mercoledì 15 marzo 2017



L’Amore negato



Di Vincenzo Calafiore
16 Marzo 2017
( 100 pagine in una, un racconto da scriversi)

“ chi e cosa potrà mai sostituire la bellezza come lo sguardo di una donna?”


In questa “ nuvola” consistente di magia si può vedere il mondo, che gira veloce come girandola di carta nel soffio del vento, io al contrario preda di un moto lento, il moto della lentezza.
Non ho tanto tempo, non posso aspettare più nemmeno un attimo lungo un secolo, e finalmente ti vedrò venirmi in contro da quel tuo nascere e morire dentro un attimo, dentro un secolo di vita.
Urlerò il tuo nome e chissà quanti altri nomi avrò da ricordare a memoria, nomi da urlare nella notte a cui la tua assenza mi scaraventa, per farmi ritrovare, per farmi ancora sognare, per darmi ancora un altro tempo, un altro amore, un altro motivo per cui lottare e andare avanti.
Io mi ricordo di te, delle tue silenziose lacrime perdute nei deserti attorno ove si son  barattati sogni e ricordo le lacrime dentro me, ora come sogno torni a parlare di te, di come sei ferita e umiliata, nuda e sconosciuta ora ti presenti alla soglia dei miei tanti perché dimenticandoti di come mi hai fatto morire in un bicchiere colmo di neve.
Ci vuole coraggio per ricominciare, a non sbagliare, a non deludere, a non ferire.
L’amore è tutto in quelle notti da decifrare e sogni da imparare a memoria per poterli raccontare;
l’amore è in quelle penne e matite che sanno scrivere di te e dipingere con un po’ di chiaroscuro su fogli di carta che svaniscono alle prime luci.
Se fossi come dici, avessi un coltello toglierei i sogni dai miei sogni.
E non è questo il peggio!
Ti vedrò lontanissima in quegli sguardi che ti cercano.
L’amore è una cosa che manca al mondo.
Da viaggiatore che sono vago in quegli spazi che ci videro felici, è un andare e tornare a mani vuote sempre più solo, sempre più sprofondato in quei silenzi che cuciono le labbra.
E vivo come un ladro, come un animale che di giorno fiuta la via per tornare e di notte passo dopo passo ruba la tua figura all’ombra per poterla ancora amare, quando il sonno vincendoti ti fa mia.
Amarti di notte quando c’è poca luna,
amarti per ore in quel tempo da fermare.
Quello che manca è un po’ di silenzio
e non sento il mare salire, non sento l’aprirsi e il chiudersi di porte sbattute dal vento.
Perché quello che serve alla vita è l’amore di acqua e terra, da baciare, da coltivare, per fare pane, per fare amore.
Io sono quell’uomo che un tempo aveva un sogno e per quel sogno è andato per mari sempre più grandi; quello che manca a questa mia lunga notte sono le parole che avrei voluto dirti, parole imparate in altre vite e mai raccontate.
Sono vivo e mi basta la poesia che c’è in uno sguardo, in un sorriso, in un ciao.
Vivo e mi sento vento che s’intrufola tra i tuoi capelli, che ti costringe a socchiudere gli occhi,
che costringe le mani alla bocca. E so aspettare!




Nessun commento:

Posta un commento