lunedì 27 novembre 2017

Quasi Natale
Di  Vincenzo Calafiore
28 Novembre 2017 Udine

Ho nel cuore più che nella memoria l’aria di festa del Natale, quei Natali poveri attorno a un braciere e un albero spoglio.
E ora a distanza di tempo ricordarli ancora.
Nonostante il tempo e tutto sia cambiato, stravolto da un “ commerciale “ pernicioso e invadente; nonostante in ottobre mi siano offerti panettoni, nonostante le grandi e luccicanti vetrine, il Natale deve ancora venire, arrivare.
E quando arriva, quando è il momento, quando è Natale, è il cuore a dirlo a suggerirlo, a ricordarlo.
Torneranno quelle atmosfere di meravigliosa attesa, dello scambio dei doni, della grande amicizia e affettuosità.
Quei giorni incantati pregni di strana serenità in tutto il mondo perché vengono?
E perhè tutto il mondo pare preso e addolcito da tanto amore?
Allora c’è davvero la necessità di chiedersi se il Natale esista, che non sia solamente un fattore
commerciale, che non sia solo una “ festività” sentita solo per quei giorni.
Per una volta lasciamo fare al Natale il Natale, respiriamo la Sua aria natalizia non con i polmoni ma con la nostra anima affinchè accada il miracolo della fratellanza, dell’uguaglianza e bianchi e neri, di religione diverse nelle cattedrali alle più piccole chiese di montagna, in quelle di  sperduti villaggi si canti lode al Signore.
Facciamolo diverso, più ricco di umanità che di doni.
Facciamolo di comunione e di condivisione.
In quei tempi ci si riuniva in casa, ognuno portava qualcosa e si aggiungeva sempre un posto a tavola, trascorrevamo lunghe serate a parlare, scherzare e ridere; allora si era felici con un tozzo di pane e confrontandolo con questi “ Natali “ trascorsi e quello a venire, quelli erano proprio belli, poveri ma belli.
Allora cos’è che li fa brutti così?
Cos’è che fa diventare il Natale già scontato, già passato ancora prima che arrivi?
Sarà forse quell’avere “ tutto”!
Ma non c’è Amore,
non c’è fratellanza.
Non c’è amicizia
non c’è Gesù!
Io che mi aggiro sempre tra gli “ scartati “ tra quelli che non ce l’hanno fatta, a Natale porto sempre qualcosa in macchina per farne dono e qualche volta se ne hanno voglia trascorro con loro delle ore. E mi sento più ricco di umanità, mi sento bene.
Ma c’è a Natale anche l’assenza delle persone amate che non ci sono più,
gli amici lontani, quei figli che lavorano in altre nazioni, genitori nelle case di riposo, gli ammalati negli ospedali.
Ecco facciamo il Natale diverso, di poche strenne natalizie e invece raccontiamolo ai bambini per non farlo morire del tutto!
Dipingiamolo di rosso come speranza e non del sangue di guerre dimenticate, di gente divorata dagli squali, dal terrorismo!




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