelle cose che è meglio non pensarci. Quando cade un quadro, a un perché, a un come... Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più questa parodia della vita vera. Vorresti andartene ,quando apri il giornale e leggi che è scoppiata un'altra guerra, quando leggi che ancora una donna è scomparsa, triturata dal malessere di questa squallida rappresentazione della vita. Quando col naso all'insù vedi un aereo volare in alto, quando vedi un treno sfrecciare in una stazione, e pensi: io devo andarmene da qui, da questo luogo. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio … come un quadro appeso a un chiodo su una squallida parete bianca di uno ospedale, di un obitorio, di un corridoio.

Ora in questo “ angolo " di mare ove vivo ormai da parecchio tempo mi considero un salvato dal disastro umanitario che incombe ed è una sorta di pece nera che impedisce alla vita di sbocciare. E mi sento costantemente in pericolo. Potrebbe anche arrivare una nave, adesso, all'orizzonte, e correre fin qui sulle onde, e arrivare in un istante sulla mia riva, prima della morte e portarmi via, e farmi tornare a vivere in un'altra spiaggia, in un altro mare, in un altro orizzonte. ma non sarebbe questo che, davvero, mi potrebbe salvare. Quel che ho visto rimarrà nei miei occhi, nella mia testa. Quello che ho fatto rimarrà nelle mie mani, tutto rimarrà nella mia anima. E per sempre, “ noi “ che sappiamo volare e abbiamo conosciuto l'amore, per sempre, noi figli di questo orrore, noi reduci di tutte le guerre, noi saggi e sapienti, per sempre saremo: un sogno incompiuto!