giovedì 28 agosto 2025


 



Vincenzo Calafiore

14 Agosto 2025 Udine


Se si potesse in qualche maniera tracciare una linea di confine tra la vita e la morte, potremmo forse e non è detto per lo meno comprendere quanto importante sia la vita e così darle il giusto valore, e allo stesso tempo amarla di più, rispettarla di più, qualunque sia il suo aspetto.

Capiremmo anche quanto stupido sia quell'insano desiderio di accaparrare, accumulare denaro e ricchezze.

Che il potere è solamente un eccesso di avidità e per averlo, mantenerlo, fare la qualsiasi cosa fino a diventare un predatore, predatore di altre vite!

La morte.

Che cos'è la morte?

Quante teorie sin dall'inizio della notte dei tempi sono state avanzate e tutte senza nulla concludere è rimasto lo stesso mistero di sempre, dato che mai nessuno ha fatto ritorno da questo ultimo viaggio per raccontarci cosa ci sia veramente ad attenderci dall'altra parte della linea di confine tra la vita e la morte.

Per me personalmente è la fine delle tribolazioni a cui l'umano è stato sottoposto una vita intera, che se vai a mettere sui piatti di una ipotetica bilancia le tribolazioni e il piacere, la differenza salterebbe subito agli occhi.

Ma è anche la continuazione di un viaggio se si vuole, un viaggio memorico, cioè nella memoria di chi ricorda anche dopo il decesso.

E oggi purtroppo non c'è memoria, non è ritenuta importante la sua esistenza perché oggi imperversa li “ cinghialismo “ è il tempo come nel calendario cinese, del cinghiale.

Chi sono i cinghiali?

Sono quelle persone che di umano hanno poco, sotto tutti gli aspetti,

quelle che non conoscono la bellezza del vivere, dell'arte, del sentimento, del rispetto dell'altro.

Sono predatori di tutto, non hanno regole, non hanno rispetto, ne dignità, orgoglio, non conoscono l'educazione, e sono portati a distruggere, a imbrattare, a sporcare, si comportano come un branco di cinghiali in un campo coltivato.

E' questo un momento difficile che l'umanità intera sta vivendo, è in corso la transizione da un “ vivere “ a un “ non vivere” , dal bello al brutto, sia nella cultura che nell'arte, nella musica, e questi pseudo artisti di oggi altro non sono che cellule tumorali come io li definisco bonariamente, che sempre più si propagano e contaminano, si espandono sempre più questi tumori … dal sociale alla politica, nessuno “ livello” sociale si è salvato e siamo destinati all'abbrutimento, alla decadenza.

Non c'è più la distinzione tra uomo e donna, esiste solo quella fisica: pisello – patata ! Per il resto si equivalgono in bruttezza, scempiaggine, ignoranza, cafoneria, cattivo gusto, prostituzione per ottenere la qualsiasi cosa, denaro e lusso facile , senza fatica.

Si equivalgono uomini e donne nell'avere la pelle piena di scarabocchi orrendi, tutti uguali, tutti omologati, nel pensiero, nel linguaggio.

Si equivalgono nello schifo dell'essere a quella maniera.

Si equivalgono nella capacità di tradire, di mentire, dell'essere ipocriti, osceni!

Alla fine restano i cosiddetti : Coloro !

Coloro che nulla hanno a che spartire con questi cinghiali.

Coloro che sanno ancora amare e a fatica conquistare la qualsiasi cosa.

Coloro che non si lasciano omologare o corrompere dal sistema di “Mangiafuoco” .

Coloro che non hanno niente in comune e sono quelle tribù che si muovono di notte da un posto all'altro, sempre in cerca di una riva da cui partire, da una nave per andare in cielo, di una via tra le stelle per raggiungere lontane costellazioni di sogni, altrimenti qui quasi vietati; perché “ Mangiafuoco “ non vuole che le sue marionette abbiano un pensiero, un sogno, un altrove, no! Devono essere un gregge omologato, pecore clonate.

