giovedì 15 ottobre 2015






Di Vincenzo Calafiore
    16 ottobre 2015


“ Uno scrittore finisce sempre per svelarsi attraverso ciò che scrive, ma qualcosa di più intimo e profondo  arriva quando comincia a riflettere e a raccontare con il – suo linguaggio – ( come impronte digitali) le proprie letture di una vita, quelle che lo hanno formato, cresciuto, perdere. Perso nella fantasia e assieme aperto al mondo che non riesce a comprenderlo.”

Tutte le parole per raggiungerti


Ci sono ancora molte miglia a separarmi dall’Aurora che porterà con se quei colori a me utili per colorare il giorno, ma di più quel suo profumo di lavanda che lo inebria, così sfuggo all’orrore nauseabondo del tempo che macina e finisce in fine polvere.
Ho in me parole in attesa d’essere pronunciate nel quotidiano divenire, nel quale è come se la mia esistenza rimanesse sospesa nell’attesa di vederti spuntare così come l’alba in fascio di luci e colori.
La consapevolezza delle mie parole sembra emergere dalle acque profonde di una notte incerta e provvisoria più dell’esistenza, per svanire poi nel vortice di un tempo antico e beffardo, prigioniero d’una spirale mortale che infaticabile assorbe ogni cosa, tracimando il livore delle luci su anima e labbra.
Così quel mio – ti amo – si offre al lamento cupo del mio essere mare di dentro, sento quel suo infrangersi su pietre e venti, l’agonizzare lento tra le memorie che mi restituiscono materie di segreti col tentativo di tracciare sottili linee di felicità.
Io ti guardo attraverso cieli colactini, padrone di parole sorrette da un commosso ordito corale desiderio di raggiungerti.
Sono gli stessi cieli che guardi tu! Che si disperdono in lattescenti filamenti lunari; formando così distese di sabbia in cui a volte mi pare di sparire come tante parole ricolme di nostalgia di ritmica rammemorazione.
Se Tu sei il sogno, io sono la madreperla su cui scivoli via.
Ma Tu sei il sogno con un linguaggio e bagaglio suo di bellezza e di lacerata contemplazione di un attimo fuggente.
Come un tramonto vai diffondendoti in immagini quiete,semplici, profonde e allo stesso tempo premonitrici di un tempo che non conosce sosta.
E’ il mio saperti aspettare ogni notte, ogni alba.
E’ il mio cercarti in quel tempo che accovacciato in agguato mi attende per levare ancora!
Sei la mia solitudine senza tempo che ha occhi di bambina, solitudini che offrono e affiorano quasi sempre dai segmenti nascosti di certe albe come fanciulle odorose d’erba!
Tu sei.
Tu ci sei!
Nel desiderio di un mescolarsi alle mie radici intime dell’anima, ove si formano le parole che vorrei pronunciare per raggiungerti, nel sacro avvolgersi di suoni ovattati di voci dei notturni colmi di assenza.
Così negli attimi lunghi d’una eternità bramata o nelle eterne attese di rivederti spuntare con quel tuo sorridermi; il dolce momento conclusivo del mio viaggio verso te.
Qualche volta è partenza verso un’altra meta dove penso di trovarti.
Qualche volta è ritorno con quel desiderio di amarti, di annusarti, di conoscerti.
Desiderio di inventare nuove parole che mi aiutino a raggiungerti.

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