giovedì 2 marzo 2017




“ About Freedom “

La libertad  no muere, nace y duerme diariamente

Di Vincenzo Calafiore

Personale di Flavio Snidero.
Galleria d’Arte La Fortezza – Gradisca d’Isonzo da Sabato 25 Febbraio al 19-3- 2017

E’ di “ libertà” e di contrasti che si trattano nella personale di Flavio Snidero.
Non ho potuto sottrarmi alla – magia – e alla perfetta fusione tra poesia e realtà ed immagine, fra tecnica e arte, ha contribuito molto la Sua maniera di essere “ Artista” affinché si realizzasse questa personale. Forse da cercatore e poeta qual’è, e che è, data la sua facoltà di cogliere, più rapidamente e facilmente di altri, l’intima correlazione fra realtà invisibili e l’apparire microscopico delle cose, l’eterno divenire tra occhio e distanza organica vivente e l’inerte abbandonato, la magia di una luce rarefatta che, grazie alla mediazione di un sentire e di un cogliere l’attimo  che si fa immagine che dura nel tempo fissando un’entità, anch’essa labile e fluente qual è il pensiero o la poetica ricerca di un fermo immagine dell’attimo.
Le fotografie di Flavio Snidero lasciano trasparire le tristezze e le solitudini di questa società, “sostanze” che vanno oltre il visibile e mosse per silenziose relazioni fra “senso” e “ stupore”.
In questa Sua personale a guardarla con attenzione e poesia si ha la sensazione di attraversare un deserto animato da lasciti o dalla ricerca (affannosa ma delicata allo stesso tempo, amorevole e lucida) del sempre eterno rapporto fra senso e non senso, cultura e vuoto di cultura, umanità e disumanità, di quella via molto stretta che è il vivere, la vita dell’umano che ad ogni costo vuole forzare e colmare il silenzio con Dio.
Le immagini fissate con cura su foglio, affidate a un ritmo costante o a un percorso che cade a una meta vogliono essere o sono gli emblemi, le metafore di una filosofia esistenziale Sua che sembra o è espressa da un occhio capace di cogliere, penetrate come quello di un poeta di strada distante da ogni cosa, da ogni ovunque.
L’intensa contemplazione di Flavio, non sta nella realtà di un sogno d’Arcadia, ma in quella attuale per certi versi inquietante, ha prodotto fotografie che sono soliloquio, metafora dell’uomo solo con se stesso, smarrito in un universo di solitudini.
Per le immagini esposte con grazia e cura in un lungo percorso umano Otto Steinert avrebbe sostenuto che è possibile, al di là di ogni cosa, ottenere da una fotografia umanizzata, individualizzata, la vera immagine dell’uomo con tutte le sue possibilità di avvicinamento o allontanamento, di addizione e sottrazione, tutto nella luce del bianco e nero, che rilascia ombre e riverberi, poetiche lacerazioni del fotografo Flavio Snidero.
“ Beauty Inside” è questo il leitmotiv di “ About Freedom”, progetto che giunge e si conclude per il momento a Gradisca d’Isonzo presso – La Fortezza – dopo mostre fotografiche personali e collettive, svariati reportage di viaggio, la presenza alla Cascina Triulza nell’ambito di Expo 2015 di Milano e la pubblicazione di foto sue sul settimanale Wiener Zeitung di Vienna.
Flavio Snidero “lavora” sul volto che gli occhi vedono, decostruito e ricostruito attraverso la mediazione del sentire. Suo modello non è quindi un’immagine ma tante immagini di un presente guardato nella sua trasparenza, dal retro pagina, ora smarrita nelle pieghe di certe solitudini ora intravista tra le righe di un tempo che in un certo modo ne scrive l’epidermide, ora perduta sotto una stratificazione di titoli e di lettere maiuscole, di paroloni che non esprimono e non dicono nulla che producono solo rumore, un rumore gradito da una platea che applaude.
All’interno di “ About Freedom” ci sono temi affrontati, che evidenziano la vastità e la fluidità dell’attuale panorama dell’arte contemporanea.
Questo lavoro di sovrapposizione di segni non avviene in camera oscura, ma in presa diretta esasperati aggressivamente i passaggi di tante realtà in un gioco tra luci e ombre, che visualizzano simultaneamente gli aspetti dello stesso volto drammatizzando i particolari come quello dello sguardo. Ma questo sguardo al volto di un sistema, che non riesce tuttavia più a rassicurare nessuno, non vuole forse la messa a nudo dei tanti travestimenti drammatici a volte più insidiosi delle tanti solitudini?
Questa mostra o personale di Flavio Snidero forse nasce anche dall’esigenza di uscire anche dall’isolamento che circonda la “ fotografia “ per distruggere i pregiudizi ghettizzanti e autoghettizzanti che ne fanno una cenerentola o addirittura un’altra cosa rispetto alle arti  figurative.
Qui si può toccare con mani quell’alternarsi del continuo e discontinuo, fra il denso e il fluido o il comune e il raro che connotano lo spirito del visitatore attento e non superficiale alle stesse emozioni. Le foto allora diventano reti talora veli fluttuanti, percorsi da una invisibile brezza, forme dense di umanità opacizzate da una inumanità che leva le trasparenze dell’anima con effetti quasi serici di luminosità diretta, diffuse quasi a coprire tutto un orizzonte che sfiora talora gli assurdi realismi che inseguono quasi senza soluzione di continuità in un gioco ambiguo fra realtà e finzione.
L’amore per l’arte, per lo scatto, trapela fra le fitte maglie o si accampa filtrata, osservando dettagli ravvicinatissimi, le maglie costruiscono le righe su cui si sovrappongono parole e discorsi per farne punto d’incontro ove soffia il vento della cultura tutti i giorni attraverso il tempo delle veglie e della vita e dei sogni che non vogliono e non devono morire per toccare il cielo.









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