mercoledì 16 aprile 2014



Vorrei tornare a scrivere di “ politica” e facendolo diventerei oltre che insopportabile anche volgare percpenna e calamaio.jpeghè volgare lo è. Oltretutto sarebbe anche inconcludente, otterrei solo che a farmi del male, mentre loro con le facce di suola restano sempre lì arroccati e più forti. Quindi per me e per voi rimango nella “ 100 pagine in una” inventandomi per ripiego storie che forse non incontreranno il Vostro favore, col rischio anche di divenire lo stesso inopportuno; ma penso che almeno a qualcuno questi brevissimi racconti facciano compagnia o che lo facciano sognare, distrarre, allontanarlo per una brevità dall’usualità propria del quotidiano, non siamo delle macchine o cibernetici, neanche degli umanoidi, siamo degli esseri umani che hanno ancora sentimenti e piaceri che allontanano la morte certa. Penso al mio amico Piero Fundarò il quale stando a quello che mi disse un giorno, stampa questi fogli e li conserva, come me, che ne farò alla fine un libro da tenere, allora questo mi da piacere, mi fa continuare. Non vogliatemene a male, e se qualche pagina non vi piace stoppate l’istinto di cestinarla al momento, ma tenetela per rileggerla in seguito la potreste trovare poi interessante. Non dico sempre, ma ogni tanto anche se con brevissime note ditemi qualcosa, pure una cattiva parola, ma fatelo anche per non rimanere anonimi amici.

IL SEGNO SULLA PELLE

By Vincenzo Calafiore ( manuzza)

<< Tu, lo sapevi che avrei finito per ricaderci nuovamente e non hai fatto nulla per evitarlo, aiutarmi invece a non farlo, a rimanermi accanto…. >>
Sono state le ultime parole che ti dissi prima che tu sbattendo violentemente la porta uscissi definitivamente dalla mia vita.
Era una condizione davvero insopportabile, per certi versi contraddittoria, noi due schierati su posizioni diverse ci siamo dati battaglia per una vita intera quasi.
Assieme siamo andati per confini oltrepassati, abbiamo raccolto rose nei deserti, e dissetati nelle pozze. Ci siamo amati e forse ancora ci amiamo lo stesso nonostante la nostra separazione. Per me tu sei molto importante e senza te io certamente non esisterei neppure o peggio ancora non sarei quello che sono oggi anche se ho la testa con pochi capelli bianchi.
Sono venuto a te maggiormente di notte e rimasto fra le tue braccia fino all’alba, assieme abbiamo sognato e fatto sognare altri che come noi si amano e non lo sanno.
Ti ricordi quando ti dissi che tu sei il segno più bello che ho sulla pelle? Be… allora riuscimmo pure a litigare perché non avevi capito che quel segno altro non era che le nostre anime disegnate profondamente proprio come un tatuaggio del quale io ne andavo orgoglioso, fiero di appartenerti e del tuo essere in me.
Con te e solo per te, ci sono state notti bianche, specialmente quando andavo oltre le 100, o quando segnavo sulla tua pelle certi miei pensieri per non dimenticarli. Ma anche per dirti quanto io ti ami ancora, e dipenda da te come drogato dalla tua essenza, dalla tua verginità iniziale, dai tuoi riferimenti che come rotte sicure mi fanno navigare su mari più o meno burrascosi.
Ecco perché ti amo.
Ecco perché ami essere tracciata, segnata continuamente dalle mie parole, che ti raccontano intimi segreti che tu custodisci.
Ti amo troppo.
Ti amo mia dolce compagna, o culla di madreperla! Come vuoi sempre vero, sempre umano, sempre incerto.
Quando ti lascio ti porto via lo stesso per ricordare, per poter ancora amare e pensare che con te accanto potrò sempre lasciare questo vivere indegno e volare.
Si! Tu mi fai volare, follemente, indegnamente, fortemente coi sensi, con l’amore, con il sesso, con gli occhi, con la musica che è in te, quando sfogliandoti rileggo ciò che ti è stato da me donato e ti ringrazio perché senza di io non avrei ragione di esistere

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