Per esistere è necessaria la “ Fiducia “
( 17-08-19 L. 633/41 Protezione del Diritto D’Autore )
Di Vincenzo Calafiore
16 Maggio 2025 Udine
“Conosci te stesso” è uno dei più
celebri e profondi
insegnamenti di Socrate, il grande filosofo
ateniese.
Questa massima, incisa sul tempio di
Apollo a Delfi,
rappresenta l’essenza del pensiero
socratico e il punto
di partenza per ogni riflessione
filosofica.
Socrate credeva fermamente che
l’autoconsapevolezza
fosse il fondamento per vivere una vita
autentica e virtuosa.
Ma cosa significa davvero conoscere se
stessi?
E come possiamo applicare questo
insegnamento
nella nostra vita quotidiana?
Vincenzo Calafiore
Faccio una premessa: questo mi è stato suggerito, come mi
capita spesso
dall’osservazione della società o contesto in cui vivo;
si nota una fortissima riduzione della fiducia verso l’altro e un’esponenziale
crescita dei disagi che questa comporta.
Si alzano sempre più frequentemente muri o barriere
difensive, si guarda l’altro come qualcuno di cui sospettare, o da temere.
Questa condizione di chiusura è dovuta alla paura fobica
di questa società che tende a degradarsi e scomporsi.
Dovrebbe far pensare e riflettere il fatto che non si
riesce più a dare fiducia!
E’ vero anche
che “ Fiducia “ e dare fiducia significa mettersi nelle mani degli altri e non
è una cosa facile! Farlo dunque è una grande scommessa verso se stessi e verso
l’altro.
Per poterlo fare occorrerà essere convinti se l’altro è
affidabile, che non ci abbandonerà mai e sarà fedele sino alla fine.
Dunque Fiducia e Fedeltà, non sono dei semplici sinonimi,
ma consequenziali.
La Fedeltà è quella dimensione molto intensiva della
fiducia. Mentre nella fiducia è permanente il sospetto del possibile abbandono,
nella fedeltà c’è l’inverso, vale a dire l’impegno a non abbandonare …
l’esperienza dell’umano la incarna in un qualcosa di più : L’amicizia !
A sua volta l’Amicizia ha bisogno oltre all’amore anche
della fiducia e della fedeltà!
L’amore passionale non ha in sé la dimensione
del futuro. Nella passione si perde la dimensione temporale, la passione
brucia, la si vive come eternità ed è destinata a spegnersi. L’amore che dura,
invece, è fedele. È la trasformazione della passione in amicizia: mentre nella
passione c’è furore e godimento, per far durare l’amore bisogna custodirlo,
saperlo sostenere. La passione si vive, l’amore dura se si coltiva e ci si
sente responsabili di questo suo durare. Viviamo in una dimensione sociale dove
se si accendono molte passioni, ma è difficile impegnarsi per un futuro soprattutto
in una società molto mobile dove i nuclei sociali tendono a restringersi. Poi
ci sono persone che scoprono l’importanza della reciprocità, quanto si può
essere importante l’uno per l’altro. In questo caso c’è un impegno a
sostenersi, alla fedeltà che tranquillizza.
Oggi la
società è attraversata da fenomeni in cui la mancanza di fiducia sta portando
ad accadimenti precisi. Il
digitale non ha prodotto nulla di nuovo, ha soltanto intensificato ciò che
esisteva prima, ed era sommerso. Non ha generato il male, ma ha potenziato le
dinamiche negative amplificandole con un mezzo di potere universale. La rete allarga
l’ambito delle conoscenze, il darsi amicizia dei social non equivale
all’intimità amicale, questo crea equivoci e potenzia l’odio costante che
diventa pubblico manifesto. Semplificando, i social sono un altoparlante dei
nostri vizi e delle nostre virtù.
E sono
d’accordo con Eco che ha detto che i social danno voce a una legione di
imbecilli!
Figaro nel Barbiere di Siviglia cantava
“la calunnia è un venticello”. Con i social è diventata una tempesta perché i
social permettono immediatamente di colpire il bersaglio. La rete è uno
strumento per mettersi in relazione, battersi per le proprie idee e scambiare
conoscenze, ma bisogna avere competenza. Non bisogna usarla per dire cosa a
vanvera.
E’ d’obbligo avere
fiducia nella propria anima, perché è psychè !
La psicologia
influenza il modo di pensare spargendo concetti di uso comune. Se prima si
parlava di inconscio, Super Io, pulsioni, libido, rimozione, nevrosi, lapsus,
oggi si parla di autostima, narcisismo, forza di volontà, motivazione,
resilienza, ecc. Il problema è che quando i concetti non si precisano, la
confusione prevale e le esigenze non trovano risposte. Così quando parliamo di
fiducia in se stessi, percepiamo il tema di un intimo rapporto con la propria
soggettività, ma se dovessimo darne una definizione, ci troveremmo a parlare
lingue diverse. Il senso comune è ambivalente: assimila ma confonde, apprende
ma banalizza. “Fiducia” e “se stessi” sono due universi polisemici, che se non ancorati
e dettagliati, evocano grandi emozioni ma pochissime idee.
La fiducia parte da un
sentimento positivo, correlato al piacere, di sicurezza e affidabilità verso un
oggetto (se stessi, gli altri, la vita). Il sentimento
ispira e si ispira a una valutazione dell’oggetto come buono, degno e
meritevole ovvero composto da beni. Sentimento e valutazione innestano un
fattore di previsione: ci si aspetta che il potenziale di sviluppo dell’oggetto
possa essere positivo e più che positivo.
Quindi come
recita il proverbio “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”
Io dico:
“Fidarsi è bene, fidarsi è meglio”!
Nessun commento:
Posta un commento