giovedì 26 aprile 2018


L’amore è mancarsi sempre

Di Vincenzo Calafiore
19 Aprile 2018 Udine
Simposio  
di Platone (IV sec. a.C.)  
Discorso di Socrate 

In quel tramonto erano rimasti nell’aria, il suo sorriso e le parole, imbrigliati nelle spire della risacca; nel suo lento andare e venire non c’erano pensieri né desiderio se non quello di trovare al più presto un riparo e sfuggire così alla notte incombente con tutte le sue ombre che silenziose scivolano via come barche in mezzo a un mare.
Io lo sapevo che più l’amavo e più l’avrei persa.
L’amore non si lascia imprigionare dalle parole … il linguaggio è degli umani come l’imbracatura di un concetto … ma l’Amore no! L’Amore non si lascia chiudere in un recinto è un qualcosa che va oltre i sensi, sottraendosi così a ogni possibile umana definizione.
Ed io l’amai così senza recinzioni, senza limiti.
E’ dunque con il fiato in gola che ci accingiamo a seguire il tentativo più straordinario mai compiuto dall’uomo per dare compiutezza a qualcosa di inesprimibile qual è l’Amore. Da sempre in tutte le maniere abbiamo esplorato il Simposio platonico - il discorso di Socrate - prestando attenzione al suo ragionamento sull’Amore, che poi è un sentire: “ sgorga dalla testa ma risuona nel profondo, là dove i pensieri non possono arrivare e regna incontrastata l’intuizione.
Come tutti i grandi filosofi, Socrate è lento nei suoi ragionamentei. Parte flemmatico, quasi neghittoso, e un passo dopo l’altro porta a scalare le montagne. Comincia con l’elogiare i discorsi degli altri commensali e intanto arrota i coltelli dialettici con cui li affetterà. Chi è Eros?, si domanda.
E’ amore di qualcosa?
Desiderio di qualcosa?
Ma se lo si desidera, significa che non lo si possiede?
Ne consegue che noi amiamo soltanto ciò che non abbiamo!
Questa è la verità. 
In effetti è proprio questo l’interrogativo che da sempre domina le notti e i momenti di riflessione.
Ma l’Amore i tanti cuori abbandonati o traditi, si chiedono - si esaurisce con la conquista oppure esiste un modo per trattenerla anche in seguito?
Ma anche dovrebbero chiedersi cosa non hanno fatto, e cosa non hanno espresso alla Donna amata; ammettere la propria pochezza o iniquità ( vale per entrambi i sessi). Chiedersi se l’hanno difeso questo Amore, se l’hanno umiliato o offeso con i comportamenti egoistici, col menefreghismo, con la propria miseria umana, con l’essere arrogante, ignorante, cieco. 
Socrate sembra indicare una via d’uscita. Certo, un povero ama la ricchezza perché non la possiede. Però anche un ricco può amare la ricchezza. Nel senso che amano poterle avere anche in futuro: in una dimensione temporale, cioè, in cui non le possiedono ancora. Perciò è possibile continuare ad amare una persona anche dopo averla conquistata. Succede quando desideri conquistarla anche in futuro. E’ la tensione verso un obiettivo non ancora raggiunto che tiene in vita Eros. 
Bisogna sempre essere affamati, direbbe Steve Jobs. L’amore vive finché si fanno progetti e sogni in suo nome. Finché si coniugano i verbi al futuro. Finché coloro che si amano non smettono mai, almeno un po’, di mancarsi. 

Le storie d’amore possono finire in qualsiasi momento e per la qualsiasi causa. Poco male quando la cosa succede da entrambe le parti e ci si lascia di comune accordo. Quando invece si è lasciati, allora non è più un semplice dolore: l’angoscia di essere abbandonati può divenire una vera malattia, una frattura che spezza la vita in due (prima e dopo l’abbandono), lasciando svuotati e confusi. Occorrerà farsene una ragione trovare una spiegazione, capire, e apprendere dall’esperienza della perdita, ma ormai sarà troppo tardi e rimane solamente l’aspro sapore della sconfitta, della perdita. Una delle cause più frequenti ( errore commesso dagli imbecilli) è quel tipo di relazione cosiddetta: "collusione narcisistica ". In questo rapporto l’amore è inteso prevalentemente in funzione simbiotica, "amore come essere uno ", e comporta abitualmente un partner schizoide. L’unione simbiotica è un rapporto sado-masochista (dove il più forte fagocita il più debole) e in cui va perduta l’identità e la "noità" della coppia (l’essere noi). La relazione matura comporta invece una unione nella distinzione, il rispetto dell’altro come distinto, l’accettazione della diversità.
L’amore maturo è caratterizzato invece da solidarietà, compartecipazione, parità di possibilità di autorealizzazione al cento per cento. Senza eccessiva competitività. La mancata evoluzione verso un rapporto d’amore più maturo può condurre alla crisi di coppia!




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