domenica 22 giugno 2014


Pelagia

 

Vincenzo Calafiore

 

Non so e credo non sia importante conoscere o d’informarsene in che misura siano importanti le motivazione per cui abbia dato questo titolo al mio breve romanzo.

L’unica certezza consisterà forse nel fatto che esso rappresenti o potrebbe rappresentare anche in maniera ammiccante che in questo caso oltre a degradarlo lo potrebbe ridurre da titolo importante a nomignolo villereccio. L’Amore.

In realtà, io un po’ scrittore-giornalista boulevardier, scabroso per certi versi, e clandestino pure in questa borghesia culturalmente arsa.

Questa l’opinione mia prevalente.

Quanto agli intellettuali tutto gli si può chiedere, tranne di scendere dall’Olimpo in cui questa borghesia frequentatrice dei più raffinati bordelli e di pederasti, bellocci e piacenti, li ha posti.

Me ne sono sempre guardato bene di farne parte di questi grandi illuminati e tanto meno di quella glamour culturale, marionetta di se stessa.

Ma la cosa che più mi allontana da questa immane concimaia è il vedere ogni giorno gli stessi abiti, le stesse camicette, gli stessi tagli dei capelli, le donne tatuate che sembrano delle pergamene indigene, uomini che usano molto spesso il diminutivo, il volgare linguaggio in bocca alle donne e agli uomini, gli appellativi con i quali si identificano: capra, biscia, rana, ciccia etc etc…. e i nomi a cosa servirebbero?

Io sono un fuggitivo da tutto questo e vivo nella mia isola felice, sono fuggito dal piattume culturale, dal pattume sociale, da tutto quanto è trasversale. Mi sono salvato e finalmente libero posso scrivere racconti come questo: Pelagia!

L’isola che tutti vorrebbero avere e esiste solo per uomini capaci di mare.

L’amore che significa eternità e non è per tutti

Il sogno coinvolgente che pochissimi fanno

Pelagia è il compendio di una vita bella, anzi bellissima solo se lei è dentro!

 

 

PS.

Fra breve disponibile sul mio sito gratuitamente

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