giovedì 15 gennaio 2015



NON FIRMARE



Di Vincenzo Calafiore


Si sente molto spesso parlare del cosiddetto rapporto di coppia, io in verità non sono riuscito ancora a comprenderne il significato ne sapere cosa esso sia in definitiva. Parrebbe fosse il semplice relazionarsi tra due entità diverse o uguali, moltiplicandolo pure. Se è quel che io penso, credo di potere affermare che
questo  rapporto di coppia di cui tanto s’ode parlare sia una condizione di per se difficile e disaggiosa.
Lo si può reggere tranquillamente e con serenità per tempo molto breve, figurarsi poi in quella condizione detta “ matrimonio”, una vita intera di condivisioni con un’altra entità, marito-moglie.  
E’ un gioco di equilibri, nel senso che l’uno non dovrebbe prevaricare l’altra e viceversa,
è un dialogare dei sensi e degli occhi, senza l’uso di tante parole,
a volte è un gioco al massacro.
E’ tenuto vivo dal supporto quotidiano dalla comprensione e da un susseguirsi di sentimenti, uno spazio infinito di se e di ma.
E’ talmente vero, talmente difficile che ad un certo momento impreciso e inaspettato la
coppia “ scoppia” determinandone anche la fine.
A mio modestissimo parere penso che ad esempio in una coppia “stabile”  più o meno affiatata e allenata, non mancano nella quotidianità i motivi di scontro il più delle volte banali ma che sono allo stesso tempo segnali di insoddisfazioni personali dell’uno o dell’altra; ma anche motivazioni serie, forse in questi casi si dovrebbe far ricorso al buon senso, alla ragione.
Ma ci sono casi terribili in cui la condizione è quella di un uomo che violento di se, scarica le proprie insoddisfazioni, cattiverie, violenze, sulla moglie riducendo la stessa in una forma arcaica di schiavitù materiale, intellettiva, sessuale.
Questo genere di uomo il più delle volte ricorre all’uso anche delle mani, da qui il
“ femminicidio”, la deturpazione, la violenza sessuale dentro e fuori le mura domestiche.
Ma esistono anche altre forme del cosiddetto “ dominio “ dell’uno e dell’altro, la più comune è l’annullamento della personalità, dell’intelligenza, del pensiero, della libertà.
Per confutare questo pensiero basterebbe recarsi in un qualsiasi pronto soccorso per rendersene conto di quanto vasto e grande sia, e praticato molto, questo dominio.
Esiste anche il “ ricatto morale “ applicato con ferocia quando c’è l’esistenza della prole o quando uno dei due non è nella condizione di soddisfare autonomamente le proprie esigenze economiche.
Rimane comunque esso sia l’aberrante violenza perpetrata quotidianamente sulla donna e non si tratta solamente di violenza fisica, ma anche psicologica, sessuale – la donna oggetto- buona da usare a letto per l’appagamento di certe particolari o meno esigenze e poi  lasciata in disparte, separati da una invisibile leggera cortina di nebbia.
Forse in quei famosi corsi prematrimoniali, di queste cose si dovrebbe parlare, onde evitare di giungere davanti ad un altare e porre ignari la propria firma su un contratto che tutto prevede tranne che il buonsenso.                       

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