Che ben rappresentano l'eccesso, il disgusto, come certe pubblicità, come certi programmi televisivi, come certa stampa, rappresentano se stessi.



lunedì 25 agosto 2025


 

Il Coraggio di essere


Vincenzo Calafiore

25 Agosto 2025 Udine


“ … se il tuo cuore si spezza,

non ceda il tuo coraggio ! “

Adelbert von Chamisso


Ricordo quel breve periodo quando ho insegnato filosofia sotto lo sguardo severo di Karl Jaspers.

Il suo ritratto conferiva all'aula una certa solennità.

Alla parete di fronte stava appeso il teologo Rudolf Bultmann, insomma ero in buona compagnia di – allegroni – la classe era composta di casalinghe che forse la frequentavano per divagazione e per riposare, operai in pensione. Ma Gioacchino Esposito ex pizzaiolo

è quello che ricordo più di tutti, era il più interessato e attento alle lezioni, e quando finiva l'ora mi raggiungeva alla cattedra a farmi vedere i testi di filosofia da me consigliati all'acquisto e che iniziava a leggere.

Mi confidò una sera uscendo dall'aula: “ Non ho potuto studiare, mi sarebbe piaciuto molto, ho iniziato a lavorare molto giovane.

Mi torna in mente con grande nostalgia, quando nella mia classe si parlava nella stessa lingua di Cicerone, come si usava allora. La cultura liceale umanistica allora era al massimo del suo splendore, allora si pretendeva coraggio dagli studenti...

Il “ Coraggio “ ha molti volti. Socrate davanti al tribunale.

Cortes a Tenochtitlan. Charlotte Corday accanto alla vasca da bagno di Marat.

Milioni di uomini, e donne bambini coraggiosi da tempo dimenticati!

L'esempio classico ci viene da Erodoto: un gruppo di spartani guidati da re Leonida difende il passo delle Termopili contro un intero esercito di persiani. Il re Serse invia dei messaggeri: “ Consegnate le armi “.

Risposta: “ Venite a prenderle “. “ Le nostre frecce oscureranno il cielo” Risposta: “ Tanto meglio! Così combatteremo all'ombra”. Un bel vantaggio a luglio in Grecia.

Leonida e i suoi uomini combatterono all'ombra e all'ombra morirono. Dopo tre giorni tutti i 300 spartani erano stati massacrati, ma i persiani avevano subito molte perdite e quei tre giorni avevano salvato la Grecia. Senza Leonida, Socrate sarebbe nato schiavo.

I greci avevano innalzato un monumento all'eroe: “ Viandante, se giungi a Sparta, racconta che ci hai visto giacere qui, come impone la legge “.

In ogni tempo il coraggio, unito all'obbedienza, ha suscitato rispetto ed è finito nei libri di scuola. Il valore senza l'obbedienza, invece, è sempre stato guardato con sospetto.

L'obbedienza non è mai stata compresa fra le virtù cardinali, né fra le altre: giustizia, fortezza,prudenza e temperanza.

Ma nell'educazione dei bambini, presso i militari, essa assume una posizione chiave, importante.

Oggi in questo tempo del contrario di tutto, in questo tempo deturpato da uomini e donne cinghiali non hanno più valenza ne necessità, non esiste più neanche l'orgoglio.

Questo “ omologarsi “ questo essere bruttezza e decadenza, questo essere uguali ad ogni costo, è un – niente – è un no esistere, non è esistenza, e vederlo essere proposto incessantemente da tutte le televisioni, sia private che di stato, come una specie di assoluta libertà è una – pappa – che spappola il cervello, non avrebbe ragione di esistenza.

E' un definitivo addio alla “ Grande Bellezza “ !

venerdì 22 agosto 2025


 


In disparte

Vincenzo Calafiore

23 Agosto 2025 Udine


Si dice nello strano mondo degli autori, che uno scrittore in qualche maniera e così naturalmente, voglio dire involontariamente, finisce sempre per svelarsi e lo fa attraverso i suoi racconti, i suoi libri, le sue frasi, i suoi pensieri.

Ma qualcosa di più profondo arriva al lettore, a chi si imbatte a lui, quando comincia a riflettere e raccontare la sua vita, anche le sue letture, quelle che poi lo hanno formato, cresciuto, perso nella fantasia e contemporaneamente aperto al mondo.

