mercoledì 16 agosto 2023




Da Auschwitz non è mai tornato nessuno

 

Di Vincenzo Calafiore

17 Agosto 2023 Udine


Le foto contenute in questo articolo

mi sono state concesse per l’utilizzo dal mio amico fraterno Gianpiero Bovolenta ancora adesso in visita ad Auschwitz, che ringrazio della gentile concessione.

 

 

AUSCHWITZ  Evento umano, anzi troppo umano, dal quale si dovrebbe e si deve ripartire ogni giorno per indagare sulle radici individuali e collettive del razzismo, della xenofobia, dell’antisemitismo.

Si celebra ogni anno la giornata della memoria o della “ SHOA’ “  per ricordare a questa umanità che non si dovranno mai più ripetere altre Auschwitz – Auschwitz Birkenau , Mauthausen…. E questa è una grande utopia, è una grande illusione, perché come da Hiroshima e Nagasaki, da Auschwitz quest’uomo, questo umano, non ha imparato nulla, perché ancora adesso di guerra si muore!

Auschwitz è il Lager simbolo come lo sono Hiroshima e Nagasaki, espressione profonda della crisi della civiltà occidentale e non.

Si trasformano in eventi metafici inspiegabili. Un’analisi profonda, vera, fatta con sincerità verso se stessi e poi in onore di chi non è mai tornato da Auschwitz ( Tutti ), dovrebbe rimuovere i molteplici luoghi comuni antistorici e la stereo tipizzazione  dei fatti e dei suoi protagonisti su cui si fondano le nostre limitate conoscenze.

Auschwitz è ben altro, è la collaborazione clandestina di certi stati che hanno permesso la fuga e la salvezza di tanti criminali gerarchi nazisti dietro pagamento in oro e opere d’arti trafugate, la concessione di passaporti e immunità!

Auschwitz è anche la cecità, il far finta di non sapere, di non vedere, eppure tutti lo sapevano, tutti ne erano a conoscenza.

Conoscenza che dovrebbe ricordare questa storia, letta tuttora da molti, come le agiografie su martiri cristiani e sugli eroi civili, solo in occasione delle ricorrenze ufficiali celebrative.

Quelli che uscivano in quei giorni da Auschwitz, scrive ne << La Tregua >> Primo Levi, “ non salutavano, non sorridevano apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno… era la stessa vergogna che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui e gli rimorde che esista … “ !

Il punto è di capire il – perché – di Auschwitz, se è stato un accidente della storia. E’ da interrogarsi: “ non si ripeta mai più “ sia destinato a ripetersi.

Scrive in un messaggio inviatomi GianPiero: “ Quello che ho visto oggi ad Auschwitz e a Birkenau ovviamente mi rimarrà per tutta la vita, questo credo sia fisiologico. Non faccio ulteriori commenti se non quelli degli scatti fotografici che ti mando. Sono molto provato. E’ difficile affrontare un’esperienza del genere… se pensi che Birkenau è grosso non loè ancora abbastanza per l’immaginazione con la quale sono venuto qui. Mi ha sfiancato dal punto di vista fisico tanto è immenso. Poi dal punto di vista mentale altrettanto. Impossibile che nessuno sapeva, c’erano 96 baracche a Birkenau. Si entra ad Auschwitz-Birkenau. Il dolore e l’assurdo colpiscono in pieno petto come una ventata gelida. Percorriamo il campo, le baracche, i forni crematori, le docce. L’aria è opprimente un nodo alla gola ci stringe come volesse tagliarci la gola.

Alcune ore di sospensione… si esce da Auschwirìtz.. è Auschwitz- Birkenau che non usciraà mai da chi ci è entrato, ma neanche chi la visita ! “

Per la responsabilizzazione etica dell’umanità, questo può in qualche modo ripetersi. “ Non ci sono demoni- scriveva Primo Levi, assassini di milioni di innocenti sono gente come noi, hanno il nostro viso, il nostro sangue, ci rassomigliano.

Imre Kertesz in “ Il Secolo infelice “ , scrisse: … qualsiasi dittatura contiene in sé la virtualità di

Auschwitz!

 

 

 

 

 

 

 








 

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