sabato 26 aprile 2014


LA FORMA DELL’ARIA

 

By Vincenzo Calafiore

 

Più o meno alla mezzanotte, la luna era già alta, luminosa come gli occhi del sole, incipriata vanitosamente se ne stava a guardare qualcosa che in basso si muoveva su una spiaggia deserta.

Prima riuscivo a dormire un po’ di più, quando i piedi erano leggeri come ali di gabbiano, ora che in questa mia età maestosa sono una forma dell’aria con qualsiasi tempo e in tutte le stagioni mi sveglio sempre alla stessa ora come ubbidendo ad un forte richiamo interiore mi reco sulla spiaggia che mi appartiene fino all’alba.

Passi pesanti e affanno lasciano impronte sul filo alto del bagnasciuga, confine che il mare ridisegna giorno e notte, per non perdermi nei chiari scuri d’una conchiglia conficcata nell’infinito.

Così io torno.

Così muoio ogni notte all’ombra di un ricordo che si rinnova al mio pensiero di bianco sale.

Lei era un sorriso.

Lei era tutto quel che giace in fondo all’anima.

Quando la mia vita prese forma io cominciai a respirare l’aria triste dell’amore, incontrandola incontrai quei passi smarriti de un mancato rientro nel cerchio magico tra occhi e mento.

Che come il mare fa con la riva io con le dita le ridisegnavo sorrisi e carezze a fior di pelle.

Mai per lei negai  poiché di me s’era preso tutto anche ciò che in serbo tenevo da tempo.

Al suo sorriso ho donato la mia vita.

Però.

Che strano gioco sarà mai questo trattenuto da legacci di tela bianca che lei usò sul suo corpo teso come la corda di un imzad?

Perché ancora oggi in questa mia età imbiancata dagli anni sento dentro di me la sua voce o il suo frusciare come vento tra i rami, sotto le lenzuola di lino abbracciati uno di fronte all’alto labbra con labbra e occhi con occhi?

Dov’è ora lei?

In quelle strane vibrazioni notturne in fondo al cuore, avverto l’eco dei suoi passi e del suo ansimare quando piano le levavo le sue vesti bianche.

Cadevano i cieli ogni notte entro il quadrato di un’alcova di veli leggeri e luci soffuse negli aromi d’incensi.

Talvolta stupiva l’alba con la sua luce degli occhi.

M’imprigionava fra le sue braccia fino all’alba quando spariva lasciando la sua forma d’aria negli occhi.

 

 

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