Tutto quello che ho scritto nel corso del mio viaggio compiuto standomene in disparte, io l'ho chiamato, “ I miei Alfabeti “ |che diventano così una sorta di autobiografia intellettuale, se si vuole una confessione delle proprie fragilità, delle paure, delle incertezze:

Un personaggio di Borges che dipinge paesaggi si accorge di aver dipinto il proprio volto, e così accade a ch parla di libri. “

Ho cominciato a leggere da ragazzo Salgari ( libri avuti in prestito, perché non potevo permettermi l'acquisto ), quelle dopo da Montale a Sciascia, Saba, Verga, Italo Svevo, Bevilacqua, Tomizza, Garcia Marquez, Sepulveda, Fallaci, tanto per citarne qualcuno.

Dunque il “ libro “ è l'oggetto del mio discorso, ma anche a volte il pretesto per fare cultura, portare cultura ovunque.

Per me la scrittura è l'essenza assoluta della realtà, che può fare a meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare un'assenza … l'arte dello scrivere può far intravedere un bagliore di vita, di rinascita là dove la luce si è spenta e oggi si vive in un mondo buio!

A mio parere i disincanti e le disillusioni, della vita quotidiana che normalmente accadono non hanno negato, bensì filtrato come un colino le gelatinose menzogne, la retorica, la pappa quotidiana di ipocrisia con le quali tanto volentieri si ingannano gli altri e si inganna se stessi.

La vita è un sogno, un meraviglioso sogno che bisogna con qualsiasi mezzo a disposizione difendere dai continui assalti delle compagine di Mangiafuoco, dall'accozzaglia di cinghiali, dalle serpi.

Meglio il miglio marino : “ in disparte “ quel tratto di mare in cui liberamente navigare lontano dai vincoli, dall'essere obbligati, dalle contaminazioni di falsate culture che in se hanno celate forme di imposte violenze, lontano da ciò che è inutile reso utile, da quella cultura che non è cultura; incultura è questa che serve o servirebbe, utile a non precipitare in quella forma di oblio sociale.

Il “ Libro “ non è solo carta.

E' uno scrigno che contiene tesori, è una porta per raggiungere altri mondi, altre costellazioni, è una “ PEGASUS “ . Leggere è quindi un vivere seguendo lo stesso moto delle maree, è un viaggiare lontano, ma è anche ritorno. Il libro dunque è quel sigaro che in tempo di bonaccia

il Comandante tiene acceso in bocca per vedere se c'è una bava di vento!



lunedì 18 agosto 2025


 


Dal niente … il mare


di Vincenzo Calafiore

19 Agosto 2025 in Udine


L'alba pian piano sconfigge le tenebri, all'orizzonte una delicata pennellata di rosso, è l'aurora che si avvicina col suo carro di luce.

Seduto dietro una finestra cerco di immaginare la mia spiaggia quando studente liceale, allora frequentavo il Classico, non avendo soldi per acquistare un libro mi portavo al seguito i testi di Greco o di Latino.

Andavo giù in spiaggia al mattino presto, per due motivi importanti, almeno lo erano per me; il primo era quello che potevo prendermi lo scoglio che più amavo con la sommità piatta, potevo sdraiarmi e addormentarmi. Il mare calmo gli girava attorno senza sormontarlo, e quando invece era agitato per il passaggio di una grossa nave, allora saliva e passava sotto la mia schiena. L'altro motivo era che controllavo la spiaggia in cerca di un libro abbandonato è così che ne avevo raccolti molti e che leggevo di sera nella luce di una candela. Vivevo del suo odore di salsedine e della voce della risacca, era il mio perfetto angolo di paradiso per la lettura, tutto sembrava un sogno inconsistente, magico, sfuggente!

Da giovane mi sono posto sempre questa domanda: Dove inizia e finisce il mare? Che cosa diciamo noi, quando pronunciamo: mare?

Forse vorremmo dire l'immenso che un tempo abbiamo avuto dentro di noi, oppure vogliamo ricordare una enorme massa d'acqua capace di affascinare e allo stesso tempo portare distruzione e morte? Oppure vorremmo rappresentare l'abisso o gli abissi che nessuno mai è riuscito a raggiungere?

