Dal niente … il mare
di Vincenzo Calafiore
19 Agosto 2025 in Udine
L'alba pian piano sconfigge le tenebri, all'orizzonte una delicata pennellata di rosso, è l'aurora che si avvicina col suo carro di luce.
Seduto dietro una finestra cerco di immaginare la mia spiaggia quando studente liceale, allora frequentavo il Classico, non avendo soldi per acquistare un libro mi portavo al seguito i testi di Greco o di Latino.
Andavo giù in spiaggia al mattino presto, per due motivi importanti, almeno lo erano per me; il primo era quello che potevo prendermi lo scoglio che più amavo con la sommità piatta, potevo sdraiarmi e addormentarmi. Il mare calmo gli girava attorno senza sormontarlo, e quando invece era agitato per il passaggio di una grossa nave, allora saliva e passava sotto la mia schiena. L'altro motivo era che controllavo la spiaggia in cerca di un libro abbandonato è così che ne avevo raccolti molti e che leggevo di sera nella luce di una candela. Vivevo del suo odore di salsedine e della voce della risacca, era il mio perfetto angolo di paradiso per la lettura, tutto sembrava un sogno inconsistente, magico, sfuggente!
Da giovane mi sono posto sempre questa domanda: Dove inizia e finisce il mare? Che cosa diciamo noi, quando pronunciamo: mare?
Forse vorremmo dire l'immenso che un tempo abbiamo avuto dentro di noi, oppure vogliamo ricordare una enorme massa d'acqua capace di affascinare e allo stesso tempo portare distruzione e morte? Oppure vorremmo rappresentare l'abisso o gli abissi che nessuno mai è riuscito a raggiungere?
Ma è semplicemente, Mare da contenere nel cavo delle mani unite o su un palmo della mano!
Il più delle volte diciamo, mare! Senza sapere ne conoscere, ma semplicemente per memoria, che ci ricorda l'onda che arriva per morire o l'onda che non si arrende mai.
E' vita, poesia, fantasia, è solo che mare, una culla di madreperla da cui a volte vorremmo essere accolti.
La notte è finita, poso la penna stilografica sull'ultimo foglio. Mi alzo dalla scrivania e prendo un caffè che sorseggio in balcone fumando una sigaretta … guardo lontano in quel mio silenzioso e immaginario orizzonte e ci vedo il mare, da qui, dal niente … il mare!
Penso che da qualche parte, nel mondo, incontrerò un giorno la parte mancante della mia anima.
Ogni tanto cado in disgrazia, mi rammarico che il fato mi faccia attendere con tanta indelicata testardaggine,; ma col passare degli anni ho imparato a prendere la vita con la filosofia che hanno la gente di mare.
Come da anni ogni giorno prendo un foglio e lo inserisco nel rullo della macchina da scrivere, e scrivo, scrivo di me, del mare, della mia vita da raccontare.
E a chi ? Se non a quelle anime che sparse per il mondo, da Oriente a Occidente, ogni giorno aspettano di leggere i miei sogni; e penso a quanto sarebbe bello un giorno poterli incontrare e parlare a loro, alla stessa maniera di come il mare mi parla e mi racconta.
E poter spargere nell'aria migliaia di pagine, far volare le mie parole come colombe, messaggeri di pace, di poesia, d'amore e dir loro:
Benvenuti, vi aspettavo!
Loro raccoglierebbero quei fogli, e quando vorrebbero, leggerli uno per uno e magari raggiungermi seguendo quel filo d'inchiostro blu che si è preso i giorni miei, i miei anni, tutti i miei istanti.
Dove inizia il mare, dove finisce?
Il mare è un “ per sempre “ per noi gente di mare, noi che l'abbiamo sentito rimarrà per sempre nella nostra anima, noi che l'abbiamo conosciuto e amato perché noi figli dell'orrore, noi reduci di tante battaglie perdute siamo i saggi e per sempre saremo orfani se appena da lui ci allontaneremo.
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