martedì 18 novembre 2014


LETTERA APERTA

Di Vincenzo Calafiore

 

Egregio Signor Sgarbi,

a scriverLe è un calabrese, di Reggio Calabria per l’esattezza. Le scrivo perché sono indignato e offeso come uomo, come calabrese e come Italiano in ultimo; mi perdoni ma le devo dare dell’ignorante, anche se lei non lo è affatto, ignorante perché lei forse, non conosce la nostra storia e il nostro passato, non conosce la nostra cultura, non conosce la nostra amata terra. Lo ha dimostrato uscendosene  con quella infelice affermazione, dimenticando forse che noi calabresi siamo più italiani di lei dato che è la nostra terra ad aver dato il nome a quel paese a cui lei appartiene e vive comodamente.

Per Sua informazione personale vada prima a leggersi la storia e scoprirà così che la famosa e tanta osannata Unità d’Italia l’ha pagata la Calabria con la sua ricchezza.

Prenderà coscienza che noi “ Calabresi” siamo stati annessi  e certo non per nostra volontà.

Prenda coscienza dei campi di concentramento in cui sono stati avviati i calabresi, delle distruzioni e saccheggi di interi paesi, delle fucilazioni di massa,delle fossi comuni, delle donne violentate e poi uccise.

Ma va ricordato a persone che come lei facilmente “scivolano” le condizioni in cui la Calabria è stata lasciata dopo i porci comodi degli occupanti, le condizioni volutamente perpetrate per tenerla sempre in quella specie di limbo del ricordare e non ricordare. Ma si sono sempre ricordati di noi nei momenti delle campagne elettorali con falsi programmi e false promesse.

Ma la cosa peggiore per noi meridionali è la sconfitta  causata dall'Unità  come afferma Calabretta in un dialogo immaginario con Garibaldi – è stata la perdita della nostra identità culturale il senso di appartenenza che rende gli uomini orgogliosi della propria terra. Vi sono due modi per cancellare l'identità di un popolo: il primo è di distruggere la sua memoria storica, il secondo è di sradicarlo dalla propria terra. Noi meridionali li abbiamo subiti entrambi".

Il Sud deve rimanere sempre nelle stesse condizioni  in cui ancora sta! E’ scritto nel DNA  Romano.

Ma torniamo a noi Signor Sgarbi, i Bronzi appartengono alla Calabria e visto che la Calabria non è in Italia perché mai dovremmo prestarli a quelli che ce l’hanno messa sempre in quel posto? Me lo spieghi per favore. 

Forse lei non ricorda quel gentiluomo di nome Cesare Lombroso. Lo conosce, sa chi è? E’ un sedicente scienziato veronese ( guarda caso) che ha avuto il coraggio di sentenziare che noi meridionali siamo una razza inferiore! E pensare che la Regione Piemonte voleva inaugurare un museo in suo onore…. Un museo dell’orrore. E Sa perché Signor Sgarbi?

Se a Berlino ci fosse un Museo dedicato a Alfred Rosenberg, l'ideologo nazista della superiorità della razza ariana. E se nel Museo Rosenberg fossero esposti i resti dei deportati ebrei nei campi di concentramento. I loro scheletri, i loro crani sezionati per dimostrarne l'inferiorità.
Se a Torino ci fosse, e c'è, un Museo dedicato a Cesare Lombroso, l'ideologo della superiorità settentrionale nei confronti degli abitanti del Sud. E se nel
Museo Lombroso fossero esposti, e sono esposti, i resti dei patrioti meridionali chiamati briganti uccisi a decine di migliaia durante l'occupazione piemontese del Regno delle Due Sicilie. I loro scheletri, i loro crani sezionati per dimostrarne l'inferiorità racchiusi in teche a centinaia invece di essere sepolti nella loro terra come richiederebbe almeno l'umana pietà. Un'Italia cialtrona, razzista, inconsapevole della sua Storia celebra i 150 anni. La Regione Piemonte chiuda il Museo o almeno trasferisca i resti dei meridionali nei loro luoghi di origine.

Ecco perché i Bronzi non lasceranno mai Reggio, ecco perché lei dovrà guardarsene bene dal mettere piedi in Calabria. La saluto caramente e mi creda non sono delle minacce me ne guarderei bene dal farlo, ma sono solo consigli, perché non si sputa mai nel piatto in cui si mangia!

Lei ha il diritto di Nemo Tenetur Se Detegere

 

NOTE:

 

Garibaldi è stato quello che ha invaso da mercenario le nostre terre e quindi è stato utilizzato come mercenario per questo atto di aggressione, di colonialismo che viene denominato Risorgimento, Unità d’Italia .

 

………  secondo me nei nostri confronti è stata fatta un’ingiustizia tanto tempo fa e quindi cerco di dare un ordine alla mia storia, me ne sto per andare, mi mancava questo anello sugli studi risorgimentali, adesso negli ultimi anni che ho un po’ di tempo in più ho ricercato questa cosa e sto trovando l’inferno, il nostro inferno viene da lì, da quel 1860.

 

Il museo non va chiuso, però è giusto che le persone che visitano il museo, sappiano che prima di tutto quegli studi erano fondati su teorie bislacche, probabilmente più che dedicarlo a Lombroso, dedicarlo magari alle vittime dei suoi studi, perché poi i suoi studi hanno portato anche una marea di uccisioni semplicemente perché il meridionale era per forza un brigante e quindi un malvivente, quindi meritava di essere ammazzato, molto spesso anche senza un processo.

 

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