Ma è semplicemente, Mare da contenere nel cavo delle mani unite o su un palmo della mano!

Il più delle volte diciamo, mare! Senza sapere ne conoscere, ma semplicemente per memoria, che ci ricorda l'onda che arriva per morire o l'onda che non si arrende mai.

E' vita, poesia, fantasia, è solo che mare, una culla di madreperla da cui a volte vorremmo essere accolti.

La notte è finita, poso la penna stilografica sull'ultimo foglio. Mi alzo dalla scrivania e prendo un caffè che sorseggio in balcone fumando una sigaretta … guardo lontano in quel mio silenzioso e immaginario orizzonte e ci vedo il mare, da qui, dal niente … il mare!

Penso che da qualche parte, nel mondo, incontrerò un giorno la parte mancante della mia anima.

Ogni tanto cado in disgrazia, mi rammarico che il fato mi faccia attendere con tanta indelicata testardaggine,; ma col passare degli anni ho imparato a prendere la vita con la filosofia che hanno la gente di mare.

Come da anni ogni giorno prendo un foglio e lo inserisco nel rullo della macchina da scrivere, e scrivo, scrivo di me, del mare, della mia vita da raccontare.

E a chi ? Se non a quelle anime che sparse per il mondo, da Oriente a Occidente, ogni giorno aspettano di leggere i miei sogni; e penso a quanto sarebbe bello un giorno poterli incontrare e parlare a loro, alla stessa maniera di come il mare mi parla e mi racconta.

E poter spargere nell'aria migliaia di pagine, far volare le mie parole come colombe, messaggeri di pace, di poesia, d'amore e dir loro:

Benvenuti, vi aspettavo!

Loro raccoglierebbero quei fogli, e quando vorrebbero, leggerli uno per uno e magari raggiungermi seguendo quel filo d'inchiostro blu che si è preso i giorni miei, i miei anni, tutti i miei istanti.

Dove inizia il mare, dove finisce?

Il mare è un “ per sempre “ per noi gente di mare, noi che l'abbiamo sentito rimarrà per sempre nella nostra anima, noi che l'abbiamo conosciuto e amato perché noi figli dell'orrore, noi reduci di tante battaglie perdute siamo i saggi e per sempre saremo orfani se appena da lui ci allontaneremo.




sabato 16 agosto 2025


 NOI

di Vincenzo Calafioree

17 Agosto 2025 Udine

.. è uno strano dolore


quello che la sera ci prende

con la testa abbandonata su un cuscino

e gli occhi socchiusi. Non dormi, stai

guardando un film...è la tua vita, il tuo vissuto

a scorrere nelle sequenze casuali

che la memoria da onesta regista

propone. E' un morire di nostalgia

per delle cose che abbiamo vissuto nella fantasia

e che mai vivremo … “

Vincenzo Calafiore



Appena nati riceviamo un sacchetto in pizzo finemente lavorato da mani di fate, contenente un minuscolo rotolino di filagrana morbida e trasparente e rimarrà legato al giro vita fino a quando non raggiungeremo il “ tempo della ragionevolezza “ ovvero fino a quando non siamo in grado di decidere e di pensare.

In quel sacchetto c'è tutto il tempo della nostra vita, quello che abbiamo a disposizione fino alla fine.

Già sentivo in me quel fragore dentro, pensavo fosse il mare che una notte di dicembre mi ha generato, figlio di chissà che cielo!

Non smetteva mai quel fragore, senza alcuna clemenza, senza sosta.

Ma se guardi il mare ti rendi conto di che fragore faccia,ti rimane in testa come una melodia, è fantasia scritta in musica, è un'opera celestiale che non ci si stanca mai di ascoltare. Poi la notte, tutto quel fragore diventa “ infinito” trasparenza, una culla di bianca madreperla in cui spegnere e bruciare il mondo che non ti interessa.

Io quello che ho al mare non è la felicità! Di questa felicità facile e fittizia, a volte opportuna e la maggior parte del tempo inopportuna. No, non ho chiesto la felicità, di essere felice, ho chiesto solo di salvarmi, volevo e ho sempre voluto salvarmi, si: salvarmi!

