La solitudine di un grande sogno
di Vincenzo Calafiore
28 Ottobre 2025 Udine
La solitudine è per me un sicuro rifugio, un luogo di fuga dal tormento di questi giorni inutili e dalla folla, ma anche uno spazio dove il pensiero riesce a vivere e si manifesta incessantemente in una strana multitudine di immaginazioni a me care. È una solitudine pensosa e intellettuale, una disciplina morale e letteraria dove cerco il colloquio con me stesso, lo studio e la contemplazione del cielo, sperando di trovare serenità, che però viene costantemente interrotta da un pressante cicaleggio che arriva da lontano.
Lo so bene che tutto è passeggero perfino l'amore che è in me, passeggero perché su questa terra tutto è destinato a finire, ma sono sicuro che di questa rimangano dei segni sul viso sempre più amati e sempre più custoditi come cose preziose.
Non è la solita solitudine lamentosa, ma è quella dei pensieri, dei sentimenti. Quella solitudine che si prova ad esempio quando si hanno certe cose che non si possono dire, ne spiegarle in nessun modo; ma che bisogna trovare dentro di se un luogo sicuro in cui farle vivere per sempre nell'ombra.
La più bella solitudine è quella dei pensieri, dei sentimenti! Quella che ti fa compagnia e ti regala magici momenti, immaginazioni poetiche, fantastiche!
La solitudine non è solo assenza di persone. È la mancanza di scopo, la mancanza di significato. Quando capisco di trovarmi in un mondo dove tutto sembra alienato e distante, dove ogni cosa è scontata, superficiale e ogni sforzo di comprendere è accolto con indifferenza. La vera solitudine non è solo essere soli, ma sentirsi soli in un mondo che ha perso di significato, questo è il dramma, questa è solitudine cancerogena quella che corrode dentro fino a uccidere.
Ho scelto di vivere e di amare e per farlo vivo la mia vita in disparte, lontano da ogni cosa inutile, dalle parole inutili, dai concetti inutili.
Vorrei solo che ci fosse qualcuno che rimanendo in silenzio mi abbracciasse forte.... per farmi provare l'amore, quell'amore che probabilmente non proverò più!
Vorrei solo qualcuno che abbracciandomi forte mi sussurrasse all'orecchio: ti amo!
penso che il problema arrivi quando ti riempi di cose che non vuoi: scelte non tue, luoghi e persone che non ti rispecchiano, situazioni che ti riempiono inutilmente senza arricchirti. Siamo comunque limitati eh, abbiamo energie limitate, tempo limitato, speranze limitate. Se dai così tanto spazio a ciò che non ti fa stare bene, come farai a trovare un posticino per ciò che invece ti fa bene?
E
poi, mi chiedo, perché relegare le cose belle ad un piccolo spazio,
a pochi momenti. Viviamo il "fare
quello che ci piace"
come un'eccezione, come una roba rara. Ci hanno insegnato che la vita
è sofferenza, una serie in fila di cose che non
vuoi
fare ma che devi
fare
per forza, dimenticandoti dei tuoi sentimenti e pensando solo al
risultato, alle cose ""concrete"". Come se un
sentimento non lo fosse poi...eppure lui si sveglia dentro di me ogni
mattina e, ogni mattina, mi prende a pugni dentro per evitare che io
vada verso cose che non voglio davvero. Il dolore sono io che lo
sento e, fidati, è concreto.
Come faccio, mi chiedo, ad essere felice se occupo tutto il mio tempo a trovare strategie per sopravvivere e basta? Lotto tutti i giorni contro la mia batteria che tende sempre di più allo 0% ma non riesco mai a trovare un caricatore per ricaricarla, lotto solo affinché non si scarichi e non mi restano altre forze per fare in modo di ricaricarla. Siamo pieni di cose inutili e tristi, di cose che non vogliamo davvero...ci dimentichiamo ogni giorno sempre di più di quanto sia bella la vita vissuta solo per vivere, ci dimentichiamo anche di noi stessi, sembra quasi di star vivendo per qualcun'altro.
Viviamo come oggetti pronti per essere usati e, quando poi arriva il momento di uscire fuori a vivere un po', siamo troppo consumati per farlo.

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