martedì 18 marzo 2014


CHE IRONIA

 

By Calafiore Vincenzo

 

Ero certo che alla fine, dopo aver snocciolato il mio rosario silenzioso di pensieri sarebbe rimasto quello che non vorrei proprio analizzare. Non è cosa facile né per un uomo e tanto meno immagino per una donna affrontare il tema della – senilità – una situazione o mutamento inaccettabile e nonostante la mia indifferenza questo processo inarrestabile muta ciò che un tempo era un qualcosa di flessibile e vigoroso in un qualcosa decadente sia moralmente che fisicamente. Mentre rimane lì pieno di se il desiderio di possedere una donna aiutato e rinforzato da una immaginazione sfrenata che mi fa intravedere la possibilità che potrei portare a termine in pieno vigore e nella sua interezza il bellissimo, stupendo, rapporto sessuale con la donna con cui più desideri fare l’amore. La delusione è dietro l’angolo, ci si accorge in questa situazione di inizio senilità che qualcosa non funziona, che nonostante tutta l’immaginazione, il desiderio, l’approccio prolungato “ il gatto “ non riesce a graffiare. Si potrebbe allora ricorrere all’aiuto della chimica per rivivere l’esplosione di una nuova primavera di Praga col rischio di traslare in quella dimensione a cui tanti in tutti questi secoli sono andati. Ma non è questo il punto che è un altro e cioè di trovare la migliore maniera di affrontare accettandola con tutti i suoi limiti questa  magnifica senilità che significa sapienza, filosofia, nuova vita, ASTENENZA.

Accettare l’idea che gli orgasmi sono nella nostra mente come quel fastidioso gorgoglio prodotto da uno scarico mal funzionante, un rumore che annuncia che tutto non sarà più come prima, che le cose andranno viste sicuramente con occhi diversi e i nemici da combattere saranno proprio le nostre migliori alleati: la memoria e l’immaginazione! E te ne accorgi quando ti passa davanti un bel posteriore dentro un jeans, o sotto una gonna, una minigonna; peggio ancora un bel corpo avvolto d’eleganza che dimenandosi ti passa davanti agli occhi e tu rimani così imbambolato tanto che galoppando in quella magnifica prateria detta immaginazione dici fra te e te: ammazza… gli farei vedere io…. ! Cosa dovrei farle vedere, la mia capacità di arrivare fin davanti al portone e non avere forza nella chiave per aprilo? Che figura! Allora in quel preciso momento scatta e sopravviene la nuda e cruda realtà: sono vecchio! Sono vecchio per certe cose e giovane ancora per altre cose e allora la mia direzione sarebbe un’altra. Rimane però il ricordo dell’antico orgasmo che costringe a visionare filmografia porno, e lì, proprio davanti a quello schermo piangere della totale mollezza, della mancanza spirituale che un tempo lontano lo faceva scattare come una molla d’acciaio ora invece fa schifo solo a guardarlo a testa in giù penzolante come una lancetta ferma alle 18,30! Riflessioni sulla selinità…. Allora mi rimangono la bicicletta, le lunghe passeggiate, le corse, le camminate, le sciate sulla neve, la palestra, il gioco delle bocce ed infine gli occhiali per guardare bene una bella donna passare davanti agli occhi. Che me la fanno vedere nuda accompagnata da tanti pensieri, arrivare perfino a sentirne il profumo di quel fiore che una volta coglievo con tanta facilità ora un dramma quasi! E se una mattina…. Una mattina mi svegliassi con tutta la carica e la romanticità di “ Amami Alfredo” e poter risentire almeno una volta senza l’aiuto chimico il ruggito del leone? Che bello sarebbe, ma anche questo è un sogno un’ipotesi che non si avvererà! Meglio tornare alla fonte, al buon idromassaggio sperando che mister “K” ( kojak) faccia almeno la finta di alzarsi per dirmi solamente. CIAO EX! Ma non è che sarò diventato come Emilio Brentani il protagonista del romanzo di Italo Svevo, Senilità? Emilio uomo inetto diviso tra la brama di amore e il piacere e il rimpianto per non averli goduti a pieno. Svevo affronta il problema dell’incapacità da parte del protagonista di gestire la transizione da un’attività sessuale attiva a quella immaginaria, che lo portano a chiudersi nel ricordo di quanto un tempo era bello spogliarsi e sentire il ruggito del leone dentro le mutande…. mentre avanzo in uno stato di vecchiaia, la mia senilità con la quale avrò tempo di snocciolare rosari!

 

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