( 17-08-19 L.633/41 Protezione Del Diritto D’Autore )
Di Vincenzo Calafiore
13 Maggio 2025 Udine
“ … non sai e non potrai mai
capire
cosa significa lasciare la
terra dove si
è nati per andare a vivere in
un’altra
ove non ti sentirai mai a
casa tua, bensì
un ospite. Chi parte oltre al
vuoto di se
lascia il cuore, la sua
anima; che comunque
sempre lo costringeranno a tornare, a ricordare, a pensare, a immaginare. Si renderà conto a un certo punto della sua vita che tutto quello che la memoria gli fa rivivere quotidianamente, non basta più e vorrebbe tornare, ma il suo “ tempo “ non c’è più.
Succede la stessa cosa di quando si vede
il mare per la prima volta e si rimane affascinati.
Poi non si potrà più farne a meno
e si camminerà per strade da cui lo si potrà vedere sempre! “
Vincenzo Calafiore
Non sai e non potrai mai capire cosa significa lasciare la terra dove si è nati per andare a vivere in un’altra ove non ti sentirai mai a casa tua, bensì un ospite. Chi parte oltre al vuoto di se
lascia il cuore, la sua anima; che comunque sempre lo costringeranno a tornare, a ricordare,a pensare, a immaginare. Si renderà conto a un certo punto della sua vita che tutto quello che la memoria gli fa rivivere quotidianamente, non basta più e vorrebbe tornare, ma il suo “ tempo “ non c’è più. Succede la stessa cosa di quando si vede il mare per la prima volta e si rimane affascinati.
Poi non si potrà più farne a meno e si camminerà per strade da cui lo si potrà vedere sempre!
Ah! Quel mare pieno di voci e quel cielo pieno di visioni davanti alla finestra di un terzo piano che
tutti i giorni da questa città lontana da tutto, immagino e vedo solo io, a volte si sentono gli stormi di gabbiani rientrare e sopraggiunge la sera!
E’ una condanna a vita, il prezzo pagato per avere una vita diversa, da quella che in età giovanile lasciai sulle pietre lucide del Corso Garibaldi, tanti anni fa.
E’ il mare immaginato, sognato, realizzato con una stilografica su foglio bianco, di notte davanti allo schermo del computer; questo mare nel sangue, che lo consegna al cuore!
Ma come si fa a spiegare il Mare? Come si fa a spiegare che per noi gente di mare, il solo guardarlo è già tutta la nostra vita?
E sono tornato nella mia terra, come il gabbiano torna sempre sulla stessa spiaggia, per molti anni, quasi una vita, su e giù per l’Italia intera.
Ricordare è come sgranare un rosario ogni giorno, quei grani di leggerezza mi fanno rivivere attimi felici di un tempo fatto di magiche visioni è un film che rivive solo la mente mia.
Un mare tra due sponde, grande come l’esistenza! E’ questo che è rimasto di una vita passata lontana da lui, quante volte mi sono detto: << Dio come si è potuto passare una vita senza capire?>> Eppure è passata e oggi mi ritrovo con una vita più di silenzi e di tristezze che di felicità, dov’è il senso di tutto questo?
E ora, in questa mia età svaporata sono come una pianura che si affaccia a strapiombo sul mare, lo sente nell’aria, e non può vederlo; una pianura dove da poco è stato mietuto il grano, regna sul vuoto il rumore della brezza che risalendo dal mare, piega le cime degli alberi che offrono riparo dalla calura ai passeri e attraversata dalle giumente che rientrano dal pascolo. E’ Sera e sono privo di peso mentre intento nella memoria, sopra cieli, lungo viali e vani, scale, montagne di nuvole e di raggi …. Mi pare di essere lì, di non essere mai partito, con tutto il tempo di lasciarmi andare al mio antico vizio di sognare, antico quanto la mia vita.
Sognare d’essere ancora notte con la luna in cielo seduto su un masso ad aspettare l’alba, il sole che fuga le ombre, i sogni, le illusioni, riscopre la verità del mondo, la terra, il mare, questo attraversato da traghetti e navi, d’ogni barca, sfiorato da ogni vento, d’ogni rombo. Inciso nell’azzurro nel luglio, nell’agosto dalle linee nere, dai tralicci, alti quanto quelle delle campate che oscillano sul mare da Scilla al Faro.
E sogno feluche erranti e rapide nel mare …. a caccia di sogni e di magiche visioni …. grani di leggerezza in questa mia vita che non ha più tempo.
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