Così sono cresciuto passando da una tempesta all'altra e mari sempre più grandi, sempre più fragorosi, e avevo una strana bellezza in me ed è quella bellezza di cui sono capaci solo i vinti. E' la trasparenza di tutte le piccole cose che hanno fatto le cose.

E' la solitudine di tutto quello che è andato perduto, è quel dolore che marchia e non ti lascia più.

A lei, alla mia vita ho chiesto più volte di lasciarmi andare a vedere il mio sogno, la mia esistenza, il miracolo che si compie ogni giorno. Di non tenermi in uno sguardo triste, ma di notte, ogni magica notte di lasciarmi andar via, vivere laggiù sull’orlo della vita che avrei voluto, quella vita vera e no questa parodia noiosa e tutto mondo! Solo la notte, per tutta la notte e poi farò ritorno al mattino prima che il sole sorga.

A volte mi pare di avere la stessa vita che hanno i quadri. Se li guardi con attenzione, stanno lì appesi a una parete a un chiodo per anni,prendono la polvere, l'aria che passa, raccolgono gli sguardi, più o meno interessati a loro. Poi una notte o una mattina, in un momento del giorno si sente un botto, una fracassina e qualcuno cade giù, nel silenzio, non c'è una ragione, ma loro cadono.

Allora chiedersi perché accade.

Accade perché il chiodo non ne può più ?

Allora anche le cose hanno un'anima e pensano... e i quadri si sono chiesti perchè cadiamo a terra senza un valido motivo?

Non si capisce, non c'è niente da capire. è una di quelle cose che è meglio non pensarci. Quando cade un quadro, a un perché, a un come... Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più questa parodia della vita vera. Vorresti andartene ,quando apri il giornale e leggi che è scoppiata un'altra guerra, quando leggi che ancora una donna è scomparsa, triturata dal malessere di questa squallida rappresentazione della vita. Quando col naso all'insù vedi un aereo volare in alto, quando vedi un treno sfrecciare in una stazione, e pensi: io devo andarmene da qui, da questo luogo. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio … come un quadro appeso a un chiodo su una squallida parete bianca di uno ospedale, di un obitorio, di un corridoio.

Ora in questo “ angolo " di mare ove vivo ormai da parecchio tempo mi considero un salvato dal disastro umanitario che incombe ed è una sorta di pece nera che impedisce alla vita di sbocciare. E mi sento costantemente in pericolo. Potrebbe anche arrivare una nave, adesso, all'orizzonte, e correre fin qui sulle onde, e arrivare in un istante sulla mia riva, prima della morte e portarmi via, e farmi tornare a vivere in un'altra spiaggia, in un altro mare, in un altro orizzonte. ma non sarebbe questo che, davvero, mi potrebbe salvare. Quel che ho visto rimarrà nei miei occhi, nella mia testa. Quello che ho fatto rimarrà nelle mie mani, tutto rimarrà nella mia anima. E per sempre, “ noi “ che sappiamo volare e abbiamo conosciuto l'amore, per sempre, noi figli di questo orrore, noi reduci di tutte le guerre, noi saggi e sapienti, per sempre saremo: un sogno incompiuto!

mercoledì 13 agosto 2025


 


VINCENZO CALAFIORE


Se solo sapessi quanto sia importante la tua presenza nella mia vita e quanto sia bello per me poterti condividere con i miei pensieri, con le cose che sono lì e fanno male, per avere un po' di sollievo, perché si quieta quel vento che mi trascina via.

Vorrei che ci fosse un “ domani “ una meta da raggiungere non so come, ma vorrei che ci fosse come c'è il mare che si muove e tutto modifica, tutto cambia, e per ogni mare che sognerò ce ne fosse un altro e un altro ancora.

Ma soprattutto vorrei trovarti nella mia “ alba “ !

Vorrei che Tu fossi li ad attendermi con il tuo sorriso, con la tua leggerezza, con quegli occhi che fanno rimanere solamente a guardarli.

E invece io scappo, fuggo via, perché sono quel granello di sabbia che ogni sera nel chiaro di luna aspetta una carezza, e poi un'altra, un'altra ancora.

Tu intanto immagina a quanto sarebbe bello che tu mi trovassi, mi vedessi arrivare da un altro mare ancora più grande di questo che mi attende.

