sabato 26 luglio 2014

LEI
Di Vincenzo Calafiore
Quantunque noi prigionieri di certi pensieri usammo parole a noi sconosciute, di un linguaggio nuovo, di un modo e maniera di vivere e di interpretazione diverse, ancora assieme attraversiamo strade di gente che con noi non aveva nulla a che fare.
Io e lei ci siamo difesi, abbiamo difeso quel poco che di noi ancora esisteva e palpitava sotto la pelle riconducibile a un cuore che batte un tempo asincrono, diverso da quello che costretti dividiamo con distacco, con un margine simile ad un confine.
Lei conosce le scritture pupillari sa ascoltare il ritmo delle mie parole e rimane ad ascoltarle, lo ha fatto ieri, lo fa ancora oggi.
Ma io a volte non riesco più a tenere certi ritmi e mi abbandono in un silenzio in cui posso rimanere come un archeologo a scavare con le nudi mani alla ricerca di un qualcosa che mi possa permettere di compiere quel salto all’indietro nel tempo per ritrovare me stesso.
Non mi riconosco, mi smentisco continuamente recitando quel ti amo che rimane impronta indelebile, diviene strada che riconduce a lei dopo i viaggi nell’anima.
Le parole delle donne sono forti remi capaci di fendere le durezze,
falci che mietono ipocrite bugie,
infondono e traducono sentimenti e sensazioni in altra vita ancora da vivere.
Voglio che lei abile nocchiera sia foriera di altre intimità, di nuovo ti amo!
Lei è un mondo mutevole, fatto di volte in volte.
E’ un linguaggio mutevole, è continua evoluzione.
E’ desiderio.
E’ Amore.
Nonostante la mia irrefrenabile voglia di riprendere ogni giorno il mare, dopo tanto remare e giunto al limite sento il suo richiamo che mi fa tornare indicandomi la rotta più breve com’ è brevità l’assenza, e l’orgoglio.
Cado nel suo abbraccio e sento di aver trovato quel che la mia anima cerca.
Pensare a lei come a una cosa sicura è un errore che potrebbe condurre alla catastrofe, perché per averla bisogna essere uomini capaci di mare, saperla amare e custodire come la più preziosa gemma.
Ricordare invece che ogni volta che lei muore o è violentata, stuprata, sono una parte di noi che muore.
Lei è quanto di più appropriato e vero sia nel creato.
Ricordiamolo!

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