Persi nel viaggio
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Vincenzo Calafiore
12 Giugno 2025 Udine
Ci sono situazioni di attesa, nel quotidiano divenire, durante le quali è come se le singole esistenze rimanessero sospese, in attesa di qualcuno, di qualcosa, di un evento, di un arrivo, di un approdo al luogo della nuova tappa di ogni giorno nella corsa terrena al traguardo incerto.
Non è proprio vita, ma una sorta di attività strumentale e vicaria.
La vita, quella vera è un'altra cosa, fatta di ricordi, di umile quotidianità coi tempi scanditi dal levar del sole fino al tramonto.
Un tempo esistevano le “ Vacanze “ ( da Vacare che significa essere vuoto, libero, o privo ) ed era il periodo in cui la gente partiva, per tornare o per andare.
Ricordo la Piazza Edmondo De Amicis a forma rettangolare delimitata da alti alberi frondosi, con la pavimentazione in pietra lucida; sotto gli alberi tanti tavolini e sedie, panchine, per fermarsi e ristorarsi all'ombra del sole cocente leggendo un libro, o semplicemente parlando con un amico.
E in alto tra le fronde i passeri e tordi, con i loro cinguettii e voli; a volte si posavano sui tavoli e sulle panchine senza paura.
Chissà in quanti ricorderanno Edmondo De Amicis, e il suo bellissimo libro “ Cuore “ o “ La Carrozza di tutti “ è uno degli Autori che ho sempre amato, del suo libro “ Cuore “ conservo gelosamente tre copie di diverse edizioni.
Ormai non viene più letto e non è inserito nei programmi scolastici! E' uno dei tanti Autori Italiani perduti nel viaggio .... !
Si poteva gustare sotto quelle fronde, la squisita granita al caffè, nel brusio della piazza affollata, da tanti visi nuovi.
Si poteva sentire la solita frase fatta dalla forestiera, bella ed emancipata, che veniva da Milano, ospite di parenti o di amici.
<< Come fai a stare ancora qui nel paese ? >> , domandò Sara a Vittorio, nel bel mezzo di un lungo discorso, fatto di convenevoli e di mezze menzogne, di parole precise, studiate come succede a quelle persone con una storia d'amore finita da molto tempo, ma che continuano a mantenere buoni rapporti e, di tanto in tanto vedersi. I legami si sa, non finiscono mai, nei paesi!
Vittorio la guardò attentamente, ma senza alcuna sorpresa, mentre gustava una coppa di gelato.
Prima o poi quella domanda rituale, come i temporali estivi, come le feste del Patrono, come i quando sei venuto?, Come stai?, Quando parti?, sarebbe certamente arrivata.
Senza rispondere, si alzò, posò la coppa di gelato sul tavolino assieme ai soldi e se ne andò a casa.
Si distese sul letto ancora con la camicia bianca indossata.
I raggi del sole entravano con grande intensità in quel lato della casa.
Non fa che domandarmi come faccio a vivere nel paese, pensò Vittorio, non mi parla d'altro, non esiste altro che questo e rompe sul paese, che si dice in paese, ma come vivete in paese, ma perchè avete fatto questo, chi è morto, e il paese si svuota sempre di più …
<< Potevate restare, se non volevate che si svuotasse, e se invece di parlarmi del mondo, del posto dove vive, torna soltanto per parlare del paese ..>> aveva una gran voglia di risponderle.
Quando la porta si aprì e lei Sara apparve nella stanza da letto. Lo guardò, lo attraversò tutto, con i suoi occhi neri e sfuggenti.
Era sempre bella, la donna con cui aveva avuto una storia, lunga, intensa, di grandi battaglie, una storia di cui non ricordava bene come era cominciata e non aveva capito per quale motivo fosse finita.
<< Hai ragione >> gli disse dopo un lungo silenzio.
<< Il paese è cambiato, tutto è cambiato, nulla è come prima... non so cosa dire, forse è perchè siamo cambiati noi, io che me ne sono andata e tu che sei rimasto.
Vittorio la interruppe, lei, Sara faceva parte dei discorsi, del rituale antico, di chi torna, degli incontri estivi che ancora, dopo anni che la loro storia d'amore era finita, senza ragione, o con tante ragioni, non erano capaci di evitarsi, anzi contrariamente si cercavano ancora.
Sara, si avvicinò ai piedi del letto sul quale si era sdraiato Vittorio, lo sollecitò con il suo sguardo, sorrise, si avvicinò ancora verso lui, gli accarezzò i capelli, non aveva dimenticato nulla, si chinò sopra il suo viso gli diede un bacio... fuori il sole sfiorava le cime degli alberi, entrò nelle case come per salutare e tra un po' si sarebbe tuffato nella sua culla di madreperla.... << ti faccio posto... >> sentì vicino quella donna, quel corpo che aveva tanto amato!
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