giovedì 19 giugno 2014


CHE BEL COLOR MARRONE

 

Di Vincenzo Calafiore

 

L’indomani dagli ultimi accadimenti di cronaca, oltre a levarmi il sonno, mi hanno costretto mio malgrado a pormi delle domande che ora “giro” a una platea indefinita ed invisibile.

Che mondo è mai questo?

E se ancora possiamo definirci – umani - ?

Mi vien da piangere….. ma che umani siamo, se neanche le bestie vorrebbero rassomigliarci?!

Pensando a questa società planetaria mi viene in mente un groviglio di vermi intelligenti di vario colore, ubbidienti a un dio scuro, il denaro! ; vermi che si nutrono e vivono come le zecche, capaci di divorare altre vite per necessità propria o collettiva che sia, o per ubbidire ad un verme più grande e più potente che dal suo buco umido e profondo ordina secondo una sua logica, e studia nuove strategie.

Un grumo di vermi che disconoscendo le coscienze si muove e si sviluppa con  nuove aggressività alla quali forse non si era preparati; è oramai una strana abitudine ascoltare gravissimi fatti di sangue che immancabilmente vedono coinvolti madri e figli, eseguiti da uomini indifferenti all’odore e colore del sangue, levati con una doccia e uscire da questa come se nulla fosse, magari consumando poi una pizza o come in questo caso a godersi una meritata visione di una partita di calcio.

Le cause sono molte e tutte correlate.

Si potrebbe ipotizzare che oggi camminando per le vie del borgo di incontrare minorenni molto sviluppate e truccate, vestiste in maniera succinta, uguali e simili ad una maggiorenne tanto da non poterne distinguere le differenze. E’ accaduto anche a me che incontrando al mercato una mia carissima amica accompagnata da un’altra persona io abbia scambiata questa per una donna della stessa età ed invece era la sua sorella di tredici anni che io non conoscevo.

Sono troppi ormai gli uomini che vivono di perversione.

Uomini che si nutrono di pornografia, oramai tanto dilatante da raggiungere tutte le abitazioni ove vi sia un pc e una rete internet.

Anni addietro, ebbi modo di partecipare ad un piccolo convegno di insegnanti per meglio affrontare il problema – pornografia - ed educare  successivamente le classi. Allora feci un giro di boa in internet digitando la parolina magica: film pornografici.

Una quantità enorme di siti di cui alcuni pure visionati anche se in brevità. Ne sono uscito sconcertato e mi sono sentito un pirla, uno alle prime armi del sesso, che non era quello che io conoscevo; donne e uomini al massimo della perversione, donne con animali ecct, ecct.

Con ciò non voglio affermare che la colpa sia della “ donna “ oramai troppo spinta  in una depravazione incontrollabile. La colpa è di questa società amorale che si muove e vive come un groviglio di vermi.

Per poter dire qualcosa su questo argomento non basterebbero migliaia di pagine e comunque alla fine troveremmo sempre un qualcosa da aggiungere e così fino all’infinito di noi stessi.

Forse l’unica cosa ( e non l’unico commento) che si potrebbe dire, e che ci siamo allontanati troppo dalla costa e stiamo navigando a vista in un mare di merda.

E’ marrone tutto ciò?

Ma potrebbe anche essere il fatto che è meglio apparire che essere.

E’ più comodo lasciare che prendere.

E’ più facile svendersi che no.

Restano però sul terreno le tante donne ammazzate e violentate, bambini spariti nel nulla, seviziati e violentati. I massacri moderni da guerre e dai commerci di vite umane, le grandi migrazioni sul mare.

I nuovi cimiteri in fondo ad un mare di cadaveri, di cui questa società di vermi si nutre indirettamente.

Forse questa epoca sarà un incubo che spero finisca, incubo di tanti dubbi e di tante perplessità, accattivante, e drammaticamente vero, tanto vero da farci saltare dal letto con una coscienza sconosciuta, profanata e derubata d’una verginità ormai memorica.

Forse incontrandoci non dovremmo chiederci, come va? Ma, hai dormito?

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