IL CORAGGIO
di Vincenzo Calafiore
<< Fedro – Simposio –
Se vi fosse dunque qualche
possibilità perché una città o un esercito fossero costituiti per intero da
amatori e da amati, non vi è modo per cui potessero disporre meglio la propria
esistenza tenendosi lontani da ogni bruttura e gareggiando tra di loro in
desiderio di gloria, e combattendo insieme gli uni con gli altri, essi
vincerebbero, anche se in pochi, per così dire, tutti gli uomini. Infatti
l'uomo che ama sarebbe disposto ad essere visto da tutti gli altri mentre
abbandona la posizione o getta via le armi più che dal proprio amato e
sceglierebbe di morire più volte invece di questo. E quanto ad abbandonare
l'amato o non portargli aiuto quando corre pericolo non c’è nessun vile a tal
punto che amore stesso non lo renda pieno di ardore in valore, tanto da
eguagliarlo anche a chi è valorosissimo in natura... »
Io non so cosa sia veramente
il coraggio, ma se lo chiedessimo a un poeta esso saprebbe certamente
illuminarci su questo tema con tante pagine di parole; forse è una condizione
estrema o il raggiungimento di un punto di non ritorno.
Sarebbero interessanti le
“forme” del coraggio, le motivazioni o le casualità che inducono ad un atto di
coraggio. E’ forse l’eterna storia dell’uomo che nella sua esistenza ha in se
un’unica ambizione, ahimè irrealizzabile, di raggiungere le stelle non con un
razzo ma con le proprie forze.
Il pensiero torna a Ulisse, al
suo coraggio di non essersi arreso ed è tornato a casa!
Ma esso stesso potrebbe essere
una delle ironie della vita, dominata dal bene e dal male, dal caso. Così
perché non pensare al coraggio percorso da uomini e donne e bambini all’inizio
delle persecuzioni razziali che hanno preceduto l’Olocausto, di chi non riesce
a darsi ragione di un’enorme ingiustizia, di un vero e proprio tradimento
dell’umana coscienza.
Solo pochi hanno il coraggio
di tagliare le radici e scegliere la via dell’esilio!
Pensare alla quotidianità come
a una palude è un gravissimo errore, quando invece la quotidianità nell’immaginario
è un’arena ove ci si scontra non per vincere ma per sopravvivere alle barbarie,
al malessere che invade e pervade, all’insoddisfazione, alla solitudine, alle
delusioni, alle perdite.
In questo odierno è coraggioso
colui o colei che con dignità e orgoglio resiste all’oltraggio della
costrizione di vivere con appena 600€ al mese contro chi con tanto di più
rimane pure indifferente.
E’ coraggio percorrere la
strada della rettitudine
E’ coraggio rimanere onesto
Allora se dovesse prendere ad esempio coloro che si appropriano
indebitamente con mezzi più o meno legali del denaro altrui per conseguire agi
e privilegi, chi del coraggio nella sua vita ne ha fatto una ragione si
scoprirebbe essere o facente parte di una minoranza o di un’altra razza.
La verità dunque è che siamo tutti dei coraggiosi quando ogni mattina
ci apprestiamo ad entrare nell’arena con la viva speranza di tornare a casa non
da vittoriosi ma da uomini con tanto di orgoglio e di onore di aver fatto
qualcosa di buono per se e per la propria famiglia, un motivo per raccontare la
propria vita non per grandi avvenimenti da immortalare ma perché è la storia di
un uomo piccolo o grande che sia, coraggioso. Di un uomo, il quale sorpreso da
uno degli uragani più furiosi della storia, è sopravvissuto a un disastro che
ha inghiottito interi sistemi e milioni di persone migliori e meno fortunate:
la crisi monetaria volutamente applicata!
Nessun commento:
Posta un commento