E tu aspettami.

Non importa quanto, ma sono sicuro che insieme tutto sarebbe più bello.

Tu aspettami in mezzo a questo silenzio che pesa sugli occhi,

aspettami .

Sono andato via da me stesso tanto tempo fa, nella mia testa c'era tanto silenzio, che la vita mi passava accanto come un'ombra. Non sono riuscito a incantarla, come un'agave in lei ondeggiavano i miei anni seguendo il moto delle correnti, si animava il mondo al suono della musica e senza piegare lo sguardo una notte se ne andò via.

Guardavo quello casa vuota e pensavo alla misteriosa vita delle cose nella corrente della vita senza sosta e pensavo a quanti mani passando vicino le hanno accarezzate lasciando di se parte dell'anima, come impronte colorate di emozioni e di ricordi, ignare che tutto è destinato a scolorare dentro un ovale di una fotografia sotto gli occhi dei ricordi.

Sai cos’è bello, qui in questa vita? Che la vediamo come una spiaggia: noi camminiamo, lasciando le nostre impronte sulla sabbia fino alla prossima marea. Ma domani, quando ti alzerai, e guarderai, in quella spiaggia non ci sarà più nulla, qualsiasi cosa che ricordi la tua presenza, il tuo passaggio. Il mare cancella tutto è come se non ci fosse mai stato nessuno. È come se non ci fosse mai stata un'esistenza. Se c’è un posto in cui non pensare a nulla, quel posto è la riva di un mare, di un qualsiasi mare, qualsiasi oceano. Non è terra, non è mare, è solo vita, vita che se ne va! Un tempo che passa lasciando il vuoto attorno a se.

Perché è così che la vita ti fa innamorare di lei. Ti prende ancora la tua anima è come un campo pronto per la semina e semina dentro il seme di un ricordo, di una visione, un profumo, un sapore come quello di un bacio e poi non te lo levi più dalla testa. E non sai che quella cosa in testa in realtà era la felicità.

Lo capirai dopo, quando i capelli diventano bianchi candidi come la neve, quando è ormai tardi è già passato tutto.

E vivrai per sempre, come un esule che da un'altra spiaggia guarda dentro l'orizzonte in cerca della sua spiaggia, delle sue impronte, vivrai alla deriva senza mai raggiungere un porto.

martedì 12 agosto 2025


 




Perchè Tu ricorda e non possa dimenticare di quanto è stato bello il nostro viaggio, viaggiare per questi mari di solitudine sapendo che per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un legno, una zattera, qualcosa, qualcuno lì ad attenderci, che con amore prenderci per mano e di trovare assieme un altro mare, un'altra spiaggia da cui partire e raggiungere un nuovo orizzonte, una nuova meta, una nuova vita.

Una vita che abbiamo sempre immaginato, magari inventata pure, per sfuggire al Circo di Mangiafuoco e ai suoi spettacoli dell'orrendo.

Per ritrovare quel fiume della vita, lo dobbiamo immaginare o inventarcelo e magari lasciarci portare via dalle sue correnti, dalla leggerezza delle parole che abbiamo conosciuto e amato, imparato e poi man mano dimenticate.

Immagina quanto sarebbe davvero bella la vita, questa vita, qualunque vita!

Se fosse davvero così, che la vita è come l'abbiamo immaginata, e scritta con la fantasia, colorata dalla dolcezza dei colori di un arcobaleno caduto a terra. Le cose, le cose della vita non farebbero male, ma avvicinerebbero ancor di più all'esigenza di vivere, all'esigenza di amare e da questo farci sfiorare, farci toccare, farsi ferire, anche per questo morirne.

Perchè l'amore non ha forma, né tempo, l'amore sei tu, sono io, siamo noi, è qualcuno! Qualcuno che ti aspetta, che ci aspetta, per indicarci una strada, qui in mezzo a questa solitudine, in mezzo a questo silenzio, in questo spettacolo orrendo da cui fuggire ogni istante della propria vita.

Una via di fuga, una strada da qui a quell'oceano di libertà, di amore!

Seguimi!

Se mi ami, seguimi .

