sabato 22 ottobre 2016




Io e te

Di vincenzo calafiore
23 Ottobre2016 Udine

“ … io sono qui  perché tu vuoi che io ci sia,
io scrivo e scriverò sempre di te che ancora
riesci a farmi sognare.
Io ti chiamo vita e tu rispondi con un sogno
e così continuo a vivere fino a quando tu vorrai! “
                                                                                                                                                    ( cit. di vincenzo calafiore)

Ci sono notti in cui i sogni giocano d’azzardo lasciano emozioni e strane sensazioni, che increspano la pelle, come fanno quei venti improvvisi col mare; dentro quei luoghi dell’anima c’è lei che a volte viene per raccontare e tutto diviene reale tanto che al risveglio ti senti inghiottito da un secolo, scopri così che i tuoi capelli sono diventati bianchi e pensi al bianco salino di un’età superba.
Lo sguardo cerca un mare blu, cielo di un mondo capovolto a cui vai con la certezza di ritrovarla quella “ vita “ dallo strano nome che è passata in te come una cometa, quella amata come un soffio di sogno, impigliata nelle trappole di una memoria che non lascia scampo.
Vallo a raccontare ai tuoi ultimi anni, vallo a raccontare a questi anni carichi di speranze a volte vane che tu ancora l’ami, che tu ancora la guardi con gli stessi occhi di allora.
Amo la mia vita crepuscolare,
amo i miei sogni, le immagini più care uguali sempre a comporre storia di cui sono lo scrivano, il libraio, raccoglitore!
E’ un meraviglioso libro di tragitti, di tanti viaggi, personaggi, tempi e voci e felici mondi ormai perduti in galassie lontane.
Per tutti l’argomento prediletto questo tema del “viaggio” che può essere l’amore o la nostra anima.
L’amore, quel dolce rumore della vita nella mia fine.
Scrivo sperando che tu mi segnua.
Guardandoti allo specchio lo capisci e ti perdi nelle rughe che cominciano a segnare il viso che prima non c’erano e ti senti come un fiore che piano appassisce caduco sullo stelo ancora verde.
Vallo a dire al cuore che ancora ci crede e ti fa vedere e ti porta lontano nelle felicità perdute!
Lascia che sia l’amore a farti poeta e presente in tutti quei gusci abbandonati, in quegli universi che si serrano negli occhi, si perdono in uno sguardo che guarda lontano, lì dove impaziente brulica la vita, brulicano le passioni, i desideri di poter ancora amare, ma è una vita che tu immagini, una vita che ora non c’è più.
La razza pura dei sogni è un vino che ubriaca, un’allucinazione benefica che per un istante allontana dalla fine amara di ogni incontro con la vita in cui vorresti esserci e rimanerci chissà per quanti altri sogni ancora.
Ma io sono già lontano con le mie ferite, le pene, i giorni avviliti in cui m’ero perso!
Forse ignaro che nella mia fine c’è il mio inizio, continuo a tessere sogni di un immaginario che costeggiando solitudini porta a un sogno, a un viaggio, a una meta, a un porto sicuro in cui riparare. E’ così quel bianco salino sui capelli diventa mare argenteo, un mare su cui poter navigare alla ricerca di lei: la mia vita!
Voglio che tu sappia quanto bello sia avere sogni,
voglio che tu sappia che da un errore può nascere una nuova vita. Allontanati da quel formicolio di gente opaca che si affaccia e s’intana nella tua vita!
Allora la scrittura diventa significato che riempie gli spazi vuoti di vita, delle sbandate a causa di invadenze e amori non veri svaporati nel nulla; così la mia scrittura enumera i fallimenti, le insensate invadenze, l’invisibile informe che si invera ogni qualvolta cadi.
Allora seguimi senza timori in questo viaggio assieme, amore che te ne stai in parte nei minuscoli margini, nelle minuzie germinanti che quietamente sono esilio d’ombre!
Io e te, un’anima, sogno, eternità,
io e te amore!  Ancora viaggio, ancora desiderio, ancora cercatori, ancora segno di vita.
Non lasciarmi in queste trasparenze d’inganni, ma prendimi per portarmi più in là del sogno stesso nostro, in nuovi orizzonti, in nuove scritture per il nostro libro… mi affascina il timore stampato su quel viso allo specchio che guardo come a un estraneo mentre mi rado la barba, e, penso a certi scritti brevi sospesi su immaginazioni sospese e smarrite nel corso dei sogni, che dono a te che mi leggi.
C’è sempre un viaggio che sospende a volte la vita tra una partenza e un arrivo, come approdo voluto e cercato prima nell’anima e poi nel mondo!
Ecco perché ancora t’amo!

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