venerdì 13 aprile 2018


Ti amo e non sai quanto
Di Vincenzo Calafiore
13 Aprile 2018 Udine


Sai, da queste è difficile immaginare che oltre i muri da qualche parte ci sia Tu, quella che un giorno d’aprile mi venne in contro con quel sorriso che ancora ho in testa.
Adesso non ricordo più quegli occhi lucenti, non ricordo quei capelli biondi come spighe di grano mature … un tempo vi infilavo la mano tra i tuoi capelli e mi piaceva sentirli li stringevo e annusavo, lo facevo, lo feci per ricordarti… ma ora?
Ora tutto è scivolato via, piano piano senza che noi ce ne accorgessimo.
Siamo stati nuvole isolate in un tramonto, separate da tutto nel cielo, in quello spazio  di riflessi di ogni colore, riflessi tranquilli che hanno riempito più in su il cielo.
I miei anni assenti nelle grandi pene delle tristezze tutti negli occhi metà colore, metà ombre, chiusi agli ultimi lenti raggi di un sole ( L’amore) che scompare assumendo forme di colore che non sono né di esse né delle cose su cui si posano, come parole non ascoltate, come sogni rifiutati. In quella grande pace al di sopra delle ciglia tue, tutto respira e prende vita su due strisce di labbra in un sospiro profondo, muto.
Dei fili argentei, come fossero raggi di sole tra i capelli disegnati sui muri, oltre le pareti, oltre le tempie in cui si son raggrumati quei sogni che assieme una sera cercammo tra i granelli di sabbia ancora calda, che me ne faccio, se dopo attorno a me non c’è nessuno ch’io voglia amare?
Come ultima notte della mia vita, vorrei contemplare la tua fotografia trasparente seduto qui, sul bordo di questo tramonto inaspettato, improvviso.
Come dimenticare la gioia di stringerti a me… e se la gioia lasciasse cicatrici? Ebbene ognuna di esse la ricorderei, la ricorderei anche tra trent’anni perché me la sono fatta io accarezzando un’idea per poi lasciarla andare via e piangere dopo di quanto sono stato stupido.
Forse la differenza tra me e te è che ho sempre chiesto poco. Io e te i più spettacolari colori di un amore al tramonto come quando il sole incontra un orizzonte, forse questo è il mio grande unico peccato.
Sai, quando si è tristi non si ha voglia di vivere, si amano solo i tramonti….
Se io potessi tornare indietro tornerei ad innamorarmi di te, rifarei gli stessi errori, gli stessi sogni che a me ti videro felice e serena; negherei davanti al cielo di amarti, correrei lungo i tuoi fianchi  di pan di zucchero, rifarei gli stessi viaggi nell’anima, tornerei a rubarti l’anima.
Ti bacerei nuovamente come l’ultima volta davanti a una finestra, mentre pensavi di lasciarmi andare e a quella poesia guardata da sola andata sprecata.
Ti chiederei di tenermi per mano al tramonto, quando l’amore si spense e l’oscurità fece scivolare i suoi pesanti drappi. Tienimi stretto a te, tienimi per mano, portami là dove il tempo non esiste: non saprai mai quanto io ti abbia amata!




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