Vincenzo Calafiore


domenica 10 agosto 2025

 


Bianca luna


Prima della notte gitana

la penna la sera svela la mia pena

l'anima si è riempita di monotona tenerezza

e si accende tutta l'eco della mia vita scorsa

polvere di stelle cadute nel rumore

di pensieri tristi e sinceri.

Dal mio petto un battito si perde

nel dolce suono delle fronde dei capelli tuoi!

Ah quanto mi costa amarti!

Quando spunta la luna e tacciono le voci

parlano le labbra con le labbra

come il mare copre la terra.

L'amore dai cento volti uguali

la moneta per saziare il desiderio

mentre la luna corre alta nei tuoi occhi

mostra libera e pura i suoi seni di creta dura...

scappa via, scappa via luna nell'ombra della mia chimera

coi tuoi occhi di bianco cielo

fino agli alti seni...

Io non sono più io e tu sei mia!

Vincenzo Calafiore

 

Una notte in Calabria


Al vespro d'estate,

i mulinelli sollevano la polvere sugli sterrati

e piazze deserte;

alla fonte, giumente stanche annusano l'aria,

ferme davanti a specchio d'acqua.

Dal muro dinanzi al mare

il sole discende verso il mare, sconvolge

le ore uguali nel ritornello di cicale.

E' l'ora dell'onda che sovrasta lo scoglio.

Discende dall'orizzonte l'aura notte sul mare!

Lassù il cielo frema e s'abbevera d'acqua,

un fruscio d'aria fresca percuote la terra

e risalendo fa tremare le lanterne.

Così sperso in un sogno

m'abbandono all'onda

mi allontano dai lamenti dell'anima soffocati dal pianto ..

e se una mano mi sfiorasse,

se ci fosse adesso una parola e un forse,

il cenno di un si della vita!

Vincenzo Calafiore

sabato 9 agosto 2025

 

Si dice che la mia poesia sia di pochi.

Ma io so che è tua e che ti appartiene,

a te dedicata che non sei di nessuno, assenza e

essenza sulle ali di vento.

Magnifica tutto, il tuo tutto,

la mia poesia.

Però tu sola sapevi e conoscevi il moto delle mie tempeste,

conoscevi i sentieri per raggiungere gli anfratti

dell'anima mia, sapevi le bende delle mie ferite

plasmavi i gessi delle mie fratture.

Eppure non mi da tregua l'assenza tua,

questo amore di solo parole.

Non mi da pace sapere che uno di noi due resterà prigioniero,

della prigione delle forme, delle bende, dei gessi.

Sarà che io ti amo!

Vincenzo Calafiore

Dicen que mi poesía es de pocos.

Pero sé que es tuya y te pertenece,

dedicada a ti que no perteneces a nadie, ausencia y esencia en las alas del viento.

Magnífico todo, tu todo,

mi poesía.

Pero solo tú conocías y entendías el movimiento de mis tormentas,

conocías los caminos para llegar a los barrancos

de mi alma, conocías las vendas para mis heridas,

moldeaste los moldes de mis fracturas.

Y sin embargo, tu ausencia no me da tregua,

este amor solo por las palabras.

No me da paz saber que uno de nosotros permanecerá prisionero,

de la prisión de formas, vendas y moldes.

¡Quizás sea porque te amo!

Vincenzo Calafiore

They say my poetry belongs to a few.

But I know it's yours and it belongs to you,

dedicated to you who belong to no one, absence and

essence on the wings of the wind.

Magnificent everything, your everything,

my poetry.

But you alone knew and understood the motion of my storms,

you knew the paths to reach the ravines

of my soul, you knew the bandages for my wounds,

you shaped the casts of my fractures.

And yet your absence gives me no respite,

this love of words alone.

It gives me no peace to know that one of us will remain a prisoner,

of the prison of shapes, bandages, and casts.

Maybe it's because I love you!

Vincenzo Calafiore

sabato 2 agosto 2025


 

Fuga da questo mondo, prigione


di Vincenzo Calafiore

4 Agosto 2025 Udine



Tutta l'esistenza dentro l'area di una finestra, spalancata a volte sull'infinito, a volte alla notte, ma il più delle volte o quasi sempre al nulla.

