lunedì 18 marzo 2024


 

                                 Tu nella mia vita

 

Di Vincenzo Calafiore

19 Marzo 2024 Udine

“ ….. Tu vieni sempre da me,

quando sei triste, quando la vita

non ti sorride. Tu vieni, che io,

anche se non servo a niente,

ci provo a farti sorridere, a farti

stare bene! “ Vincenzo Calafiore

 

 

Su questo pianeta, niente è eterno, tutto è destinato a sparire, compreso noi che siamo di passaggio, nella nostra vita che in quella degli altri.

A volte siamo dimenticati, a volte diventiamo storie ….

Storie da raccontare, da ricordare e da dimenticare, tutto dipende da noi, dalle scelte fatte assumendonesi le responsabilità fino alla fine, senza nascondersi, senza paura; perché quel che conta è essere responsabili delle proprie azioni.

 

Nella vita, del nostro vissuto non si dimentica niente, le cose cambiano solo di posto, ma tutto rimane dentro . Non è mancanza di memoria, ma di interesse è un po’ come diventare poveri; hai meno possibilità nella vita, non sono tante le persone che ti cercano. La dimenticanza a pensarci bene, forse è un’ultima carezza della vita, uno sconto di pena che Dio ha previsto per chi ha vissuto a lungo e ha più ricordi del necessario.

 

Io ricordo!

Si che mi ricordo, e mai potrò dimenticare quella volta che ho guardato con meraviglia i tuoi occhi, e lì, in quel preciso momento decisi che Tu saresti potuta rimanere nei miei giorni, tra i miei sogni, le mie speranze …. nella mia vita, essere la mia vita!

Io sarei stato la tua esistenza e tu la mia, così fino alla fine dei giorni e chissà se qualcuno si ricorderà di noi, del nostro tempo insieme, così breve, così eternamente breve da sembrare una vita, un piccolo mondo antico insieme che solo noi potremo sempre ricordare.

 

Amare e guardare l’esistenza propria come a un paesaggio dai colori forti, parole scabre come l’esistenza stessa che stenta il suo cammino in compagnia di visi pronti ad affacciarsi con le pene antiche e la fatica di sogni uno dietro l’altro irrealizzati e lasciati nel limo dell’esistenza a sua volta  nel buco nero di un cosmo indifferente.

La narrazione di ogni storia individuale, dalla crosta rugosa, incatramata, è fatta da un  sotterraneo incrocio di bisbigli, raccolte risonanze di parole dette a metà, forse taciute, smarrite nel profondo gorgo dei giorni che non si vedono, sempre vicini e sempre altrove, lucenti là dove possono trovarli solo le speranze.

 

Ci si smarrisce e ci si chiede in tanto che si guarda un mondo che, sembra una foresta di trappole e di maschere; uomini e donne affamati di luce, di verità, come insetti giungono da ogni epoca e tempo nell’infinita notte stellata in cui poter strappare: un si ! , mentre le vicende personali di ognuno si avviano a diventare solo memorie!

 

Da qualche tempo non riesco più a scrivere. Il mio cuore si è fermato in un tempo ben preciso e non vuole tornare.

Non puoi immaginare come possa mancarmi il rumore del pennino che graffia il foglio, l’odore degli inchiostri, la conversazione con l’anima, qui in questa prigione. Il cuore si inaridisce a volte ….  Ad un certo punto mi sono mancate le parole, mi sono mancati i colori, le immagini, i giochi con le parole.

Mi ero reso conto che le ultime favole che avevo scritto le avevo scritte per i grandi e non per i bambini. I grandi, a parte quelli che non sono riusciti a crescere come me, non capiscono più, si sono dimenticati che ci si può innamorare ancora, ed io mi sono innamorato di te!

 

Nessun commento:

Posta un commento