giovedì 22 dicembre 2016




Se questa felicità


Di Vincenzo Calafiore
22 Dicembre2016 Udine

Chiedimi se sono felice e ti dirò cos’è la felicità!
Tu me lo chiedi pur sapendo che non lo sono, penso che tu non sappia cosa sia in realtà, per te è solo una parola e se ti viene posta questa domanda risponderai di si … che sei felice.
Come fai ad essere felice invece quando attorno a te senti solo il rumore continuo di un qualcosa che crolla, è quel rumore che si avverte anche in mezzo a tanti altri, lo distingui e ne senti anche il dolore che provocano i crolli manifestandosi.
Parliamo anche se stanchi di questo viaggiare tra macerie e cose pericolanti, camminiamo così, senza una meta ben precisa guardandoci bene a non voler quasi approfondire cercando magari di capire che cosa sia questa felicità di cui tanto si parla.
Da quanto tempo è che assieme ci siamo messi in viaggio cercando di raggiungere quello che è il senso della felicità, la sorgente, sicuri che una volta lì finalmente la condizione misera e meschina a cui siamo stati sottoposti sarebbe finita.
La verità è che oramai quasi non crediamo più a questa felicità, più di una volta ci siamo fermati per dibattere con la conclusione che forse questa non esista che è stata solo una
“voce “ messa in giro chissà da quale viandante.
E noi creduloni ci siamo cascati e imbarcati in questo peregrinare di città in città, attraversato l’impossibile pur di trovarla, convinti com’eravamo della sua esistenza.
Era quasi notte e dalle alture di “Morzhaan” si vedevano lontani fuochi, segni di civiltà, segni di vita, ancora distanti, dai quali ci separavano altre distanze.
Accovacciati dietro le rocce abbiamo acceso anche noi un fuoco per scaldarci e da quel momento anche noi per qualcuno che era ancora in dietro siamo diventati un segno, una presenza, un segnale di vita.
Ti sei addormentata subito, stanca, ma sempre bella, avvolta in quel biancore che sa di pace e serenità; ti guardo dormire serena accanto al fuoco che ci accompagna ormai da sempre, mentre mi chiedo cosa sia davvero la felicità.
Ci ho pensato tanto, forse so cosa sia, ma è un qualcosa che voglio tenere dentro, custodire, proteggere dall’inutile e vanescente che soffia forte su tutto.
E’ quel trenino dentro che corre veloce, e correndo ti fa vedere luoghi bellissimi, quasi incantati; è un trenino che non si ferma mai la felicità dentro.
A pensarci bene io sono felice, perché questo trenino lo sento correre in me velocemente, senza sosta e vedo, sento cose dentro me che sono difficili da spiegare.
Penso alla felicità mentre il mondo attorno crolla, mentre noi due come due Re Magi ci siamo imbarcati in questo viaggio da quindici anni….  Sono felice si grazie a te che sei anche quando non sei, grazie ai tuoi occhi che mi hanno guidato e salvato dalle tempeste, grazie a quel tanto che mi doni senza chiedere nulla in cambio, ci amiamo in questa nostra silenziosa reciprocità ove ci scambiamo doni, e sogni.
Io e te fatti di tante promesse e di parole sottovoce, di giuramenti, di forza nelle braccia per poterci sostenere l’un l’altra con quella forza che lascia il trenino passando.
Penso che se tu non fossi lì dove i miei occhi e il mio cuore ti sente, io ti inventerei alla stessa maniera!
Penso al mio essere compagno di viaggio che ha sempre una mano dietro la tua schiena per sorreggerti e sostenerti nei tuoi passi incerti; sai, io ti amo e non so spiegamerlo bene cosa sia, ma so che è una grande forza, un legame profondo come radici che resiste ai venti, alla terra che si muove. Cado e mi rialzo, dormo e ti racconto di cose che i miei occhi vedono lontano, non so come esse siano ma è lì che voglio portarti fino alla fine del nostro viaggio.
Ecco forse la felicità di cui tanto si parla, è quel sentire dentro che potrò farcela a donarti ogni giorno qualcosa che quel trenino dentro passando mi lascia; e non è un sogno, neanche un’immaginazione è un essere che vive dentro e cresce, si manifesta negli occhi, in un sorriso, in una mano tesa, in un ciao, in un respiro lungo come un “oscià “.
Un “ oscià “ che sa di amore, di appartenenza, di eternità nella brevità di un battito di ciglia!

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