giovedì 21 maggio 2020


Stringimi forte che nessuna notte è infinita
( Renato Zero )

Di Vincenzo Calafiore
22 Maggio 2020 Udine
.. certo io posso mentire a me stesso.
Vi sono le alternative della regalità:
il nulla o l’inganno.
Può la menzogna farmi diverso di me stesso,
così che una parte di me abdichi e dimetta
la sua regalità, e si faccia serva di quell’altra…
                                                                                                     Una ribellione interna…o delegare a me la regalità
                                                                                                     E farmi suddito, ribelle, schiavo, servo… di me stesso. “
                                                                                                                                                          Vincenzo Calafiore

Mi affaccio nella notte che m’inganna con i suoi propositi, e mi par di udire la voce in lontananza del mio mare, dominato dal benevolo sguardo di Atena, ma le voci dei compagni, quando tornando da scuola, passandole davanti ci si inchinava alla sua beltà.
Io che di Nausicaa innamorato, recitavo dichiarandole il mio amore, versi che al cuore mio concedevano beltà e felicità del vivere, coi libri in mano facevo finta di avere una ragazza, di averla accanto la infinita bellezza e grazia delle forme dei seni suoi appena pronunciati.
Scruto le rovine del tempo mio, ascolto tutti i possibili fruscii dei pensieri miei che lontano mi portano e adducono a una felicità fatta di niente.
Ma stanotte non odo il canto dell’anima.
O la voce sua che mi sussurra quel – ti amo – che tanto vorrei udire, ma anche un suono futile basterebbe, che ne so un suono irrisorio e minuto, tanto esile, e tuttavia non potrei non tentare di coglierlo.
E’ come se io e la notte non ci appartenessimo, e per giustificare forse la mia consolazione ripeto le parole che vorrei dirle, ma giacché, quelle parole sono state pronunciate in un tempo che non mi appartiene, sono andate perdute assieme ai pensieri, ai desideri di poterla mare … la mia dolce Nausicca che da qualche parte sogna come potersi librare in aria e raggiungermi o andarsene chissà in quale deserto lido .
Io e la mia vita due cose che si appartengono e si cercano con la stessa costanza di un tempo che mina e trasforma la mia fisicità.
Sono così vecchio e canuto, che mi pare d’essere come una barca stanca di troppo mare, sono stanco del poco amore.
E tuttavia in questo tempo di mediocrità mia, ho cessato di esercitare la mia regalità tra i pensieri e i desideri mentali .. ma anche fisici, sono troppo stanco delle similitudini e in questa maniera di vivere mi accade di inventarmi il dolce remeggio del mare, la viscida distanza da lei.
Non erano altro da me,ma in essi trovo la maniera di riconoscermi, di ripetermi; così provo la gioia della forma, l’attrazione di una siluette amata e conosciuta tra lenzuola di raso e morbidi cuscini odorosi di rosa di un sogno.
Mento nuovamente a me stesso!
Ha un nome?
Lo ascolto questo nome,con piacere, ma perché non negare il mio interesse, la mia attrazione …  e giacché l’ho pensato, sosto immobile come un rudere tra i ruderi, mi faccio paziente e vecchio come una inflorescenza, avvicino la luna e cerco di cogliere le sue fattezze in questa luce abbagliante della notte, così che nessun gesto, nessun pensiero infranga le amate atmosfere nelle fragranze di un amore.. ecco perché io mento, sebbene non veda perché e come io menta a me stesso negandomi che l’amo.
Quando cominciai a pensare l’amore, lo feci tra le rovine della mia esistenza, sperando che quella immaginazione fosse capace di trarre a se esseri capaci di amarsi, che la singolarità delle forme, l’agevolezza degli anfratti potesse richiamare a se, la consapevolezza delle parole, dei pensieri.
Spalancai le porte del cuore, le finestre degli occhi, perché lei potesse capire che in ogni ora poteva avere accesso presso di me!
Stingimi forte che nessuna notte è infinita amore!
Amore sai, abito una allucinazione meravigliosa!
E questa è la mia vita.
Adesso ti prego stringimi che la mia notte è quasi finita.




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