venerdì 27 ottobre 2017

Nella notte parlano i corpi

Di Vincenzo Calafiore
28 Ottobre 2017 Udine


Questa società che brulica, sfaccettata d’ignoranza, rumorosa e scomposta, sempre ai bordi del cono di luce: l’Amore, dentro il quale cerca di collocarsi.
C’è il bisogno di amare ed essere amati, come fosse nutrimento fondamentale per l’anima; così l’amore si manifesta attraverso il dialogo affettivo, anche per risolvere nodi di sofferenze personali, trasformando la relazione in qualcosa d’altro come l’amare interiormente, nel linguaggio dei corpi.
E’ una sensazione bellissima, indimenticabile emozione l’amore oltre i corpi, l’amore giornaliero dei piccoli gesti, degli sguardi che s’incontrano e si parlano con il linguaggio dei corpi.
Poi potrebbe accadere che i corpi non si parlano più, e gli sguardi non s’incontrano è la tempesta che sopraggiunge, ma se si ama sarà superata con altri linguaggi, con altri segni, ma sempre amore rimane.
Nell’accerchiante oscurità di questa cornice i volti s’intravedono, oscillano, vivono; i corpi si appannano e si sgretolano …. Tanti annegano, cessano di vivere l’amore e andranno per vie che non portano da nessuna parte se non verso il rimpianto.
Ma l’amore, il vero amore, non perde la sostanziale caratura della raffigurazione chiaroscurale dell’attesa e negli anni che volano via.
Non voler amare, non amare, non riuscire più ad amare è un accovacciarsi dentro un gran sussulto di nebbia davanti a un sipario immenso che potrebbe non alzarsi più.
Ad alzarsi sarà la malinconia in un gran vuoto o nel grande rumore di passi, di cose pesanti spostate: i ricordi, le immaginazioni.
Può allora verificarsi un passaggio di significati, di senso, da un contesto di vita all’altro, o di una dialettica parallela a quella specifica della coppia che vede due esseri amorevolmente intrecciati o intrecciarsi; amare porta necessariamente rinunce, superamento di egoismi personali e compromessi.
Tratti che apparentemente con l’amore gioioso o giocoso sembrano non avere nulla a che fare, ma che inevitabilmente si insinuano nella relazione.
Così amando e essere amati, l’amore diventa fonte di gioia, benessere, conferme.
Ma l’amore non sempre è una benedizione, può essere tormento, prigione, malattia che consuma al pari di un malessere fisico da cui non ci si riesce a liberare facilmente!
<< … lasciami, non trattenermi nella tua memoria …. >> l’addio.
Amare vuole dire anche libertà, liberi di esprimersi, di raccontarsi o di immaginarsi diversi, magari perdersi in un labirinto di frasi e di parole, di accenni e di sussurri.
Magari scrivere di lei poiché scrivere è come baciare senza labbra e di baci si addensa la notte quando parlano i corpi!
Nell’amore ci sono i temuti silenzi, i teneri rimbrotti dopo i litigi immancabili, pause nella vita che sin da quel momento del primo incontro non è stata più la stessa; l’incontro notturno intensamente voluto impossibile descrivere le emozioni le sensazioni in un gioco denso di erotismo e non privo di sorprese e di colpi di scena.
Non amare o non essere amato è come voler scomparire da una fotografia, facendo uno sforzo tremendo per trascinarsi dietro il peso mostruoso delle proprie passioni.


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