giovedì 16 novembre 2017

Il mare dagli occhi

Di Vincenzo Calafiore
17 Novembre 2017 Udine
( 100 pagine in una, storia da farsi)
A quest’ora di notte e nel suo silenzio passano veloci pensieri, come ombre scivolano via inghiottiti dal buio; ascolto musica per ricongiungermi con essi che smarriti da qualche parte attendono d’essere salvati.
A quest’ora verrebbe voglia di un buon caffè come accadeva tempo fa, in mezzo a un mare pronto a inghiottirti assieme al legno, quando stavo a guardarlo e imparavo a leggerlo a conoscerlo.
Sempre più paura di quello che nascondeva ancora più avanti, ancora più distante; ora di quel tempo sono rimaste tracce riprese più volte forse più per avvicinarmi alla vita che per sfuggirgli.
Dunque sarà la paura sospesa nell’aria come vele vuote di vento, in questa aria mite in parvenza si nascondono tranelli e trabocchetti d’inquietudine e mi ritrovo senza il coraggio di alzare gli occhi, oltrepassare le invisibili frontiere come un desiderio, come un amore, come un sentire l’assenza di un qualcosa o di qualcuno e poterne sentire il respirare lento, il calore delle mani che intrecciandosi potrebbero condurmi oltre il sogno, oltre le frontiere di un oltre che da tempo ormai ne ascolto il vuoto.
E pensai a un sogno come musica!
E in testa si delinearono nitidamente i lineamenti di volto amato e desiderato, nella forma che più il desiderio volle! Fu un’esplosione improvvisa che animò la scena… così come una marionetta ormai in disparte appesa alla parete di una stanza buia, presi vita sentita scorrere nelle vene come fosse luce, come fosse amore.
Varcò la soglia e si perse in una canzone, il mio amore, come mare dagli occhi inondò pian piano ogni angolo o interstizio di un cuore ancora capace di riconoscerlo.
E cominciarono a muoversi gli oceani dagli occhi a occhi avvezzi al buio della solitudine, dell’indifferenza che di passo in passo sopraggiunge e lascia di se deserti malinconici in cui facilmente senza alcun riferimento in cielo, perdersi.
Ma è così che l’amore si fa sentire?
E come una donna dipinta nell’immaginazione, di spalle, che in qualche modo sembra nascondersi, nasconde il suo viso, nasconde il suo nome; mostrandolo a volte casualmente, o volutamente farsi riconoscere in una maschera.
Allora la notte perde il suo senso e si scolora, come prostituta si spoglia e si consegna alle prime braccia che dal buio l’accolgono… che tristezza!
Il mare con tutti i suoi oceani spalanca le fauci e inghiotte ogni cosa che fluttuante nell’aria tenta di sopravvivere fino all’arrivo dell’aurora, e gli occhi si spengono come stelle e cambia lo scenario, cambia perfino il mare che comincia a muoversi e nasce nuovamente vita.
In tasca cerco ciò che il giorno prima era stato affidato in custodia e trovo della sabbia, ancora calda e profumata di salsedine, l’annuso e ha un profumo che riconoscerei fra mille, tanto mi rammenta il profumo delle sue labbra…
C’è un lungo respiro come fosse bava di vento che riempie le vele, finalmente riscaldato dal sole il mare aiuta ad allontanare il sapore sgradevole della notte, la notte della solitudine raggrumata ai bordi di un si cercato e mai trovato o di un ti amo del quale ne ho dimenticato il profumo, gli echi in fondo al cuore, le sue essenze che un tempo non lontano mi portarono ai margini di una vita che sarebbe potuta essere felicità.






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