E' questa l'amarezza che rimane addosso come una veste: “ il nulla “, che ti prende e non ti lascia più per tutto il giorno, nel lento scorrere delle ore, in questo mondo prigione, ove portiamo tutti la stessa divisa dell'omologazione, dove si rimane incantati davanti a un poster della peggiore decadenza che invita chissà a quale cosa inutile, che nulla ha a che fare con la bellezza e la grazia, l'eleganza nel linguaggio e nel portamento.

Come spesso affermo, questa è l'era del “ cinghiale “, ovunque branchi di cinghiali “ latinos” , “ Maranza ”che infestano le città, cinghiali nelle metropolitane che predano tutto quello che è possibile predare, ma anche cinghiali vestiti bene e con la pelle piena di tatuaggi,a guardarli bene non si sa se sono delle carte da parati o delle carte geografiche che non indicano niente se non il cattivo gusto.

Questa non è libertà ma è un cattivo gusto spacciato per libertà! Non è nemmeno eleganza.

Questa odierna non è una Società, ma un'accozzaglia mediovale rozza e scurrile, sgraziata, disonesta, volgare.

E' un mondo prigione da cui, potendo, scappare il più velocemente possibile e con qualsiasi mezzo. Evadere da una finestra, davanti alla quale ci rimango a fissare ciò che con gli occhi della fantasia vedo, ed è lì che vado ogni momento del giorno , questa è la mia fuga, lo dico senza alcuna vergogna, senza alcun timore delle critiche che tanto non hanno alcuna valenza.

E' “ vedere i colori del Mediterraneo. Gli spasimi della corrida. Le movenze sensuali di un tango argentino, delle danze tradizionali spagnole … il flamenco.

I volti delle donne e i loro capelli, dell'Andalusia!

La grazia dei lineamenti dolci e sensuali delle donne arabe.

I profumi di Malaga e di Murcia … avvertirne la seduzione, come l'avrà subita Pablo Picasso, la poesia di Neruda.

La poesia, nei costumi, nelle ceramiche, nella danza, nel teatro, nel bel canto di Placido Domingo, Josè Carreras, Luciano Pavarotti. Frank Sinatra , Paul Anka; la poesia di Francesco De Gregori, invece di quei Rapper che ben rappresentano questa accozzaglia mediovale burina e volgare, violenta.

Questo è un vivere senza sogni, colmo di maschere!

Ove è agognato il successo senza sapere che è quello che succede agli alpinisti, che si ammazzano per arrivare in vetta e quando la raggiungono che fanno? ….. Scendono !

Come ha vissuto Pablo Neruda, vivo nel legame costante con il passato, facendo mie e vivendole pure tutte quelle immaginazioni con le loro armonie … la fanciullezza, la terra.


venerdì 1 agosto 2025

 AVVISO PER COLORO CHE MI SEGUONO E MI LEGGONO.

CAUSA SERI PROBLEMI AGLI OCCHI SONO COSTRETTO A NON POTER SCRIVERE CON LA STESSA FREQUENZA DI PRIMA, ME NE RAMMARICO E VI CHIEDO SCUSA. A VOI GIUNGANO GRADITI I MIE CORDIALI SALUTI.
CALAFIORE Vincenzo


AVISO PARA QUIENES ME SIGUEN Y LEEN.
DEBIDO A GRAVES PROBLEMAS OCULARES, NO PUEDO ESCRIBIR. LO LAMENTO Y LES PIDO DISCULPAS. AGRADEZCO MI DEBER.

CALAFIORE VINCENZO

AVISO AOS QUE ME SEGUEM E LEEM.
DEVIDO A GRAVES PROBLEMAS DE OLHOS, SOU FORÇADO A NÃO CONSEGUIR ESCREVER. LAMENTO E PEÇO DESCULPAS. MINHA ADORAÇÃO É AGRADECIDA.

VINCENZO CALAFIORE

NOTICE TO THOSE WHO FOLLOW AND READ ME.
DUE TO SERIOUS EYE PROBLEMS, I AM FORCED TO BE UNABLE TO WRITE. I REGRET THIS AND APOLOGIZE. MY WORSHIP IS APPRECIATED.

VINCENZO CALAFIORE