sabato 10 ottobre 2015





Genitori

di Vincenzo Calafiore

“ ecce tertio hoc paratus sum venire ad vo set non ero gravis vobis non enim quaero quae vestra sunt sed vos nec enim debent filii parenti bus thesaurizare sed parentes filii . “

“Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Infatti non aspetta ai figli mettere da parte per i genitori, ma ai genitori per i figli. “


Essere – genitori – è il mestiere più antico del mondo, il più difficile.
E noi due, non lo sapevamo, ugualmente però abbiamo voluto per amore mettere al mondo i nostri figli; allora si era giovani e la strada sulla quale c’eravamo incamminati se pure piena di ostacoli, e con poca esperienza, allora, l’affrontammo con coraggio, con dignità, con onore.
La cosa più bella della vita coniugale, non è stata la possibilità di fare sesso liberamente e a compiacimento, anche se l’età lo volesse, ma è stato quella del sentirsi chiamare: papà, mamma!
Avere dei figli è la cosa più bella, il miracolo più bello che possa capitare, ma è anche la più grande responsabilità, il compito più grave, poiché bisogna essere allo stesso tempo: insegnanti, educatori, giudici.
E’ inevitabile, coi figli nascono i primi grossi problemi.
Nessuno nasce già genitore, esperto in materia, ed è umanamente possibile commettere o che si possano commettere degli errori. E’ una condizione che necessita continuamente degli aggiustamenti, dei cambi di rotta, per poter permettere alla famiglia di “navigare” in un mare inospitale - ospitale.
Con il rischio di essere poi giudicati dagli stessi figli in: buoni o cattivi genitori!
Non importa questo inaspettato giudizio, poiché in realtà il giudizio più importante è quello dato dalla propria coscienza, è lei a determinare se siamo stati o no dei buoni genitori.
E’ difficile dare ai propri figli un Sì o un No suggeriti al momento, dal buon senso, dalla coscienza, dalla responsabilità.
Cosa vuole dire allora mettere al mondo dei figli e educarli, dar loro un primo kit che permetta loro una buona vita. Per lasciarli andare poi per la loro strada in quella giungla chiamata pure esistenza con sicurezza, con determinazione,con un bagaglio al seguito in cui sono stati messi tutti gli insegnamenti, i sentimenti, l’educazione, l’amore?
Un giorno ci siamo guardati allo specchio, con tutto il tempo a disposizione.
E’ come vivere in un stato di silenzio prima del boato!
Quel momento di guardarsi allo specchio arriva per tutti indistamente, per i genitori che prima erano stati figli e per i figli che diverranno a loro volta genitori: c’est la vie, E’ la vita, il ciclo della vita!
E ci diciamo: si siamo stati dei buoni genitori, abbiamo portato a termine il nostro compito.
Ma non abbiamo tenuto conto in quella risposta che ci siamo dati  del “ reso “ o  del “ ritorno”!
E’ possibile che accada, e accade inevitabilmente che dei figli nutrino inconsapevole rancore nei confronti dei propri genitori, di giudicarli per quello che hanno dovuto subire, giustamente o ingiustamente. Questi figli sono ingrati perché non ricordano o hanno dimenticato il difficile compito dei loro genitori, l’amore con il quale sono stati cresciuti, i sacrifici che i loro genitori si sono fatto carico per permettere loro di crescere bene, con tutti i crismi. La cosa peggiore che possa capitare ai genitori è quella di rimanere soli, con dei figli che li fanno sentire soli!
 

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