giovedì 8 maggio 2014

LA CALABRIA
( Non solo ndrangheta )
 
By Vincenzo Calafiore
Ai rematori, vigorosi giovani con la pelle color tabacco, capelli neri corti e occhi di gabbiano, quando affondavano il remo nell’acqua gli si gonfiano i muscoli e le vene nelle mani che a guardarle sembrava che gli stessero per scoppiare le vene. La barca ebbe un primo sussulto, poi annegò la sua pancia e allontanandosi dalla riva della baia “ rina janca “ ( sabbia bianca) lasciò dietro di se una sottile linea biancastra che sparisce nel blu intenso del fondale.
Remarono con un ritmo serrato per raggiungere l’altra spiaggia  al di là del piccolo promontorio dove ero atteso da un mio vecchio e caro amico. Con lui eravamo andati sul Monte Athos, a ritrovare le nostre origini. Ricordo che quando ci recammo sul Monte Athos, per noi fu come piombare come per incantesimo nel medioevo.
Durante il cammino verso l’antro del monaco eremita che mi accompagnava, io rivedevo come in un film quanto avevo letto circa la vita dei nostri monaci calabresi nel medioevo che percorrendo i boschi dell’Aspromonte si recavano da un monastero all’altro, addirittura affrontavano il mare Egeo per raggiungere il Monte Athos.
Nel 3 di maggio del 1991 la chiesetta di San Giovanni Crisostomo, conosciuta meglio come Giovannello a Gerace venne riaperta al culto e consegnata ai monaci del Monte Athos…. Dopo cinquecento anni dall’abolizione del rito greco a Gerace e dopo mille dallo scisma della chiesa d’Oriente, nella chiesa è ritornata l’antica liturgia bizantina.
Non molto lontano ma ricco di suggestione e di fascino, l’antico monastero di San Giovanni Therestis a Bivongi riaperto al culto bizantino, era l’anno 1994. La presenza dei monaci nel territorio della locride  è un richiamo e visitare questo lembo meridionale della Calabria Jonica è come visitare il Monte Athos, luogo avvolto dal fascino del mistero. E’ lo stesso paesaggio, stesse vallate, stessi alberi, profumi della natura, addirittura anche gli stessi monaci, con la differenza che nella regione dell’Athos calabrese anche le donne possono accedervi e fare esperienza.
Sembrano, questi, sogni di tempi molto più lontani. Io stesso quando torno per qualche giorno a vivere fra queste cose mi sento riassalire da tante suggestioni, mi ridivengono parenti e familiari le cose occulte, mi si aprono le porte dei misteri! Il fascino e il mistero dell’itinerario Bizantino Calabrese è dovuto alla persistenza di una cultura ancora viva e palpitante.
Questa è la Calabria e non quella che ci vogliono rappresentare come fosse una maledizione viverci e non è vero come il presentarsi inermi o arresi, umiliati dallo strapotere mafioso voluto e mantenuto per mistera sorte diversa dai misteri citati.
La ndrangheta la si potrebbe sconfiggere usando il plotone d’esecuzione e il processo sommario; ma è un comodo di tanti altri segreti e quindi le cose resteranno così come sono state in passato e lo saranno ancora oggi e domani. Mentre la vera Calabria vive orgogliosamente il suo tempo onesto con il disonesto,
amico e foraggiatore di altri amici!!!!
Ma questa terra è tutta da scoprire. Ha una ricchezza di storia poco nota, una ricchezza di valori, purtroppo sopiti, un fascino ambientale e paesaggistico incredibile, come lo è essere “ calabrese” .
 
 


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