martedì 31 luglio 2018



Ecco, ti consegno il mio sogno


Di Vincenzo Calafiore
1 Agosto 2018 Udine




In questo alternarsi  malinconico dei giorni, in questo tempo più di transizioni che di sogni, rimane quel mio sentirti, immaginarti dentro,  averti in testa, nel mio cuore.
Lo so, uno scrittore finisce sempre per svelarsi attraverso i suoi scritti e qualcosa di più intimo, più profondo, sfugge e arriva o arriverà alla sua destinazione, io amore, lo spero sempre.
In questo mio tempo di alternanze, e di attese ci sei Tu, un’esistenza dolce che in me fai marea. Dovrei darti del lei invece che quel  -tu- confidenziale, no in questo caso.
Che mi fa ancora sognare e guardare la vita con occhi diversi si fa amare con tutta quella poca dolcezza che un uomo possa avere.
Io lo so che l’unico mezzo per raggiungerti oltre la nostra “ Pegasus” è la scrittura. Sai,
la scrittura è per me l’essenza della realtà che può fare a meno della realtà, che può sostituire ciò che non esiste e rappresentare un’assenza, costringere la realtà o la natura assente a presentarsi nella sua inafferrabilità …  come fa lei quando mi abbandona per un altro sogno che non è il mio.
Io che ancora scrivo e sogno l’amore.
Ma l’arte dello scrivere può, con l’invenzione, far intravedere un bagliore di verità, più della realtà che la cela nella sua esteriorità.
Ecco perché scrivo, scrivo di un sogno lungo una vita e mentre lo faccio la radio trasmette in

cuffia Edith Piaf Edith Piaf - No je ne regrette rien ed è un brivido che mi percuote smuove infinita dolcezza e desiderio di cantarla sottovoce assieme a lei.

Forse non lo sai, ma sono qui per te, per farti viaggiare pur trovandoti seduta davanti a una finestra spalancata sul nulla; forse non sai quanto sia difficile la mia vita, non conosci o non mi conosci così come sono.
Sappilo questo sono io:
Barba bianca e capelli arruffati dal vento, la carnagione olivastra, gli occhi mobilissimi, sempre pronti a seguire le strane traiettorie disegnate in cielo dai gabbiani … che mi basta scrutare il lento movimento delle nubi all'orizzonte ove sei tu per capire se la mia notte sarà propizia di sognare o rintanarmi per sfuggire alla tempesta.
Se mi guardi forse ti colpiranno i miei occhi e quel mio certo modo di farli parlare,  ho la voce, che a un tratto sembra spegnersi in un suono rauco, d’improvviso si dilata quando ti dico t’amo e s’aggrotta quando te ne vai via come un sogno… questo potrei essere io o sono io innamorato della vita e dell’ultimo sogno che mi lascia al primo albore.
Ma potrebbe essere tutto il contrario, sai,Tu vivi e risiedi nel mio cuore questo lo sai e non potrebbe essere diversamente.
Perché sai che ogni cosa, io stesso, veniamo da quel mare, lo stesso che è metafora dell’incertezza e del mistero della vita, la mia vita che segue il ritmo delle onde e l’intensità della luce del sole o della luna per razziare al largo dei mari, sogni ancora sul nascere.
Tu mi incanti coi tuoi occhi da strega, mi incanti con le tue labbra ogni notte e mi trattieni lì tra le tue braccia perduto e dimenticato; mi fai raccontare storie a chi l’amore non conosce coi toni e le pause con cui i vecchi attori incantavano gli spettatori delle tragedie greche. Con la mia voce profonda, roca, e le immaginarie geometrie disegnate nell'aria, quando accoccolati in una nicchia di sabbia ti stringo a me come fossi àncora per continuare ad amarti così come sei, con la dolcezza mia di narratore che narra una fiaba a dei bambini.
E questo mi ricorda lo “ scoglio dell’ulivo”… l’ulivo era frutto d’un patto stretto tra la terra e il mare. Un patto sancito con la complicità d’una rondine che aveva rubato un chicco da una pianta secolare e l’aveva deposto sulla vetta di quell’enorme masso caduto tra i flutti. La terra e il mare, contando sull’aiuto del sole, avevano poi concentrato l loro misteriose energie sull’oliva abbandonata, facendola parzialmente diventare un albero. Per secoli la pianta ha prodotto annualmente il suo prezioso frutto. Un frutto però, di cui nessuno poteva godere, se non il mare, la terra, le rondini.
Così Tu per me, in questo amore, in quel mio ti amo in mezzo al cuore.

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